Un’estate che dura 5 mesi: settembre “assolutamente folle” per gli scienziati

Novità da ènostra   
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11 Ottobre 2023
A meno di due mesi dall’inizio della COP28 a Dubai, l’estate europea non è ancora finita, si toccano picchi di 33 gradi l’8 ottobre in Piemonte ed è molto probabile che il 2023 sarà l’anno più caldo della storia umana.

Un’estate che sembra non finire mai: la scorsa domenica sarebbe stata perfetta da passare in spiaggia. Se non fosse che era l’8 ottobre e diverse città italiane sperimentavano temperature assurde: 31,4°C a Torino, 30,3°C a Milano, 30,7°C a Bologna, secondo il sito ufficiale della Società Meteorologica Italiana, Nimbusweb. Ancora più estreme quelle registrate in alcune zone del Piemonte, in cui lo stesso giorno sono stati superati i 33°C (ad esempio, 34,5°C ad Asti e 35,3°C ad Acqui Terme) e dove, si legge sul sito, si sono toccati valori di “11-14°C superiori a quelli normali del periodo, calcolati sul trentennio standard 1991-2020, e degni delle settimane centrali dell’estate (e, in certi casi, anomali pure per quelle!)”. Il giorno dopo, lunedì 9 ottobre, a Milano è stato superato il record della giornata precedente: la centralina di Arpa Lombardia di Brera segnava 31,7°C, la giornata più calda degli ultimi 260 anni in ottobre.

Nimbusweb riporta che l’anomalia meteorologica che stiamo vivendo è analoga a quella sperimentata intorno al 24 ottobre 2018, in occasione dell’evento di foehn caldo da Nord, precedente al devastante uragano Vaia, che provocò 8 morti e abbatté 14 milioni di alberi nel Triveneto. Ma “al di là della singola giornata, a essere eccezionale per intensità e durata è tutto il periodo caldo (l’ennesimo) avviatosi a fine settembre 2023”.

Del resto l’osservatorio climatico europeo Copernicus Climate Change Service (C3S) ha fatto sapere che il mese scorso è stato il settembre più caldo mai registrato a livello globale, così come lo è stato l’insieme dei tre mesi estivi. E molto probabilmente lo sarà anche l’intero anno 2023, visti i record che continuano ad essere battuti e dato che ben un terzo dei giorni del 2023 finora ha registrato temperature più alte di almeno 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. Se globalmente il mese scorso è stato di 1,75°C maggiore rispetto alla media preindustriale, in Europa la situazione è ancora più preoccupante, l’anomalia è stata di più di 2,5°C (per avere un metro di paragone, ben oltre le soglie di 1,5°C e 2°C che non dobbiamo superare a livello globale secondo l’Accordo di Parigi).

Gli scienziati sono sbalorditi: “Abbiamo vissuto il settembre più incredibile di sempre dal punto di vista climatico. È semplicemente da non crederci“, ha commentato il direttore di C3S Carlo Buontempo. “Questo mese, secondo la mia opinione professionale di scienziato del clima, è stato assolutamente folle“, ha scritto su X il climatologo statunitense Zeke Hausfather, tra gli autori del quinto rapporto di valutazione dell’IPCC.

Mentre ancora ci aggiriamo per le città in maniche corte, si avvicina la COP28 di Dubai, conferenza mondiale sul cambiamento climatico che si annuncia particolarmente controversa per via della presidenza assegnata al sultano Al Jaber, CEO di ADNOC, compagnia petrolifera statale degli Emirati Arabi Uniti, e della massiccia presenza delle lobby del fossile. Fosche prospettive si stagliano anche per il Green Deal europeo, in seguito alla recente nomina di Ursula Von Der Leyen a Commissario dell’azione per il clima UE di Wopke Hoekstra, ex dipendente del colosso dell’oil&gas Shell, che rappresenterà l’Europa alla COP sostituendo Frans Timmermans.

Dopo aver assistito al susseguirsi continuo di eventi estremi quali alluvioni, tempeste e incendi che quest’estate non hanno risparmiato nessun angolo del globo, queste scelte appaiono sempre più surreali. Persino Papa Francesco ha sentito il bisogno di esprimersi per la seconda volta sullo stesso tema con l’enciclica Laudate Deum, in cui ha tirato una ferma stoccata al negazionismo climatico.

A rimettere il discorso sul piano della realtà, fortunatamente c’è l’Agenzia Internazionale dell’Energia. Il picco delle fonti fossili – che decidiamo di accompagnarlo a politiche climatiche o di subirlo – è destinato a verificarsi entro il 2030. Nel report di aggiornamento Net Zero Roadmap: A Global Pathway to Keep the 1.5 °C Goal in Reach l’IEA delinea la strada da percorrere per non oltrepassare l’aumento di 1,5°C. Cosa che sì, è ancora possibile: bisogna triplicare le energie rinnovabili e raddoppiare gli sforzi in efficienza energetica.