Per l’anno nuovo, mettiamoci al servizio della transizione

Novità da ènostra   
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24 Dicembre 2019
Di fronte al fallimento della COP25 e al fenomeno di distrazione di massa dalle priorità e dalle reali emergenze planetarie, verrebbe quasi da gettare la spugna, ma la transizione non può davvero attendere ed è urgente agire compatti e con determinazione verso la decarbonizzazione, coerentemente con gli obiettivi ripresi nel Green Deal Europeo lanciato da qualche settimana. Quello che possiamo fare noi, come cittadini, è agire dal basso, esercitando con tenacia il nostro potere più grande: il potere della domanda.


Il cambiamento è nelle nostre mani, ne abbiamo la riprova regolarmente. Alcune catene della grande distribuzione, ad esempio in Francia, hanno recentemente aperto alla possibilità di portare da casa contenitori riutilizzabili (in plastica o vetro) per l’acquisto di prodotti caseari, affettati o piatti pronti, stimolando i propri clienti ad adottare la buona pratica applicando anche piccoli sconti.
I commenti sul web rispetto alla replicabilità dell’iniziativa in Italia li potrete immaginare: tutti d’accordo nel ritenerla un’eventualità impossibile (per vincoli igienico-sanitari, burocratici ecc), ma passano solo pochi giorni ed ecco che la notizia circola sui social. Sigma, una piccola catena emiliana di supermercati ha avviato questa piccola rivoluzione (introducendo gli opportuni adeguamenti al protocollo Haccp), e ora invita i propri clienti a presentarsi in negozio con i propri imballaggi evitando così lo spreco di plastica e sacchetti monouso. Ma da cosa è scaturita l’idea? Nelle testate che riprendono la notizia si legge che, intervistata, la titolare del gruppo ha spiegato di aver deciso “a seguito delle numerose richieste ricevute dai clienti”.

È così. Chi acquista può esercitare il proprio potere ponendo le giuste domande. E se vogliamo produrre un cambiamento, le dobbiamo porre (possibilmente con garbo e gentilezza) laddove sappiamo che al momento non troveremo ciò che cerchiamo. Non con l’obiettivo di far sentire inadeguato il panettiere o il pizzicagnolo che non ha il prodotto che chiediamo, ma di aiutarlo ad esplorare nuove frontiere. Non sposta di molto parlare di diritti umani o di ambiente tra i nostri simili in ènostra, nel G.A.S. o nell’associazione locale, mentre introdurre “nuove alternative” nei punti vendita della grande distribuzione, o nei contesti in cui la sostenibilità non è comunemente di casa, può determinare impatti più significativi e misurabili.

Al supermercato chiediamo se sia disponibile una pinza, al posto del guanto monouso, per scegliere le pagnotte. Al bar chiediamo l’aperitivo senza cannuccia, al call center solo offerte di energia rinnovabile, al tour operator itinerari a piedi, alla concessionaria informazioni sulle auto elettriche, alla banca prodotti finanziari sostenibili… Se più clienti si fanno portatori di una stessa esigenza, il mercato ne intravvede l’interesse economico ed ecco che l’offerta si adegua.

I grossi player, ma non solo loro, investono enormi capitali per profilarci, mappare le nostre preferenze, tracciare i criteri di scelta, studiare i nostri movimenti. Allora usiamo questi stessi strumenti per accelerare la transizione, ridurre i rifiuti, mitigare le emissioni. Oltre a fare la nostra parte adottando stili di vita più o meno virtuosi e interpretando il modello energetico in cui crediamo, cogliamo l’occasione di far sapere i nostri gusti ogni volta che facciamo un acquisto. Nel nostro ruolo di soci attivi, possiamo coinvolgere altri soci e amici nella caccia alle soluzioni sostenibili, sia sui motori di ricerca che sul campo. È probabile che, grazie alle nostre campagne “di sensibilizzazione”, vedremo spuntare negozi (o angoli) di prodotti sfusi, mercatini di vestiti usati, ma anche zuccheriere al posto delle bustine, bucatini come cannucce e acqua alla spina al bar.

Nel suo essere cooperativa energetica, ènostra non solo opera per decarbonizzare il sistema energetico e renderlo più democratico, ma crede nella valorizzazione delle relazioni e dell’economia locale, della tutela dell’ambiente, dei diritti e dell’inclusione. Per l’anno nuovo auguriamoci che, unendo le forze e amplificando la nostra capacità di farci ascoltare, si riesca davvero a spostare il mercato e i capitali verso un futuro sempre più rinnovabile, sostenibile ed etico, costruito intorno ai “cittadini energetici” e alle comunità energetiche rinnovabili.

Un Natale genuino e un nuovo anno leggero a voi socie, soci e alle vostre famiglie.
Sara Capuzzo
Presidente ènostra