Una piccola grande novità a favore delle rinnovabili sta per essere introdotta nella legislazione europea: il mese scorso la commissione parlamentare europea ITRE (energia, ricerca ed industria) ha approvato un emendamento che permetterà ai soci delle comunità energetiche di sottrarre dai loro consumi (e dunque dalle bollette) l’energia prodotta dagli impianti situati lontano dalle loro case. Si tratta del cosiddetto “virtual net metering”.
Ne parliamo con Dario Tamburrano, deputato europeo e componente della Commissione ITRE.
Dottor Tamburrano, lei è stato tra i promotori di questa iniziativa. Prima di raccontarci di cosa si tratta, ci spiega in quale contesto legislativo si inserisce?
Il virtual net metering va ad inserirsi nella Direttiva per il mercato elettrico, che a sua volta fa parte del “Pacchetto energia pulita”: l’insieme di proposte legislative (migliaia di pagine) lanciate dalla Commissione Europea nel novembre 2016 per attuare gli obiettivi UE 2030 relativi ad energia e clima. Fra questi obiettivi c’è la riduzione del 40% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990.
Il “Pacchetto energia pulita” traccia gli argini entro i quali dovrà muoversi la politica energetica dell’Italia dopo il 2020. Riguarda le energie rinnovabili, l’efficienza energetica, la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico, le norme sulla governance per l’Unione dell’energia e – appunto – l’assetto del mercato dell’energia elettrica.
La versione della Direttiva per il mercato elettrico uscita dal lavoro del Parlamento Europeo trasforma i cittadini da semplici clienti di una fornitura elettrica in active consumers, in “consumatori attivi” titolari di vari diritti:
• consumare, stoccare, vendere l’energia rinnovabile autoprodotta come singoli o come comunità dell’energia. Il riconoscimento di questo diritto nasce dalle nostre battaglie e viene sviluppato dalla Direttiva rinnovabili;
• stipulare un contratto per l’energia elettrica “a prezzo dinamico”, cioè variabile nell’arco della giornata: più basso quanto l’energia è disponibile in quantità più abbondante e viceversa. Diventa così possibile regolare il consumo di elettricità in base al prezzo che essa via via assume ed assecondare l’integrazione delle rinnovabili – per loro natura discontinue – nella rete elettrica, all’interno della quale l’immissione ed il prelievo di energia devono mantenersi in costante equilibrio;
• stipulare un contratto con un “aggregatore”. Gli “aggregatori” partecipano al mercato dell’energia elettrica combinando e vendendo la produzione o i consumi dei loro clienti. Diventa fra l’altro possibile “vendere” ad un “aggregatore” – e dunque “vendere” sul mercato dell’energia elettrica – l’impegno a diminuire il consumo quando l’energia scarseggia ed è più richiesta: è il concetto di negawatt, l’unità di misura che quantifica la potenza risparmiata. Anche questo è un modo per favorire l’integrazione delle discontinue energie rinnovabili nella rete elettrica.
Nella premessa dicevamo che il virtual net metering permetterà ai soci delle comunità energetiche di consumare energia prodotta da impianti distanti dalle loro abitazioni. Ci può spiegare più nel dettaglio di cosa si tratta e come funziona?
Al Parlamento Europeo, il virtual net metering è stato inserito nella Direttiva per il mercato elettrico in seguito ad un nostro emendamento. Consente ai soci delle comunità per l’energia di sottrarre dai loro consumi di energia elettrica, e dunque dalle bollette, l’energia prodotta dagli impianti situati lontano dalle loro case. L’energia elettrica generata dall’impianto della comunità viene misurata e ceduta interamente alla rete elettrica; ogni socio della comunità dell’energia ha un normalissimo allacciamento dalla rete elettrica, ma detrae dai suoi consumi di elettricità – e quindi dalla bolletta – la quantità di energia elettrica prodotta dalla sua quota-parte dell’impianto comune.
Oggi il virtual net metering é vietato in molti Stati UE. In Italia possono beneficiarne esclusivamente il ministero della Difesa e i Comuni con meno di 20.000 abitanti. Non però i cittadini che vi risiedono: le sole amministrazioni comunali.
Salvo queste improbabilissime eccezioni, in Italia la regola è una sola: il punto in cui viene immesso nella rete elettrica il surplus di energia autoprodotta deve coincidere con il punto in cui l’energia elettrica viene prelevata dalla rete, quando l’autoproduzione non copre tutto il fabbisogno.
L’emendamento sul virtual net metering assegna inoltre alle comunità per l’energia il diritto a condividere l’energia fra i soci, utilizzando tutte le tecnologie per l’elaborazione e la trasmissioni di informazioni: sia quelle già esistenti – come le distributed ledger technologies – sia quelle che saranno scoperte in futuro.
Quali benefici potrà comportare il virtual net metering per il mercato elettrico e i cittadini europei? E, in particolare, perché favorirà le energie rinnovabili?
Con il virtual net metering è come se gli impianti per le rinnovabili delle comunità per l’energia si liberassero da una palla al piede: l’obbligo di usare l’energia essa dove viene prodotta. Questo amplia notevolmente l’accesso all’autoproduzione di energia rinnovabile e al conseguente alleggerimento della bolletta dell’energia elettrica.
Oggi un grandissimo numero di persone non può entrare in una comunità per l’energia a causa degli ostacoli che si frappongono alla realizzazione di un impianto per le rinnovabili annesso alla propria abitazione: il tipico esempio sono coloro che abitano in un condominio e coloro che abitano in un centro storico, dove l’installazione dei pannelli solari è subordinata al fatto che essi non pregiudichino il paesaggio.
Praticamente tutti i centri storici italiani costituiscono un paesaggio di pregio baciato dalla storia e dall’arte. Il virtual net metering salvaguarda questo pregio e contemporaneamente fa sì che esso non costituisca un intralcio allo sviluppo delle rinnovabili.
Quanto ai vantaggi per il mercato dell’energia, essi possono dispiegarsi al meglio e sommarsi quando il virtual net metering è abbinato all’impiego di contratti a prezzo variabile ed aggregatori, cioè agli strumenti offerti dalla Direttiva per il mercato elettrico per favorire l’integrazione delle rinnovabili nella rete elettrica.
Ciò sarà permesso solo ai soci delle comunità energetiche o anche il singolo cittadino potrà usufruire di questa nuova modalità di approvvigionamento?
L’emendamento si riferisce solo ai soci delle comunità per l’energia. Avremmo voluto fare di più, ma almeno è il primo passo.
Quali sono i prossimi passi legislativi per vedere introdotto ufficialmente il virtual net metering nella legislazione europea e dei suoi Stati membri?
C’è ancora un pezzo di strada da fare. Ora la Direttiva per il mercato elettrico è in fase di trilogo fra il Parlamento Europeo ed il Consiglio UE, l’altro co-legislatore europeo che rappresenta i Governi degli Stati membri. Il trilogo è la trattativa politica attraverso la quale Parlamento e Consiglio, dopo aver separatamente definito la propria posizione sulla proposta legislativa della Commissione Europea, cercano l’accordo per arrivare ad una posizione comune. Alla trattativa assiste anche la Commissione Europea (“trilogo” significa appunto “discorso a tre”) sia per favorire l’avvicinamento di Parlamento e Consiglio sia per rispondere a richieste di informazioni. Finito il trilogo, la Direttiva per il mercato elettrico entrerà in vigore dopo essere stata approvata nell’identica forma sia dal Parlamento Europeo sia dal Consiglio UE.
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