In chiusura l’Iniziativa dei Cittadini Europei (Ice) lanciata da Greenpeace per vietare la pubblicità di combustibili fossili. In corso da un anno, deve raccogliere un milione di firme per far sì che la Commissione europea prenda in esame l’argomento e proponga un atto legislativo. La Francia è il primo Paese europeo ad aver raggiunto un primo risultato legislativo.
Proprio come il tabacco, i combustibili fossili fanno male all’ambiente e alla salute delle persone e meritano lo stesso trattamento. È in chiusura la campagna di raccolta firme “Vietare la pubblicità e la sponsorizzazione dei combustibili fossili” di Greenpeace in collaborazione con decine di associazioni in tutta Europa (per firmare, clicca qui). Un anno fa, Greenpeace ha infatti lanciato un’Iniziativa dei Cittadini Europei (Ice), strumento previsto dall’ordinamento dell’UE che, al raggiungimento di almeno un milione di firme entro un anno, impone alla Commissione europea di discutere un determinato tema ed eventualmente proporre un atto legislativo. In questo caso, l’Iniziativa Ice esorta la Commissione a vietare negli Stati membri:
1. la pubblicità di combustibili fossili e dei servizi di trasporto che ne fanno uso,
2. la pubblicità di “qualsiasi impresa attiva nel mercato dei combustibili fossili, in particolare nell’ambito della loro estrazione, raffinazione, fornitura, distribuzione o vendita”,
3. le “sponsorizzazioni da parte di tali imprese o l’utilizzo di marchi o denominazioni commerciali utilizzati per i combustibili fossili”.
Greenpeace sottolinea le analogie tra il consumo di combustibili fossili e quello di tabacco, facendo riferimento alla Convezione quadro dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per la lotta al tabagismo (FCTC) come ad un “precedente” che fa ben sperare di poter avere successo in questa iniziativa. La convenzione fu adottata all’unanimità nel 2003, entrando in vigore nel 2005: uno dei trattati più rapidamente ratificati nella storia delle Nazioni Unite, che mirava a “proteggere le generazioni presenti e future dalle devastanti conseguenze sulla salute, sociali, ambientali ed economiche del consumo di tabacco e dell’esposizione al fumo di tabacco”.
Da allora, la convenzione ha raggiunto risultati fondamentali, innanzitutto di tipo culturale: il fumo si è trasformato negli ultimi decenni da abitudine accettata a comportamento considerato pericoloso e da marginalizzare. Inoltre, la convenzione ha anche puntato il dito contro il rischio che le multinazionali adottino strategie per evadere il controllo attraverso la vendita di prodotti “light”, proposti come meno dannosi. Le analogie con i combustibili fossili sono evidenti e lo scopo dell’iniziativa di Greenpeace è quello di de-normalizzare il consumo di combustibili fossili, facendolo apparire immorale e dannoso per le persone e l’ambiente, oltre a mettere in guardia dalle strategie di greenwashing.
L’Iniziativa dei Cittadini Europei porterebbe ad una crescita della consapevolezza del pubblico in merito ai prodotti e alle tecnologie responsabili dei cambiamenti climatici e di altri danni ambientali e sanitari. A distanza di un anno, si sono visti alcuni importanti risultati: la Francia, l’estate scorsa è stato il primo paese in Europa ad approvare una legge che proibisce alle aziende di promuovere prodotti energetici a base di petrolio, energia derivante dalla combustione del carbone e idrogeno ottenuto da fossili senza cattura della CO2. Per gli ambientalisti il divieto è ancora troppo blando, in quanto le sanzioni (fino a 100 mila euro) non sono abbastanza elevate da scoraggiare le multinazionali dal mettere in atto comportamenti scorretti. È comunque un primo passo.
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