#Labollettasvelata – Capitolo 1
Riforma tariffe: dimmi quanto consumi, ti dirò quanto paghi
Inauguriamo con questo primo intervento, curato da Gianluca Ruggieri, la rubrica #Labollettasvelata, dedicata a chi vuole prendere confidenza con la propria bolletta elettrica e con la propria spesa energetica in genere. Nei prossimi numeri parleremo del Canone in bolletta, dei perché della Riforma e degli step da qui al 2018, impareremo a leggere la bolletta e a ridurre la spesa consumando “meglio”, a verificare se quella che consumiamo è davvero energia rinnovabile, a scoprire da dove proviene ed altro ancora.
La bolletta elettrica che paghiamo è costituita dalla somma di una serie di voci, spesso di difficile comprensione. Alcune di queste dipendono dal fornitore che scegliamo, si tratta della cosiddetta componente energia (PE). La componente energia pesa a seconda dei casi intorno al 25-30% sul totale della bolletta. Il resto delle voci sono invece definite da decisioni dell’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico (AEEGSI) o dal Governo e quindi sono uguali per tutti, indipendentemente dal fornitore che scegliamo. Le possiamo quindi definire “voci regolate”, cioè decise dal regolatore.
Tra queste voci regolate ci sono ad esempio le componenti che coprono i costi della rete di trasmissione e distribuzione (una rete unica utilizzata da tutti gli operatori per trasportare i propri chilowattora) e della gestione dei contatori. Ci sono poi gli oneri di sistema (ad esempio quelli che consentono di pagare gli incentivi alle rinnovabili) e infine ci sono le tasse (IVA e accise).
Ma come è articolata la tariffa elettrica?
Intanto dobbiamo distinguere tra la parte di tariffa fissa (e quindi indipendente dal consumo) e il costo del chilowattora. In pratica se anche domani partissimo per un viaggio di un anno staccando il contatore, comunque le nostre bollette non sarebbero pari a zero: quello che pagheremmo è la cosiddetta componente fissa. In più però, per ogni chilowattora che consumiamo dobbiamo pagare qualcosa: questa è la componente variabile della bolletta.
Sulla scorta del decreto legislativo n. 102 del 4 luglio 2014, l’Autorità ha recentemente deciso di modificare la parte di bolletta elettrica di sua competenza (v. Deliberazione 582/2015/R/EEL) con un provvedimento in base al quale a partire dal I° gennaio 2016 si è avviata la graduale riforma delle tariffe applicate ai clienti domestici, che arriverà a regime il I° gennaio 2018.
La prima modifica importante riguarda il fatto che una parte dei costi di trasmissione, distribuzione e misura che prima erano assegnati alla parte variabile ora sono trasferiti alla parte fissa.
In altri termini, la quota che un utente residente con potenza impegnata pari a 3 kW pagava indipendentemente dai consumi nel 2015 era pari a circa 52 euro mentre nel 2016 sarà pari a circa 80 euro, con un aumento di oltre il 50%. Per un utente non residente sempre con potenza impegnata pari a 3 kW si è passati dai 103 del 2015 ai 138 euro annui del 2016 (+34%) mentre per potenza impiegata pari a 6 kW si passa da 157 a 209 euro annui (+33%).In compenso il costo del chilowattora è diminuito perché gli oneri complessivamente raccolti rimarranno inalterati, semplicemente sono distribuiti in maniera diversa. Ma in questo caso vengono penalizzate tutte le utenze che hanno bassi consumi elettrici e invece favorite le utenze con alti consumi.
Cosa comporta questo in concreto nelle nostre bollette?
Le bollette del 2016 potranno essere diverse da quelle pagate nel 2015, anche a fronte di consumi costanti. Se i vostri consumi annui sono attorno ai 2400 kWh la vostra bolletta rimarrà sostanzialmente inalterata. Per un utente residente con 3 kW impegnati, questo consumo corrisponde a una bolletta annua attorno ai 450 euro circa (quindi bolletta bimestrale da circa 90 euro). Per un utente con 6 kW impegnati questo consumo corrisponde a una bolletta annua attorno ai 750 euro circa (quindi bolletta bimestrale da circa 125 euro). Se i vostri consumi (e le vostre bollette) sono più bassi, quest’anno spenderete di più rispetto al 2015. Se i vostri consumi (e le vostre bollette) sono più alti, quest’anno spenderete di meno.
Qualche esempio per capire
Per un utente residente con contratto da 3 kW e un consumo annuo di 1500 kWh si passa da 260 a 273 euro annui (+5%). Un utente residente con contratto da 3 kW e consumi annui di 4200 kWh passerà da 1021 a 983 euro annui (-4%), mentre un utente non residente con contratto da 3 kW e consumi annui 1500 kWh passa da 456 a 469 euro annui (+3%). Infine, per un utente non residente con contratto da 3 kW e consumi annui 4200 kWh la spesa passerà da 1208 a 1110 euro annui (-8%).
Come riportato nella nostra news Firma la petizione la bolletta giusta, per contrastare tale provvedimento Italia Solare, Adusbef, Codici Associazione Consumatori, Greenpeace, Kyoto Club, Legambiente e WWF, hanno annunciato un ricorso al TAR. Per fare ordine e chiarezza sull’argomento, Retenergie, socio promotore di ènostra, ha raccolto una serie di elementi, incluso il parere di Emilio Sani, consigliere di Italia Solare (vai alla news Bollette elettriche e generazione distribuita: una riforma di arretramento).
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