Il partner di ènostra NeXt – Nuova Economia per Tutti con l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata ha messo a punto una piattaforma open source che ambisce a mappare tutte le CER italiane
Nasce RiCER, la prima piattaforma italiana sulle Comunità Energetiche Rinnovabili, che ha l’obiettivo di creare un database open source dove mappare, connettere e valorizzare i diversi modelli di CER che si stanno avviando sul territorio nazionale.
Alla guida del progetto, la rete nazionale NeXt – Nuova Economia per Tutti e l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, in sinergia con più di 50 realtà della società civile tra cui ènostra. Questo strumento, in continuo aggiornamento, permetterà di conoscere nel dettaglio le caratteristiche delle CER attive: forme giuridiche adottate, numero dei componenti, potenza degli impianti, fonti rinnovabili utilizzate, stime sui benefici economici sociali e ambientali delle Comunità (attraverso lo strumento del NeXt Index ESG – Impresa Sostenibile®) ed altri elementi qualitativi che definiscono queste nuove forme di democrazia energetica dal basso. Hanno collaborato alla mappatura e alla ricerca anche Legacoop, Legambiente e RSE – Ricerca Sistema Energetico.
“RiCER è il primo lavoro di elaborazione nazionale sul tema che oltre la mappatura dei diversi modelli di Comunità presenti in Italia, avvierà un percorso di valutazione della sostenibilità integrale dei progetti delle CER, attraverso la sperimentazione degli indicatori NeXt Index ESG – Impresa Sostenibile® e un percorso di misurazione d’impatto sociale delle ricadute effettive che questi modelli avranno sul territorio”, afferma Luca Raffaele, direttore di NeXt. “L’obiettivo di NeXt è quello di favorire il capacity building delle Comunità e supportare la formazione delle nuove figure professionali che saranno necessarie allo sviluppo delle CERIS – Comunità Energetiche a Impatto sociale (dagli animatori di Comunità ai manager di rete fino a installatori locali sostenibili)”.
Tra le CER già mappate e presenti nella piattaforma si trovano anche i progetti seguiti da ènostra: dalla comunità energetica di Villanovaforru in Sardegna a quelle nate grazie al Bando Lazio a Roma e nella regione e molte altre.
RiCER fornisce anche informazioni di dettaglio (come ad esempio l’energia totale incentivata), che verranno aggiornate a mano a mano, accrescendo il numero dei progetti CER presenti. Da quelli mappati finora si intravedono alcune tendenze. Tutte le CER presenti sono alimentate da un impianto fotovoltaico e il 90% si è costituito nella forma di associazione non riconosciuta (ETS). Il restante 10% è nato in forma di cooperativa.
“I processi di attivazione che portano alla costituzione delle CER analizzate vedono un forte protagonismo di cittadini e cittadine, associazioni del terzo settore e piccole imprese locali”, spiega Riccardo Troisi, ricercatore dell’Università di Roma tre Tor Vergata, “Importante notare che i modelli organizzativi adottati dalle CER analizzate sono per lo più mutuati dalle forme di partecipazione previste nel codice del terzo settore. Nell’insieme prevale una forte dimensione orizzontale (assemblee) nella struttura decisionale ed organizzativa”.
Le CER fin qui mappate sono composte mediamente da 10-50 membri e da impianti che vanno dai 20 ai 100 kWp, in linea con la normativa di transizione. Inoltre, è emerso che molte delle realtà presenti non hanno ancora realizzato gli impianti a causa dell’incertezza del quadro normativo durata a lungo.
Ci possiamo aspettare che nei prossimi mesi questi numeri mutino, visto che verosimilmente la piattaforma verrà popolata da progetti CER di grandezza maggiore sia per potenza degli impianti sia per numero di membri, vista l’emanazione del decreto attuativo a fine gennaio e delle regole operative del GSE, che hanno inaugurato la stagione di CER di seconda generazione.
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