Il target di rinnovabili al 2030 sale dal 40 al 45% e entro il 2026 tutti i nuovi edifici pubblici e commerciali di grandi dimensioni dovranno installare impianti fotovoltaici.
Ridurre la dipendenza energetica dalla Russia e combattere il cambiamento climatico sono i due obiettivi paralleli di REPowerEU, il piano presentato il 18 maggio dalla Commissione europea come risposta alla crisi causata dall’invasione russa dell’Ucraina. Sono circa 225 miliardi di euro i fondi previsti per finanziare il piano, che mira ad aumentare sicurezza e indipendenza, e che consentirà all’Unione europea di risparmiare circa 100 miliardi di euro l’anno, l’attuale spesa per l’acquisto di combustibili fossili russi. Le risorse giungeranno dai diversi capitoli di spesa europei e da una riforma dell’Emission Trading Scheme, il mercato di scambio delle quote di emissioni di CO₂.
Risparmio energetico, sviluppo accelerato delle energie rinnovabili, diversificazione dell’approvvigionamento e abbandono delle fonti fossili sono i pilastri del piano. Sul primo punto, considerato la via più economica e veloce per affrontare l’attuale crisi, la Commissione propone di aumentare il target di efficienza energetica contenuto nel pacchetto Fit for 55 del Green Deal dal 9 al 13%. Bruxelles ha inoltre pubblicato, sempre il 18 maggio, una comunicazione sul risparmio energetico, dettagliando i cambiamenti di comportamento nel breve periodo che consentirebbero di tagliare la domanda di petrolio e gas del 5%.
Tra gli obiettivi più ambiziosi introdotti da REPowerEU ci sono quelli relativi all’accelerazione dello sviluppo delle rinnovabili: in primis, la proposta della Commissione di aumentare il target della quota al 2030 contenuto nel pacchetto Fit for 55 dal 40 al 45% (oggi la quota del consumo di energia derivante dalle rinnovabili in Europa è del 22%). Con la EU Solar Strategy, l’Europa si propone poi di raddoppiare la capacità del fotovoltaico al 2025, giungendo ad installare 600 GW entro il 2030, e di raddoppiare il tasso di impiego delle pompe di calore.
La Commissione punta a sfruttare l’alto potenziale dei tetti fotovoltaici, introducendo delle scadenze: entro il 2026 tutti i nuovi edifici pubblici e commerciali con una superficie utile di oltre 250 metri quadri dovranno installare un impianto fotovoltaico. Dal 2027 invece scatta l’obbligo per gli edifici già esistenti, mentre quelli nuovi del settore residenziale dovranno adeguarsi dal 2029.
Una raccomandazione pubblicata lo stesso giorno dalla Commissione intende affrontare il problema della lentezza e della complessità dei permessi da ottenere per avviare progetti di energia rinnovabile. Gli Stati Membri dovranno identificare delle aree adatte allo sviluppo di rinnovabili, indicando anche le zone a minor rischio ambientale dove poter applicare processi di autorizzazione semplificati. A tale scopo, Bruxelles sta rendendo disponibile una base dati sulle aree ambientalmente sensibili a disposizione degli Stati Membri.
Un altro obiettivo molto ambizioso è il raddoppio del target di produzione di idrogeno rinnovabile, fissato a 10 milioni di tonnellate al 2030, in aggiunta ad altri 10 milioni di tonnellate importate, nell’ottica della sostituzione di gas, carbone e petrolio nelle industrie hard-to-abate e nel settore dei trasporti. Secondo Ursula von der Leyen, ciò consentirà di “sostituire fino a 50 miliardi di metri cubi all’anno di gas russo importato” e per questo è stato stanziato un ulteriore fondo diretto alla ricerca sull’idrogeno di 200 milioni di euro. Infine, attraverso un piano di azione sul biometano in concerto con la Politica Agricola Comune, la Commissione vorrebbe aumentare la produzione di biometano per toccare i 35 miliardi di metri cubi al 2030.
Per quanto riguarda la diversificazione delle forniture, l’UE sta lavorando alla EU Energy Platform, piattaforma che consentirà acquisti comuni volontari di gas naturale, gas naturale liquefatto e idrogeno, e sta valutando lo sviluppo di un “meccanismo di acquisto congiunto”, grazie al quale gli acquisti di gas verranno contrattati per conto degli Stati Membri partecipanti. La Commissione sta anche considerando di elaborare delle misure legislative che impongano la diversificazione dell’approvvigionamento tra gli Stati Membri aderenti.
L’ultimo pilastro del piano REPowerEU è l’abbandono delle fonti fossili, che verrà finanziato anche grazie al reddito ottenuto dall’Emission Trading Scheme, che l’UE si propone di riformare. La Commissione sta fornendo delle linee guida sui contratti di acquisto di energia rinnovabile e metterà a disposizione un ente di consulenza tecnica con la Banca Europea degli Investimenti. Infine, per aumentare il risparmio energetico e l’efficienza nel settore dei trasporti, Bruxelles sta valutando di elaborare una normativa per far crescere la quota di veicoli a zero emissione nei parchi macchine pubblici e privati sopra una certa dimensione.
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