L’inquinamento atmosferico delle città è un costo per la salute e per il portafoglio. Lo confermano due recenti studi che identificano aspetti diversi dello stesso problema.
Milano, Padova, Venezia, Brescia e Torino sono le città italiane con il costo più alto in termini di danni causati dall’inquinamento dell’aria. A dirlo è il rapporto dell’Alleanza europea per la salute pubblica (Epha) che identifica, sulla base dell’inquinamento presente nelle città europee, i costi pro capite della situazione dando un valore monetario alle morti premature, alle cure mediche, alle giornate lavorative perse e ad altre spese sanitarie causate dai tre inquinanti atmosferici più pericolosi: particolato, ozono e biossido di azoto.
Ai milanesi (secondi in Europa soltanto agli abitanti di Bucarest), l’impatto dello smog costa oltre 2.800 euro all’anno, seguono i padovani (terzi in classifica) con 2.500 euro, i veneziani (sesti), i bresciani (settimi) e i torinesi (noni) a circa 2.100. In media l’inquinamento atmosferico costa agli italiani 1.535 euro a testa all’anno.
Tra gli elementi significativi riportati nello studio, a livello europeo, emerge come gli abitanti di città grandi e costose tendano a subire un impatto più elevato a causa innanzitutto della densità di popolazione. Questo risultato è confermato anche dall’Agenzia europea dell’ambiente, che evidenzia come l’inquinamento atmosferico sia la prima causa di morte prematura per fattori ambientali in Europa (circa 400mila all’anno) e il problema è maggiore nei centri urbani, dove vivono i due terzi degli europei.
C’è poi un secondo studio, condotto in Gran Bretagna, che analizza gli effetti dell’inquinamento atmosferico sul nostro organismo, in particolare sulle attività cerebrali. I ricercatori hanno rilevato che un aumento del biossido di azoto in atmosfera, in gran parte dovuto ai veicoli diesel, ha fatto crescere il rischio dei disturbi mentali del 39%. Per il particolato, derivante anch’esso per una buona parte dai trasporti ma anche dagli impianti di riscaldamento, il rischio è aumentato del 18%.
I ricercatori hanno anche evidenziato come le persone che vivono in luoghi con alti livelli di particolato atmosferico abbiano il doppio delle probabilità di avere problemi di salute mentale rispetto a quelli delle zone meno inquinate. È vero, afferma lo studio, che ci sono fattori genetici e di vita vissuta che possono influenzare i disturbi mentali, ma aggiunge che, a differenza di questi, l’inquinamento dell’aria è qualcosa che può essere evitato o quantomeno ridotto.
È evidente come introdurre misure per ridurre l’inquinamento atmosferico può rappresentare una misura sanitaria primaria per la prevenzione dei disturbi psichiatrici e contemporaneamente per ridurre i costi a carico di ognuno di noi.
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