Nel 2020, per la prima volta in Europa, le risorse rinnovabili hanno superato i combustibili fossili come fonte primaria per la produzione di elettricità.
Secondo il quinto rapporto pubblicato da Ember – think tank britannico sul clima – e Agora Energiewende – think tank tedesco sul clima ed energia-, il 2020 è stato un anno simbolicamente molto importante per l’Europa in cui si è verificato, per la prima volta, il sorpasso nella produzione di elettricità da parte delle fonti rinnovabili su quelle fossili. Lo scorso anno infatti le rinnovabili hanno coperto il 38,2% della produzione elettrica conto il 37% delle fossili. E pensare che 10 anni prima, nel 2010, le fossili arrivavano quasi al 50% mentre le rinnovabili rappresentavano solamente il 22,1% della produzione elettrica nel Vecchio continente.
Il risultato del 2020, anche se di misura, è emblematico in quanto rappresenta una tappa fondamentale nella direzione dell’energia pulita per l’Europa e, nonostante gli obiettivi al 2030 siano ancora lontani, è interessante evidenziare come lo scorso anno quest’inversione di tendenza sia avvenuta in alcuni Paesi importanti nel panorama europeo, come la Germania e la Spagna.
E in Italia? Il nostro Paese non è messo male nella riduzione delle fonti fossili per produrre elettricità, anche perché, a differenza di altre nazioni, come la Francia, non abbiamo il nucleare. In Italia le rinnovabili hanno coperto il 43,2% di produzione di elettricità mentre le fossili il 56,8%. Un dato paragonabile a quello della Spagna (43,6%), ma molto più alto di quello francese, dove la produzione di energia verde è al 23,3%, o dell’Olanda (25,2%).
Il percorso per la decarbonizzazione è comunque ancora lungo, anche se la crescita delle risorse rinnovabili a discapito dei combustibili fossili riscontrato dal rapporto Ember e Agora Energiewende è un segnale incoraggiante per il futuro. Per quanto riguarda l’Italia, visti gli obiettivi posti dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec), dovremmo comunque quasi triplicare la potenza installata di eolico e fotovoltaico, cosa non certo semplice sia per quanto riguarda gli investimenti sia per il tema, poco discusso, dell’accettabilità territoriale di questi impianti.
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