Secondo i dati Eurostat nell’Unione Europea, nel 2020 l’elettricità prodotta dalle fonti rinnovabili supera quella fossile, ma potrebbe essere solo un “effetto pandemia”. Importante continuare a spingere le politiche di sviluppo delle rinnovabili.
Nel 2020 a causa della pandemia è diminuita in tutta l’Unione Europea la domanda di energia elettrica che si è accompagnata, secondo i dati preliminari diffusi da Eurostat pochi giorni fa, dal sorpasso delle fonti rinnovabili su quelle fonti fossili.
Nel 2020 sono stati infatti prodotti oltre 1 milione di GWh di energia elettrica da impianti a fonti rinnovabili, quasi 30mila GWh in più rispetto alla produzione da combustibili fossili. Inoltre, mentre l’energia prodotta con combustibili fossili e nucleare è diminuita, quella prodotta dalle rinnovabili è cresciuta da 979.866 GWh nel 2019 ai 1.052.582 GWh nel 2020. Un dato incoraggiante, sebbene resti ancora molta strada da fare.
In Italia, in base i dati preliminari diffusi da Terna, la produzione green è cresciuta, solo dell’1% rispetto all’anno precedente, coprendo complessivamente circa il 42% della produzione nazionale e il 38% della domanda di energia elettrica. Nel nostro Paese il gap tra le fonti è ancora ampio, e si dovrebbe investire maggiormente nella decarbonizzazione del settore elettrico.
Anche se i dati diffusi da Eurostat sembrano indicare che si sta andando nella giusta direzione, bisogna aspettare di capire come andrà il 2021, perché i primi segnali di ripresa post pandemia indicano che i consumi elettrici stanno aumentando e, in particolare in Italia, stiamo osservando una crescita molto bassa delle rinnovabili, con il rischio che il nostro Paese non riesca a centrare gli obiettivi di riduzione delle emissioni previsti per il 2030.
Comments are closed.