Mal’aria, il report di Legambiente riporta che nessuna città italiana da inizio anno a ottobre 2022 ha rispettato i limiti di inquinamento atmosferico suggeriti dall’OMS. Torino, Milano e Padova hanno sforato anche i molto meno stringenti limiti di legge. L’inverno esacerberà la situazione, con una siccità che non accenna a fermarsi e che peggiora la situazione. Bisogna agire, e subito.
Codice rosso per Torino, Milano e Padova. Giallo per Parma, Bergamo, Roma e Bologna. Il report di Legambiente “Mal’aria 2022 edizione autunnale. Verso città mobilità emissioni zero”, realizzato nell’ambito della campagna europea Clean Cities, segnala che nessuna città italiana rispetta i valori di inquinamento atmosferico suggeriti dall’OMS. “L’analisi delle 13 città prese in esame, nella parte relativa ai principali inquinanti atmosferici (polveri sottili – PM10 e 2.5, e biossido di azoto – NO2), evidenzia come in molti casi la situazione sia già da codice rosso e in molti altri casi sia già critica e bisognerà intervenire da subito per evitare di peggiorare la situazione”, si legge nel dossier, che ha analizzato i dati da inizio anno a ottobre 2022.
Torino, Milano e Padova hanno ampiamente superato il limite di legge per il PM10 che impone un massimo di 35 giorni con una media giornaliera superiore a 50 microgrammi per metro cubo, rispettivamente con 69, 54 e 47 giornate di sforamento. Parma, Bergamo, Roma e Bologna non hanno sforato i 35 giorni ma ci sono andate molto vicine arrivando rispettivamente a 25, 23 (sia Bergamo che Roma) e 17 giorni. I limiti di legge sono molto meno stringenti di quanto consigliato dall’OMS: se guardassimo infatti a quei parametri, nessuna delle città italiane sarebbe in linea, né per quanto riguarda il PM10 – per il quale l’OMS fissa una soglia di 15 microgrammi per metro cubo – né per il PM 2.5 (5 microgrammi per metro cubo) e per l’NO2 (10 microgrammi per metro cubo).
Sul PM 2.5 sono Torino e Bergamo le città con valori più critici, di oltre 4 volte quanto consigliato dall’OMS, con Milano e Bologna al seguito. L’NO2 raggiunge i livelli medi massimi a Milano (+257%) e Genova (+253%). Ma è proprio sugli standard dell’OMS che dovrebbe adeguarsi la nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria, in corso di revisione entro l’anno. L’Italia incorrerà quindi in nuove sanzioni, che si aggiungeranno alle precedenti tre già subite per via della violazione delle norme europee. E non si parla mai abbastanza del fatto che in Italia muoiono prematuramente ogni anno 90 mila persone a causa dell’inquinamento atmosferico (dati della Società Italiana di Medicina Ambientale, Sima): siamo il primo Paese in Europa, dove un morto su sei per inquinamento è italiano.
Dopo un’estate torrida, l’autunno continua a rimanere mite. Da un lato, questo consente di ritardare l’accensione degli impianti di riscaldamento, spesso la prima causa di inquinamento atmosferico nelle città (a Milano, l’accensione è stata posticipata al 29 ottobre). Ma non è di certo una buona notizia: la siccità non accenna a placarsi e la mancanza di perturbazioni alimenta il ristagno degli inquinanti nelle città.
Tra le proposte di Legambiente per contrastare le emissioni inquinanti e climalteranti nelle città: ridurre i limiti di velocità nelle autostrade (anche nei tratti urbani e tangenziali), potenziare i trasporti pubblici, migliorare i servizi di sharing elettrici e implementare delle zone a traffico limitato e a basse emissioni.
Uno studio condotto nel 2018 sull’Autostrada del Brennero ha stimato che abbassando il limite di velocità da 130 a 100 km/h, si ridurrebbero del 39% gli ossidi di azoto e del 22% la CO2. Misura suggerita anche dall’Agenzia Internazionale dell’Energia nell’ambito della strategia europea Repower Eu, in quanto sarebbe anche in grado di ridurre la dipendenza europea dai combustibili fossili. A Milano, dopo 10 anni di “Area C”, la zona centrale a pedaggio introdotta nel 2012, le emissioni sono diminuite di tre volte per il PM10 e di quattro volte per gli ossidi d’azoto (dati del Comune di Milano, 2021). Ciò non toglie che nel capoluogo lombardo la situazione rimanga tra le più gravi, cosa che ha spinto il progetto Sai che puoi? a supportare la campagna La città delle persone, scrivendo una lettera aperta con Genitori Anti Smog, Citizen For Air e Fiab Milano in cui si chiede, tra le altre cose, di estendere il limite della velocità in tutta la città a 30 km/h e di rendere ciclabili tutte le strade di Milano.
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