Secondo la maggior parte delle PMI italiane, il problema del caro energia è dovuto alla dipendenza dai combustibili fossili e le rinnovabili costituiscono la soluzione. Gli esiti dello studio condotto da YouGov
Per le PMI europee, le rinnovabili sono la migliore soluzione al caro energia. È quanto emerso dallo studio pubblicato dalla coalizione di organizzazioni Beyond Fossil Fuels e condotto in collaborazione con YouGov su Italia, Germania, Grecia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca e Polonia. La ricerca ha riguardato 1517 piccole e medie imprese di diversi settori (commercio, telecomunicazioni, edilizia, manifatturiero…) e ha avuto esiti sorprendenti: oltre la metà delle imprese intervistate (ben il 59% in Italia) sostiene che la dipendenza dai combustibili fossili del proprio paese sia alla base dell’aumento dei prezzi dell’energia e il 75% dichiara che, a fronte di misure di sostegno e di eliminazione degli ostacoli burocratici, installerebbe entro i prossimi 12 mesi un impianto fotovoltaico.
Questa percentuale si alza al 77% per le PMI italiane, che sono state maggiormente colpite dal caro energia e si mostrano ancora più favorevoli alla transizione alle rinnovabili. Dalle interviste di YouGov emerge infatti che la stessa percentuale di imprese in Italia ha dovuto aumentare i prezzi a causa degli elevati costi energetici (contro una media europea di 10 punti percentuali in meno, al 67%). Inoltre, se il 56% delle imprese europee concorda sul fatto che il governo dovrebbe investire in progetti locali su energie rinnovabili per aiutarle a superare la crisi energetica, in Italia la quota raggiunge il 62,3%.
Delle 252 PMI italiane intervistate, una quota più alta rispetto alla media europea ha già installato pompe di calore (20,6% contro 10,7%) e ha già adottato soluzioni smart per il risparmio energetico, ad esempio cambiare gli orari dei picchi di consumo (26,6% contro 23,9%). Al contrario solo il 15,5% ha già installato dei pannelli solari, contro una media europea del 20,2%: la chiave ancora una volta è da trovare nell’introduzione degli incentivi e nell’eliminazione delle barriere amministrative e burocratiche, che spingerebbero più dei due terzi delle aziende italiane ad adottare soluzioni per le rinnovabili e l’efficienza energetica.
Come ha affermato Luca Iacoboni, Responsabile relazioni esterne e strategia per la decarbonizzazione del think tank ECCO Climate, che ha commentato gli esiti della ricerca, “Questo segmento di economia, così importante per l’Italia, considera oggi le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica come i pilastri fondamentali per accrescere la loro competitività e garantirsi un futuro economicamente sostenibile”. Capiremo ben presto quale sarà la risposta del nostro paese: “La revisione del Piano Nazionale per l’Energia e il Clima (PNIEC), attualmente in corso in tutta Europa e anche in Italia, sarà la cartina di tornasole per comprendere se l’Italia vuole continuare a dipendere dalle importazioni di fossili o, al contrario, ricercare la sicurezza energetica con tecnologie più competitive, sostenibili e vantaggiose per i propri comparti produttivi”.
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