Il 24 settembre sciopero globale per il clima indetto dal movimento Fridays For Future, e dal 28 settembre al 2 ottobre a Milano la cinque giorni di lavori preparatori alla Conferenza annuale delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (COP26) di Glasgow dei primi di novembre.
I due eventi – lo sciopero del 24 settembre e la pre-COP26 – hanno in comune la forte presenza dei giovani. Il 24 settembre infatti gli attivisti di Fridays For Future scendono in piazza a livello planetario per combattere il riscaldamento globale e per affrontare l’ingiustizia climatica in cui ormai da troppo tempo viviamo. A livello globale il movimento giovanile sta infatti mettendo un’enfasi speciale sulle diseguaglianze e le ingiustizie tra i Paesi oltre che all’interno degli Stati stessi.
“La determinazione dei giovani a comprendere la reale connessione tra la crisi climatica e i gruppi sociali più vulnerabili cambia la narrativa globale sull’emergenza climatica e promuove la democratizzazione dell’agenda climatica e ambientale”, ha detto Abel Rodrigues, di Fridays For Future del Brasile.
Nell’ambito della Pre COP26, che riunirà a Milano i Ministri del clima e dell’energia di un gruppo selezionato di Paesi per discutere di alcuni aspetti politici fondamentali dei negoziati e approfondire alcuni dei temi negoziali chiave che saranno affrontati alla COP26 di Glasgow, i primi due giorni – 28 e 29 settembre – sono dedicati allo “Youth4Climate: Driving Ambition”, in cui quasi 400 giovani provenienti dai 197 Paesi membri dell’UNFCCC (La Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) elaboreranno proposte concrete sulle questioni più urgenti che riguardano l’agenda climatica. I primi due giorni saranno dedicati a gruppi di lavoro, mentre nell’ultimo giorno si terrà un dibattito e ci sarà il dialogo diretto tra i giovani delegati e i ministri presenti alla Pre-COP26.
In questo modo i giovani, in età compresa tra i 15 e i 29 anni, potranno far sentire la loro voce e portare le loro istanze all’interno della discussione in merito alle attività per limitare i cambiamenti climatici.
Il grido d’allarme dei giovani è molto forte e c’è bisogno che le classi dirigenti, in particolare di quei Paesi grandi produttori di CO2, li ascoltino prima che le gravi conseguenze dei mutamenti del clima travolgano una generazione. Come scrive il movimento Fridays For Future “abbiamo una grande opportunità: cambiare la storia prima che essa cambi noi”.
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