La chiusura delle centrali a carbone in Polonia, Grecia e Bulgaria, se sostituite con impianti a fonti rinnovabili non crea disoccupazione, ma al contrario aumenta il numero di occupati.
Nelle regioni carbonifere di Polonia, Grecia e Bulgaria, la nuova occupazione derivante dalle fonti rinnovabili può sostituire i posti di lavoro persi nel settore del carbone, preservando l’ambiente. È quanto emerge dal nuovo rapporto del WWF Europe’s Coal Regions: Boosting employment, environment, economy through ‘just transition’.
I posti di lavoro nel settore del carbone stanno crollando in tutta Europa, man mano i paesi si spostano verso le fonti di energia rinnovabile. La Commissione europea ha istituito un fondo di transizione da 17,5 miliardi di euro per aiutare a sostenere l’impatto sociale del passaggio dal carbone alle rinnovabili nelle regioni le cui economie sono basate su di esso. Il fondo è una grande opportunità per attuare la transizione energetica e passare a un’economia sostenibile e carbon neutral.
Secondo il rapporto del WWF la pianificazione, la partecipazione locale, la trasparenza e l’impegno a porre fine ai combustibili fossili sono aspetti cruciali che, insieme al finanziamento, possono trasformare le comunità carbonifere in luoghi sostenibili ed economicamente fiorenti.
Il rapporto rileva anche che i posti di lavoro nel settore minerario sono in calo e molti altri sono a rischio. In Slesia, Polonia, da 15.000 a 18.000 lavoratori in aziende legate al settore minerario rischiano di perdere il loro lavoro entro il 2030. 2.200 posti di lavoro nel carbone in Grecia sono sotto minaccia imminente.
Gli impatti vanno oltre i numeri dell’occupazione. Le comunità locali della Macedonia occidentale, in Grecia, subiranno perdite di reddito di circa 3,1 euro per ogni euro tolto all’attività della lignite.
Tuttavia, in molte regioni i posti di lavoro sostenibili possono sostituire abbondantemente quelli persi. Fino a 22.000 posti di lavoro potrebbero essere creati nella sola regione della Wielkopolska orientale della Polonia, compensando quelli persi nel settore della lignite e nei settori correlati.
Per permettere una “transizione giusta” di successo, il meccanismo di transizione dovrebbe dare priorità agli investimenti legati all’economia a zero carbonio. Questo aiuterebbe a utilizzare le competenze degli ex lavoratori del carbone e a trarre vantaggio dalla crescente domanda di tecnologie e prodotti per un’economia a basse emissioni di carbonio.
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