L’ultimo report annuale dell’OMM delle Nazioni Uniti riporta che nel 2023 sono stati superati tutti i record climatici. Con le elezioni in mezzo mondo, il 2024 è un anno dirimente per il clima.
Nel 2023 il mondo ha registrato una temperatura media globale di 1,45°C superiore a quella preindustriale. Lo riporta il report annuale dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) delle Nazioni Uniti:
- le temperature dell’anno scorso hanno superato tutti i record: il 2023 è stato l’anno più caldo da quando viene effettuata una registrazione strumentale (164 anni) secondo sei diversi set di dati. Inoltre, il direttore del Goddard Institute for Space Study della Nasa ha scritto su Nature che l’anno scorso il Pianeta si è scaldato di 0,2°C in più rispetto a quanto previsto dai climatologi e che “se entro agosto di quest’anno l’anomalia non dovesse stabilizzarsi – aspettativa ragionevole basata sui precedenti eventi El Niño – il mondo si troverà in un territorio inesplorato”.
- i ghiacciai hanno subito la più grave perdita da quando sono iniziate le analisi nel 1950 (in Svizzera hanno perso il 10% del loro volume in soli due anni) e il ghiaccio marino antartico è ai livelli più bassi di sempre
- i tre principali gas serra – anidride carbonica, metano e protossido di azoto – hanno raggiunto livelli mai registrati precedentemente
- stessa cosa si è verificata per l’innalzamento del livello dei mari, il cui tasso negli ultimi dieci anni più che raddoppiato rispetto al decennio 1993-2002
- il 90% degli oceani ha registrato ondate di calore
“C’è un’alta probabilità che il 2024 diventi l’anno più caldo della storia, battendo il record del 2023”, ha dichiarato Omar Baddour dell’OMM. Febbraio 2024 è stato il nono mese di fila a superare il record storici di temperatura e non siamo mai stati così vicini a un aumento della temperatura media globale di 1,5°C, aumento che oltre 190 paesi con l’Accordo di Parigi del 2015 si erano impegnati a non sorpassare.
Il mondo oltre 1,5°C
Cosa cambia in un mondo oltre il grado e mezzo? Lo sappiamo molto bene, soprattutto da quando nel 2018 l’IPCC ha pubblicato un intero report speciale dedicato a questo tema (Global Warming of 1.5°C). La grave e pericolosa differenza che distingue un mondo che non supera l’aumento di 1,5°C da uno che si dirige pericolosamente oltre i 2°C è netta: in un caso le barriere coralline si estinguono totalmente, nell’altro no (e peraltro già oggi “”Siamo letteralmente sulla soglia del peggior evento di sbiancamento nella storia del pianeta”, ha dichiarato Derek Manzello, coordinatore del NOAA’s Coral Reef Watch). In un caso le estati artiche saranno completamente prive di ghiaccio, nell’altro no. E la differenza tra un mondo a 1,5°C e uno a 2°C è abissale anche per ciò che riguarda innalzamento del livello dei mari, siccità, ondate di calore, perdita della biodiversità. Ecco perché ogni decimo di grado conta.
Finanza climatica, rinnovabili e il 2024
Gli elementi positivi sono due secondo l’OMM: la finanza climatica, che è giunta a 1.300 miliardi di dollari all’anno, anche se dovremmo aumentare la cifra di sei volte, e la crescita esponenziale delle energie rinnovabili, che è aumentata di quasi il 50% nel 2023.
Il 2024 è un anno dirimente per il clima, perché andrà a votare più della metà della popolazione mondiale, tra cui noi cittadini europei tra il 6 e il 9 giugno. Carbon Brief ha analizzato cosa cambierebbe in un mondo in cui le prossime elezioni statunitensi sono vinte da Donald Trump rispetto allo scenario che si aprirebbe con un secondo mandato di Joe Biden: nel primo caso si stima un aumento delle emissioni di gas serra di 4 miliardi di tonnellate, che equivalgono a quanto generato da UE e Giappone in un anno, o al totale combinato dei 140 Paesi a più basse emissioni del mondo. Con le elezioni di quest’anno stabiliremo anche se vivremo in un mondo entro 1,5°C, o anche ben oltre i 2°C.
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