L’82% degli italiani crede che le scelte e le azioni dei singoli possano contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici. Tu sei tra questi?
Siamo disposti a cambiare i nostri comportamenti per tutelare il clima? Sulla carta la risposta è sì, nella realtà bisogna poi vedere se gli italiani siano effettivamente disponibili a fare le rinunce che dichiarano per salvare il pianeta.
L‘Indagine sul Clima della Banca Europea degli Investimenti (BEI), giunta alla sua terza edizione e condotta in partenariato con BVA, società di consulenza specializzata in ricerche di mercato, evidenzia quest’anno due aspetti: il primo, e anche il più ovvio, è che la pandemia generata dal Covid-19 è in testa alle preoccupazioni degli intervistati non solo a livello nazionale ma planetario, e il secondo che per contrastare i cambiamenti climatici è indispensabile una modifica dei comportamenti individuali.
Gli europei ritengono che la ripresa economica post-pandemica debba tenere conto dell’emergenza climatica (57%), e che ogni governo debba promuovere una crescita a basso impatto di CO2. È però significativo, e preoccupante, che il 43% dei nostri concittadini europei pensi che si debba tornare a una crescita economica dopo la pandemia con ogni mezzo, anche a scapito dell’ambiente.
Guardando ciò che accade in casa nostra, i numeri sono piuttosto soddisfacenti – almeno nelle intenzioni: il 34% degli italiani afferma di voler mettere in atto dei correttivi radicali ai propri comportamenti per contrastare i cambiamenti climatici, con una media superiore del 15% a quella europea. E questo è più evidente nei genitori di figli minorenni e negli abitanti delle città. La modifica più sostanziale riguarda i movimenti aerei: il 33% sostiene che in futuro sceglierà altre modalità per spostarsi e il 43% lo farà all’interno del nostro Paese per ridurre al minimo le emissioni di carbonio. All’opposto lasciare a casa l’automobile risulta essere un aspetto molto critico. Al di là che in questo periodo molti, per paura del virus, preferiscono muoversi con automezzo proprio, anche in uno scenario post pandemia il 46% dichiara che l’auto sarà ancora centrale nella propria vita e non ci rinuncerà.
È comunque significativo che le nuove generazioni (77%) ritengano che i comportamenti possano fare la differenza, contro il 64% di quelli di età pari, o superiore, a 65 anni. Un buon auspicio per il futuro!
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