Il 18 settembre 2018 ènostra è stata convocata in audizione presso la X Commissione permanente (Industria, commercio, turismo) del Senato, nell’ambito dell’esame dell’affare assegnato n. 59, sul sostegno alle attività produttive mediante l’impiego di sistemi di generazione, accumulo e autoconsumo di energia elettrica.
Le istanze che ènostra ha voluto presentare ai membri della Commissione hanno riguardato il ruolo fondamentale che le comunità energetiche possono e devono svolgere nella transizione energetica in atto, anche tenendo conto del ridisegno del quadro normativo europeo sulla promozione delle energie rinnovabili e sul mercato interno dell’energia elettrica.
In particolare, la nuova direttiva che regolerà le politiche europee sulle rinnovabili nei prossimi 10 anni – su cui è stato raggiunto nel giugno scorso un accordo tra Parlamento e Consiglio Ue – rappresenta un vero passo in avanti verso la democrazia energetica. Oltre a definire un obiettivo vincolante del 32% di rinnovabili al 2030, con la possibilità di alzarlo ulteriormente nel 2023, la direttiva ha dato, per la prima volta, un ruolo ai cittadini e alle comunità energetiche, fornendo una definizione giuridica di “comunità energetica rinnovabile”: un’entità a cui si riconoscono indipendenza e autonomia, partecipazione aperta e volontaria, gestione democratica, impatti positivi in termini di generazione di benefici sociali a livello locale (privilegiandoli rispetto ai profitti economici), coinvolgimento degli enti locali e dunque creazione di nuove opportunità di collaborazione tra i cittadini e il governo locale.
Inoltre, la direttiva che ridelineerà la struttura del mercato elettrico europeo (anche nota come direttiva Market Design), definisce una cornice di provvedimenti atti a supportare lo sviluppo di un quadro normativo favorevole alle comunità energetiche. Secondo la direttiva in via di definizione, al cittadino deve essere riconosciuto il diritto di partecipare ad una comunità energetica, mantenendo preservati i diritti acquisiti in qualità di semplice consumatore e agli Stati Membri si chiede di rimuovere le barriere, esistenti o potenziali, che possano inficiare lo sviluppo delle comunità energetiche e di garantire loro un accesso al mercato non discriminatorio.
In questo quadro, ènostra ha manifestato la convinzione che per promuovere le comunità energetiche sia necessario consentire la distribuzione su piccola scala dell’energia elettrica prodotta (come all’interno di condomini) in modo da rendere possibili i primi nuclei di smartgrid e incrementare la remunerabilità di questo tipo di investimenti. Occorre, inoltre, dare la possibilità ai Sistemi Efficienti di Utenza (SEU) di vendere l’elettricità non a una sola utenza ma a un gruppo locale di utenze, ampliare l’accesso allo Scambio sul posto virtuale (anche noto come Scambio su posto altrove o virtual net metering) e garantire che le nuove tecnologie di registro distribuito siano messi al servizio dei clienti attivi, tra cui gli auto-produttori auto-consumatori di energia rinnovabile e delle comunità collettive dell’energia, in particolare le comunità dell’energia rinnovabile, favorendo la reale democratizzazione del sistema energetico in transizione.
“Guardando nello specifico la realtà del nostro Paese – afferma Gianluca Ruggieri che, insieme a Sara Capuzzo, ha preso parte all’audizione in rappresentanza di ènostra – “molte sono le difficoltà ancora da affrontare: non esiste un riconoscimento specifico delle comunità energetiche esistenti e del loro valore aggiunto e la mancanza di incentivi pregiudica il ripetersi di molte esperienze già realizzate. Con l’aggravante di un accesso al mercato dell’elettricità severamente regolato, che determina delle barriere difficilmente superabili”. “Eppure”, prosegue Ruggieri, “le esperienze di altri Paesi europei ci mostrano che queste difficoltà si possono affrontare adottando “semplici” misure, come le esenzioni fiscali previste nel Regno Unito e in Danimarca, l’accesso privilegiato a prestiti derivanti da specifici fondi governativi (Germania e Scozia); una pianificazione energetica che limita la proprietà degli impianti rinnovabili (o almeno una quota di essi) ad attori locali (Danimarca); incentivi differenziati agli impianti rinnovabili che favoriscano i progetti comunitari (Regno Unito, Germania e Francia) e, ultima, ma non meno importante, la promozione dello Scambio sul posto altrove (Virtual net metering) presso le comunità locali, con il coinvolgimento delle municipalità, nella lotta alla povertà energetica, come sperimentato di recente in Grecia”.
“Con l’adozione di strategie e leggi lungimiranti a livello nazionale”, “la transizione potrà essere concretamente guidata da città, cittadini e comunità energetiche, creando occupazione stabile e contribuendo alla lotta alla povertà energetica,
“A prescindere dall’esito delle negoziazioni in corso a livello Ue”, sottolinea a margine Sara Capuzzo, “sulle direttive relative alle norme comuni del mercato elettrico e alla promozione delle rinnovabili, è importante che l’Italia avvii una matura riflessione sul ruolo delle comunità energetiche, entità che facilitano l’accettazione sociale degli impianti rinnovabili attraverso percorsi di partecipazione, attivano capitali pazienti su progetti che altrimenti sarebbero più difficilmente finanziabili, lasciando molta più ricchezza nelle comunità locali e contribuendo alla lotta alla povertà energetica. Il tutto coinvolgendo i cittadini nel processo di transizione energetica in atto, proprio come dettato dal pacchetto ‘Energia pulita per tutti gli Europei'”.
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