Negli ultimi 100 anni, i combustibili fossili sono stati i protagonisti del sistema energetico europeo e internazionale. Ma grazie alle forme di sostegno messe in campo dall’Europa per le energie rinnovabili e al conseguente aumento degli “energy citizen“, il sistema energetico europeo sta intraprendendo un nuovo corso, verso una maggiore democratizzazione e decentralizzazione.
Questo è, in estrema sintesi, quello che emerge dal rapporto “Energy Atlas”, pubblicato da Friends of the Earth Europe, Heinrich-Böll-Stiftung, European Renewable Energies Federation (EREF) e Green European Foundation.
Il rapporto – un riepilogo completo di dati e grafici sullo stato delle energie rinnovabili in Europa, paese per paese – espone l’inarrestabile progresso delle energie rinnovabili e la futura forma che potrebbe assumere il sistema energetico europeo.
Il ruolo preponderante degli “energy citizen“
Un aspetto che emerge preponderante da questo studio è il ruolo delle città, dei cittadini e delle comunità energetiche. Gli “energy citizen” stanno traghettando l’Europa verso un sistema energetico più democratico e stanno dando un forte impulso al decentramento. Quasi 1.000 rappesentati delle istutuzioni locali europee sono impegnati a favore delle città carbon neutral e il 42% delle rinnovabili in Germania sono di proprietà di cittadini e cooperative. Aggregandole come fossero un’unica impresa, già oggi le comunità energetiche della Germania risultano occupare il 14° posto nella classifica dei più grandi fornitori di energia europei (al primo posto EDF, al 4° ENEL, al 9° Edison). E le proiezioni dicono che al 2050 i cittadini energetici europei potranno produrre il doppio dell’energia prodotta oggi dalle centrali nucleari.
“L’energia convenzionale proviene da poche grandi aziende potenti. Ma per le fonti di energia rinnovabili, ha senso che la capacità di generazione sia di proprietà di individui e comunità” ha dichiarato Molly Walsh di Friends of the Earth Europe.
Obiettivi poco ambiziosi
L’Energy Atlas 2018 viene pubblicato in un momento in cui gli Stati membri dell’UE stanno discutendo la loro strategia energetica e climatica al 2030, racchiusa nel cosiddetto Pacchetto sull’energia pulita per tutti gli europei. Gli obiettivi e i regolamenti contenuti nel Pacchetto daranno forma alla politica energetica e climatica europea per i prossimi 10 anni. Queste misure saranno sufficienti per contrastare i cambiamenti climatici e contenere l’aumento globale della temperatura entro i 2 gradi?
Secondo Dörte Fouquet, direttore della European Renewable Energies Federation (EREF), non lo sono: “gli obiettivi per rinnovabili e efficienza energetica al 2030 proposti nell’ambito del Pacchetto sull’energia pulita dell’UE – ha affermato – sono molto modesti, soprattutto in considerazione del calo dei costi delle tecnologie e della disponibilità di nuove tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili”. Insomma, gli obiettivi proposti non sono abbastanza ambiziosi e mettono in pericolo i successi ottenuti negli anni passati.
È vero, infatti, che la transizione energetica ha fatto e sta facendo molti progressi in Europa, ma si sta compiendo in modo diverso nei diversi Stati membri. Secondo quanto emerso dal rapporto, la transizione avrà successo solo se le politiche nazionali faranno parte di un ambizioso progetto europeo comune.
Con più cooperazione e interconnettività tra i paesi membri, il continente europeo è in grado di diventare il leader globale dell’energia verde, grazie a una transizione guidata da città, cittadini e cooperative energetiche.
Le 12 brevi lezioni per la transizione energetica europea
Dall’analisi dei dati del rapporto, sono emersi 12 brevi lezioni per una “perfetta” transizione energetica europea:
- L’energia è stata storicamente un fattore chiave della cooperazione tra gli Stati membri. Ma le attuali proposte dell’UE non sono sufficienti. Per rispettare l’Accordo sul clima di Parigi, occorre abbandonare completamente i combustibili fossili entro il 2050.
- Un sistema energetico 100% rinnovabile in Europa è ora tecnicamente possibile, utilizzando i sistemi di accumulo e
le tecnologie legate al demand response. - Una maggiore interconnessione dei mercati e delle infrastrutture renderanno la transizione energetica meno costosa per tutti gli europei.
- Il più grande potenziale risiede nell’aumento dell’efficienza energetica. A livello europeo potremmo ridurre della metà la nostra domanda di energia entro il 2050.
- Il passaggio alla produzione di energia da fonti 100% rinnovabili cambierà completamente la faccia del sistema energetico europeo: si passerà dalle utility centralizzate e monopolistiche ai progetti decentralizzati delle comunità, ai modelli di business innovativi.
- Grazie a strategie e leggi lungimiranti, la transizione potrà essere guidata da città, cittadini e comunità energetiche, lasciando molta più ricchezza nelle comunità locali.
- La digitalizzazione può rendere questa trasformazione più democratica ed efficiente e può ridurre le bollette dei consumatori.
- La transizione energetica europea potrà aumentare la prosperità economica in modo sostenibile (creando più posti di lavoro a livello locale) e promuovere la leadership europea a livello globale nelle green innovations.
- Dal 2013 le energie rinnovabili hanno ridotto di più di un terzo le importazioni di combustibili fossili, riducendo la dipendenza energetica da Paesi politicamente instabili.
- Una transizione socialmente equa è essenziale e praticabile: in tutta Europa, il settore delle energie rinnovabili offre già posti di lavoro a livello locale, più ben retribuiti e sicuri rispetto all’industria del carbone.
- La povertà energetica (energy poverty) viene affrontata all’interno dei progetti di comunità energetiche, agendo in solidarietà con quelli della propria comunità che affrontano questa sfida.
- La politica estera europea dovrebbe ispirare e sostenere altri paesi a decarbonizzare le loro economie. Una transizione energetica socialmente equa nei paesi confinanti con l’Europa, può stimolare il loro progresso economico e la loro stabilità.
Per approfondimenti, vai all’Energy Atlas
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