Nell’arco della stagione, molti autorevoli esperti si sono avvicendati ai microfoni di C’è luce – la trasmissione di RadioPopolare, realizzata in collaborazione con ènostra, in onda ogni martedì mattina – per raccontarci dei diversi modi in cui possiamo declinare la sostenibilità energetica e ambientale.
Con questo approfondimento riprendiamo un tema che ha riscosso molto interesse, ovvero “l’efficientamento energetico dei condomìni”, di cui abbiamo parlato con Andrea d’Ascanio nella Rifare gratis (o quasi) il condominio andata in onda l’8 maggio scorso.
L’efficienza energetica in condominio: si può fare!
Sebbene gli interventi di efficienza energetica ci facciano risparmiare energia e quindi soldi in bolletta, la loro diffusione si scontra ancora con quello che viene percepito un ostacolo non da poco: gli elevati costi di investimento iniziale. Per gli interventi sulle parti comuni degli edifici condominiali, questo ostacolo può dirsi superato!
I condomìni (in specie quelli datati) sono strutture molto energivore, cioè richiedono il dispendio di tanta energia per essere riscaldati e raffrescati. Per contenere i consumi è possibile adottare diverse soluzioni come l’isolamento termico dell’involucro (l’insieme di tutte le superfici che interagiscono con l’esterno), l’installazione di impianti di riscaldamento più efficienti, di infissi a bassa trasmittanza termica, ecc.
Tutti interventi che richiedono un investimento iniziale non da poco e che spesso i condòmini non sono disposti o non possono sostenere. Come fare?
Le detrazioni fiscali “maggiorate”
Per gli interventi di risparmio energetico sulle parti comuni degli edifici condominiali o che interessano tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio oggi è possibile accedere alle detrazioni fiscali cosiddette “maggiorate” del 70 e del 75% (che possono arrivare a 80 e 85% se si riduce di 1 o 2 classi il rischio sismico).
Queste detrazioni, di cui si può usufruire fino al 31 dicembre 2021, incentivano gli interventi di grandi dimensioni e quelli in grado di raggiungere determinate prestazioni energetiche. L’ammontare della detrazione viene distribuita pro quota ai diversi condòmini, che potranno detrarla nella dichiarazione dei redditi in 10 tranche annuali di pari valore.
Qualcuno potrebbe obiettare: certo è un sconto molto allettante, ma lo si vedrà restituito in 10 “lunghi” anni. Intanto il costo iniziale deve essere sempre sostenuto dai condòmini. E se qualcuno i soldi non vuole spenderli o non ce li ha? Per ovviare a questo problema, il legislatore è intervenuto con l’introduzione della cosiddetta cessione del credito.
La cessione del credito
La cessione del credito dà la possibilità ai condòmini di cedere il credito che vantano nei confronti dello Stato (la detrazione fiscale per gli interventi di risparmio energetico) alla società che ha effettuato l’intervento.
In altri termini, è il fornitore che, nei dieci anni successivi alla realizzazione dell’intervento, potrà detrarre dalle sue tasse quello che spettava detrarre ai condòmini.
A fronte di questa cessione del credito, il fornitore può fare da subito lo sconto ai condòmini sul costo dell’intervento, senza che questi debbano aspettare i 10 anni per il rimborso della detrazione.
Con le ESCo interventi a costo zero
“Il combinato di queste due agevolazioni – ha spiegato Andrea d’Ascanio di Sinergia-ESCo nell’intervista radiofonica – è assai vantaggioso: se un intervento veniva a costare 100, con le detrazioni per esempio del 70%, viene a costare 30. In questo modo, isolare l’involucro edilizio costa tanto quanto rifare un semplice intonaco”.
Se poi ci si rivolge a una Energy Service Company (ESCo), il costo iniziale dell’intervento può essere pari a zero.
“A differenza delle altre società, continua d’Ascanio, le ESCo possono finanziare l’investimento assumendosi il rischio di verificare che l’intervento si ripaghi con i risparmi generati dall’intervento stesso. Questo significa che, tornando al nostro esempio iniziale, la rimanente quota del 30% può essere finanziata dalla ESCo. Ecco che gli interventi si possono realizzare a costo iniziale pari a zero”.
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