In Europa, a seconda della dimensione della città, il tema della mobilità sostenibile è affrontato in modo differente. Tre esempi a cui potersi ispirare.
L’aspetto della mobilità privata è cruciale per raggiungere gli obiettivi di abbattimento delle emissioni climalteranti nel nostro Continente. O si impostano politiche volte a disincentivare l’utilizzo dell’auto e a promuovere sistemi di mobilità alternativi oppure gli obiettivi che l’Unione Europea si è posta difficilmente saranno raggiunti. Ma, almeno in alcuni Paesi, siamo sulla buona strada.
Tre esempi in funzione della dimensione del centro abitato, che influisce in modo importante sulle possibilità di intervento.
Nella vicina Svizzera, il piccolo paese di Zermatt (circa 6.000 abitanti) ai piedi del Cervino ha vietato l’utilizzo dell’auto fin dal lontano 1961 e, da allora, è possibile raggiungerla solo in treno. Oggi tutti i servizi sono assicurati attraverso piccoli veicoli elettrici, per persone e merci. Questa soluzione potrebbe essere adatta a piccoli centri, dove le automobili potrebbero essere lasciate lontane in maniera da creare interi paesi “car free”. ln futuro si potranno utilizzare i droni o altre soluzioni in grado di offrire ai residenti o ai turisti servizi analoghi a quelli che oggi abbiamo in qualsiasi piccolo centro abitato.
Un secondo esempio è quello della spagnola Pontevedra in Galizia (circa 84.000 abitanti), dove dal 2000 sono state avviate misure per la riduzione del traffico e della velocità e per la creazione di zone pedonali, all’interno di un modello di città in cui al centro c’è il pedone e non l’automobile. Le corsie dedicate alle auto sono state ristrette e i marciapiedi allargati, sono stati realizzati attraversamenti rialzati e i semafori sono comandati dai pedoni che vogliono attraversare la strada. Contemporaneamente è aumentato il numero di mezzi pubblici e sono spariti i parcheggi di superficie. Più che a un progetto di mobilità, siamo davanti a un progetto di città. E i risultati sono significativi: sono tornate a vivere in città oltre 8.000 persone e l’inquinamento atmosferico è calato del 70%.
Infine vediamo come una grande città, una capitale europea è riuscita a modificare la propria mobilità: Oslo, che tra l’altro è stata nominata Green Capital 2019 dall’Unione Europea. Nella capitale norvegese ci si è concentrati sul centro storico, sostituendo quasi tutti i parcheggi su strada con marciapiedi e piste ciclabili, molte strade sono state chiuse al traffico, ed è aumentata in maniera significativa la Congestion charge, cioè la tariffa per raggiungere il centro in automobile. Come in tutta la Norvegia anche a Oslo è stata stimolata la vendita di auto elettriche, non tanto con incentivi economici all’acquisto, quanto con altri tipi di sostegno: niente bollo, pedaggi, tasse di circolazione e di sosta nei parcheggi pubblici comunali, dove è possibile anche ricaricare gratuitamente il proprio veicolo. In questo modo in centro si sono favoriti gli spostamenti con mezzi pubblici, a piedi o in bicicletta. A partire dal 2023 tutti i taxi e i traghetti utilizzeranno motori elettrici, mentre nel 2028 tutti gli autobus saranno elettrici.
Auspichiamo che anche in Italia si possano osservare presto esperienze come quelle descritte e che sia possibile avviare delle politiche concrete per la decarbonizzazione anche del settore dei trasporti privati.
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