Nel primo semestre del 2023 la produzione globale da idroelettrico ha subito un forte calo dovuto alla siccità. Ma è ormai da diversi anni che questa fonte di energia in diverse parti del mondo è minacciata dalla mancanza di precipitazioni. Cosa possiamo aspettarci?
La produzione da idroelettrico è pesantemente minacciata dalla siccità. Una recente analisi del think tank Ember rileva che nella prima metà del 2023 la quota di energia eolica e fotovoltaica nella fornitura globale di elettricità è salita del 14,3%, ma le emissioni non si sono ridotte a causa di un forte calo della produzione da idroelettrico dovuta alla mancanza di pioggia (-177 TWh).
“Se da un lato è incoraggiante vedere la notevole crescita dell’energia eolica e solare, dall’altro non possiamo ignorare la cruda realtà delle condizioni idroelettriche avverse, intensificate dal cambiamento climatico“, ha dichiarato Malgorzata Wiatros-Motyka, analista senior di Ember.
Se l’idroelettrico avesse prodotto come lo stesso periodo dello scorso anno, le emissioni sarebbero calate del 2,9%, grazie appunto all’exploit di eolico e fotovoltaico.
Ormai da alcuni anni la produzione da idroelettrico registra trend negativi a livello globale a causa delle scarse precipitazioni in diverse aree del mondo, mentre lo scenario Net Zero by 2050 dell’Agenzia Internazionale dell’Energia richiederebbe che la produzione aumentasse del 4% all’anno.
Francesca Casale, ricercatrice del Politecnico di Milano ed esperta in idrologia, ci ha aiutato a comprendere meglio lo stato dell’idroelettrico e il suo ruolo nella transizione.
Francesca, come commenti l’analisi di Ember?
Il report mostra che il calo della produzione da idroelettrico è avvenuto per il 75% in Cina, paese che in condizioni normali produce i tre quarti dell’energia idroelettrica globale – dove si è verificata una forte siccità. Ma in realtà il problema si è presentato anche in altre parti del mondo, compresa l’Unione Europea. In Italia, ad esempio, dove questa fonte energetica copre una buona quota dell’elettricità rinnovabile, l’anno scorso abbiamo assistito a una riduzione della produzione da idroelettrico del 37%. Possiamo presupporre che anche per il 2023 avremo risultati simili, forse leggermente migliori perché, dopo un inverno molto siccitoso, da maggio in avanti la situazione è lievemente migliorata.
Qual è il ruolo dell’idroelettrico in Italia e quali problemi affronta?
L’idroelettrico in Italia costituisce il 36% delle energie rinnovabili (dato del 2022) e il 9% della produzione totale di energia. Negli ultimi anni la quota si è ridotta rispetto allo storico proprio a causa della siccità soprattutto in Nord Italia nel bacino del Po, che contiene il 74% degli impianti idroelettrici italiani.
È difficile fare previsioni per il futuro perché l’idroelettrico dipende molto dalle precipitazioni che, secondo le proiezioni climatiche, non hanno un trend significativo da qui a metà secolo e variano in base agli scenari e ai modelli climatici considerati. La situazione cambia molto a seconda dei bacini presi in considerazione: in alcuni la produzione potrebbe diminuire in maniera significativa, in altri ci si aspetta invece una crescita. Solitamente le proiezioni sull’Italia sono di un leggero aumento o di una leggera diminuzione della produzione da idroelettrico: quindi possiamo ipotizzare che la situazione rimanga pressoché invariata.
Una cosa che però emerge chiaramente nelle proiezioni future per molti bacini italiani è la riduzione della disponibilità d’acqua nel periodo estivo, proprio nel momento cui c’è una forte richiesta di elettricità. E questo potrebbe impattare sull’idroelettrico perché quella poca acqua che sarebbe disponibile nei periodi estivi verrebbe utilizzata per l’agricoltura, che ha la precedenza.
Storicamente in Italia abbiamo una forte produzione di energia idroelettrica, con tantissimi impianti sull’arco alpino. Molti sono vecchi, risalgono agli anni ’60, ma è molto meglio fare manutenzione e sfruttarli piuttosto che dismetterli, anche perché coprono una buona percentuale della produzione totale di energia e permettono di evitare l’utilizzo di combustibili fossili.
Perché l’idroelettrico è importante per la transizione?
L’idroelettrico ha tanti aspetti positivi perché può compensare la variabilità delle altre fonti di energia rinnovabile: permette di produrre energia quando è necessaria o di conservare l’acqua per gli altri momenti. Grazie agli impianti a pompaggio – presenti anche in Italia – dopo essere stata turbinata, quindi dopo la produzione di energia idroelettrica, l’acqua può essere ripompata dal bacino a valle al bacino a monte sfruttando ad esempio l’eccesso di produzione dovuto al solare.
In questo modo si riporta l’acqua nel bacino a monte per riutilizzarla in seguito per la produzione di elettricità nel momento in cui questa è necessaria. L’idroelettrico può quindi fungere da storage, ci permette di accumulare energia e utilizzarla quando ci sono i picchi di domanda.
Testo riadattato dall’intervista andata in onda per Il Giusto Clima il 15 novembre 2023 su Radio Popolare
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