Greenpeace ha lanciato nei giorni scorsi una campagna europea per chiedere di vietare le pubblicità e le sponsorizzazioni dell’industria dei combustibili fossili.
“… diesel+, + efficienza nel motore + attenzione all’ambiente”, “guidare un’auto ibrida si traduce in risparmio di benzina e zero emissioni”. Solamente due delle tante pubblicità ingannevoli (e segnalate all’anititrust) che strizzano l’occhio alla sostenibilità e all’attenzione ai cambiamenti climatici.
Greenpeace chiede di vietare le pubblicità e le sponsorizzazioni dell’industria dei combustibili fossili, dai colossi energetici come Eni e Shell all’industria dell’automotive fino alle compagnie aeree. Tutte realtà industriali che sono tra i principali responsabili delle emissioni di CO2 e che attraverso queste pubblicità si “dipingono” di verde agli occhi dei consumatori. Vietare le campagne pubblicitarie e le sponsorizzazioni impedirebbe a queste aziende inquinanti di sviare l’attenzione dei cittadini dalle loro responsabilità esibendo un falso lato green, mentre in realtà continuano a promuovere modelli di business dannosi per il clima e per la sicurezza delle persone.
Greenpeace lancia un’importante Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE), uno strumento ufficiale di partecipazione diretta alla politica dell’Unione Europea, che obbliga la Commissione Europea a esprimersi in merito all’iniziativa promossa dai cittadini se entro un anno di tempo viene raggiunto l’obiettivo di 1 milione di firme raccolte.
In maniera analoga a quanto fu fatto dall’Unione Europea nel 2003 che, riconoscendo il rischio per la salute, vietò alle aziende del tabacco di farsi pubblicità, Greenpeace chiede ai cittadini europei di firmare la petizione per ottenere lo stesso risultato contro le multinazionali più inquinanti del mondo. Dal momento che molte di queste aziende basano il loro marketing sulla pubblicità – si pensi solamente al numero di spot pubblicitari sulle automobili in televisione -, se non potranno più pubblicizzare i loro prodotti, verrà ridotto il loro potere di influenzare il mercato.
La petizione “Stop alla pubblicità delle aziende inquinanti” è sostenuta da più di venti organizzazioni europee, tra cui, oltre a Greenpeace, le italiane FOCSIV e ReCommon. La raccolta firme è stata lanciata a un mese dall’inizio dei negoziati internazionali sul clima della COP26 di Glasgow.
La petizione “Stop alla pubblicità delle aziende inquinanti” si può firmare qui.
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