ènostra inaugura l’unione tra il modello degli impianti collettivi e quello delle CER per garantire ricadute positive sul territorio che ospita l’impianto.
Il 17 settembre è nata a Cambiago CO.E.SOL. – Comunità Etica Solidale, la comunità energetica rinnovabile (CER) alimentata dall’impianto collettivo da 153 kWp realizzato di recente grazie al capitale di socie e soci di ènostra.
Nella sala della Comunità del Castellazzo a Basiano i membri firmatari, soci fondatori della neonata CER, erano 10: sette famiglie, la stessa Comunità del Castellazzo, l’Associazione di Promozione Sociale della Comunità del Castellazzo e la Cooperativa Sociale Di Mano in Mano, sul tetto della quale è stato installato l’impianto fotovoltaico collettivo di ènostra nello scorso luglio.
Nata come Ente del Terzo settore (ETS), in forma di associazione non riconosciuta, la comunità energetica di Cambiago è la prima che ènostra promuove direttamente, unendo il modello degli impianti collettivi a quello delle CER per garantire ricadute positive ambientali, economiche e sociali sul territorio che ospita l’impianto.
“Questo è per noi un grande risultato”, dice Giacomo Prennushi responsabile Marketing e Vendite di ènostra, “perché permette di dare ai nostri impianti collettivi un ulteriore valore, con ricadute dirette sia economiche che sociali sui territori in cui sono inseriti. L’obiettivo di attivare localmente i cittadini, le imprese e le organizzazioni del terzo settore su progetti comuni è uno dei punti fondanti del modello partecipativo di ènostra. L’iniziativa rappresenta anche un bell’esempio di lavoro di squadra, perché nel progetto sono state coinvolte molte competenze e anime diverse del team di ènostra”.
La produzione attesa dell’impianto, di circa 157 MWh annui, ha spinto il team CER di ènostra a porsi l’obiettivo di raggiungere un totale di circa 110-120 membri, grazie ai quali si riuscirebbe a condividere l’80% dell’energia prodotta. Gli incentivi accumulati grazie all’energia condivisa verranno impiegati in progetti a beneficio del territorio, che i membri della CER discuteranno nei mesi a venire.
Cambiago, Ornago, Cavenago di Brianza, Gessate, Basiano, Masate e Busnago sono i comuni che ricadono nella cabina primaria a cui è connessa l’impianto fotovoltaico della CER. Sei di queste parti e ti piacerebbe partecipare alla CER? Compila il modulo!
Com’è nata la CER
In seguito all’installazione dell’impianto fotovoltaico sul lastrico solare del capannone della cooperativa Di Mano in Mano a Cambiago, completato il 4 luglio scorso, il team CER ha contattato personalmente socie e soci di ènostra e di Di Mano in Mano residenti sotto la stessa cabina primaria dell’impianto per sondare il loro interesse a entrare a far parte del progetto.
In questo modo ha intercettato un bacino di persone sensibili alle tematiche ambientali, con lo scopo di creare il nucleo fondativo della comunità energetica, che andrà poi successivamente allargato al resto della cittadinanza per far crescere il progetto.
Il 29 agosto è stato organizzato il primo incontro di presentazione in presenza: Chiara Brogi, referente socio-legale del team CER, e la presidente di ènostra Sara Capuzzo hanno spiegato l’intento del progetto e la sua forte connotazione sociale, oltre che l’evoluzione del modello degli impianti collettivi e la sua integrazione con quello delle CER perseguendo un ideale di giustizia climatica e territoriale nel promuovere la transizione energetica.
Quasi tutti i partecipanti all’incontro del 29 agosto si sono dimostrati interessati e sono tornati il 17 settembre al momento della costituzione del soggetto giuridico CER e della firma dello statuto. Il consiglio direttivo della neonata CER è formato da tre persone: Enrico Carni, che ha assunto il ruolo di presidente della CER, e che era già precedentemente socio di ènostra; Enrico Sala, della cooperativa Di Mano in Mano; e Massimo Panzera, che è diventato socio di ènostra dopo questi incontri e ha sposato con convinzione l’iniziativa.
“Inizia un bel viaggio, la nostra comunità desidera dare un contributo per una buona transizione energetica che tenga assieme l’attenzione all’ambiente con positive ricadute sociali sul territorio”, ha commentato Enrico Carni, presidente della neonata CER di Cambiago, “il perimetro della cabina primaria purtroppo non permette di coprire per intero tutti i comuni coinvolti nel progetto: il nostro percorso sarà indirizzato verso l’allargamento della CER ad altre cabine primarie con nuove configurazioni, in modo da coinvolgere più membri e ampliare l’impatto positivo della comunità energetica. Un ringraziamento a ènostra per il supporto e per aver reso possibile questo progetto”.
Oltre alla cooperativa Di Mano in Mano, ha accolto con entusiasmo l’iniziativa anche la Comunità del Castellazzo, sita nella vicina Basiano e nata nel 1994 sulla spinta dell’esperienza della Comunità di Villapizzone. Le otto famiglie che abitano negli appartamenti intorno al cortile centrale della cascina circolare conducono una vita comunitaria basata su sostegno reciproco, solidarietà, apertura e accoglienza.
Nella cascina vengono portate avanti iniziative di diversa natura: la Fattoria Didattica del Castellazzo, la cooperativa sociale AgriMI, la realtà di TerraMadre, un progetto di accoglienza SPRAR in collaborazione con l’amministrazione comunale e il gruppo giovanile di volontariato Gruppo Romania nato a sostegno di bambine e bambini romeni. La Comunità del Castellazzo aveva già intrapreso un percorso per una maggiore sostenibilità ambientale ed energetica dell’edificio con l’installazione di un impianto fotovoltaico, del solare termico e di un depuratore.
“Siamo orgogliosi di far parte di un progetto per la tutela ambientale che produce energia rinnovabile localmente”, ha commentato Carlo Borioli, presidente della Comunità del Castellazzo e membro di una delle otto famiglie che abitano la cascina, “La Comunità del Castellazzo è da sempre impegnata direttamente in progetti sociali nei suoi spazi. Siamo entusiasti che tramite la CER di Cambiago potremo determinare anche indirettamente benefici sociali, economici e ambientali sul territorio, anche al di fuori della nostra comunità. Insieme, la CER deciderà in che modo impiegare gli incentivi: una possibilità che intravedo è l’aiuto delle famiglie in difficoltà economica, obiettivo che si sposa a pieno con la nostra filosofia”.
Generare ricadute positive sul luogo in cui opera è anche l’obiettivo di Di Mano in Mano: “Come cooperativa, in coerenza con i nostri valori, ci sembra importante sostenere la nascita di questa CER sia nell’ottica di transizione energetica che nello sviluppo di una comunità territoriale attenta ai bisogni sociali e ambientali. In questo modo cerchiamo di essere al servizio del territorio”, ha dichiarato Paolo Rivolta, presidente di Di Mano in Mano.
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