L’Europa apre la strada al concetto di “prosumer”
;Nel maggio scorso, il Parlamento europeo ha votato a larga maggioranza la “Risoluzione su un ‘new deal’, un “nuovo corso” per i consumatori di energia” che, tra le altre cose, chiede alla Commissione Europea di dare dignità giuridica al concetto di prosumer. Ne abbiamo parlato con Dario Tamburrano, europarlamentare e socio di ènostra, che per primo ha promosso la necessità di introdurre una definizione con valore legale di tale concetto.
Chi è il prosumer e perché é importante dargli dignità giuridica?
“Il concetto di “prosumer” identifica coloro che, oltre a consumare energia, hanno un ruolo attivo nella sua produzione e la dignità giuridica è lo strumento per vedere riconosciuto il diritto ad un posto al sole per loro e per i loro impianti. Altrimenti è concreto il rischio che si ripeta la vicenda della Spagna, dove il Governo ha reso antieconomico l’autoconsumo di energia rinnovabile per favorire gli interessi delle grandi società che producono e vendono energia da fonti fossili.
Più in generale il termine prosumer deriva dalla fusione dei vocaboli inglesi “producer” (produttore) e “consumer” (consumatore). Indica i cittadini che, in maniera individuale o collettiva, sono contemporaneamente produttori e consumatori di un bene: in questo caso, l’energia ottenuta dalle fonti rinnovabili.
L’iter legislativo europeo è oscuro ai più. Ci racconti in quale contesto si situa il passo in avanti del Parlamento europeo nel maggio scorso, rispetto al concetto di ‘prosumer’?
Per l’autunno-inverno sono attese le proposte legislative della Commissione Europea sul riassetto del mercato elettrico, la nuova direttiva sulle rinnovabili, la revisione della direttiva sull’efficienza energetica. Dovranno essere approvate sia dal Parlamento Europeo sia dal Consiglio UE, che riunisce i ministri degli Stati membri. Dunque, nel formularle, la Commissione Europea non può non tener conto del punto di vista del Parlamento.
Il punto di vista del Parlamento si è manifestato, fra l’altro, attraverso il documento (la “risoluzione”, per usare il vocabolo tecnico) che contiene le considerazioni del Parlamento stesso sulla comunicazione della Commissione Europea “Un ‘new deal’ per i consumatori di energia”. La comunicazione, a sua volta, è uno degli atti preparatori formulati dalla Commissione Europea in vista delle sue proposte legislative attese per l’autunno-inverno: essa guarda alle questioni dell’energia nell’ottica dei cittadini (che però continuano a essere chiamati “consumatori”), fa ampio riferimento alla loro progressiva trasformazione in prosumer e sottolinea la necessità di offrire vantaggi reali alle nuove tecnologie e di favorire gli investimenti, in particolare nelle fonti rinnovabili e nella generazione a basse emissioni di carbonio.
Ebbene – e qui si arriva al nocciolo – siamo riusciti ad inserire la richiesta di dare una definizione giuridica dei ‘prosumer‘ nella risoluzione approvata dal Parlamento Europeo a proposito del ‘new deal’ per i consumi di energia.
Perché è così importante che venga prevista una definizione giuridica di prosumer?
La definizione è un passo assolutamente necessario per definire in maniera chiara i diritti dei prosumer, come quello di auto-produzione, auto-consumo e stoccaggio di energia prodotta da fonti rinnovabili, e per stabilire le protezioni e gli incentivi necessari per evitare che gli investimenti nelle energie rinnovabili di cittadini, cooperative, amministrazioni locali siano lasciati in balia dagli umori dei governi, come appunto è accaduto in Spagna.
Il prossimo passo sarà identificare quale delle proposte legislative in materia di energia attese per l’autunno-inverno costituisce il contesto migliore per trattare dei prosumer.
Il Parlamento Europeo ha già pronta una definizione di prosumer da proporre alla Commissione Europea?
La definizione di prosumer è stata da me proposta all’interno della commissione parlamentare ITRE che si occupa di energia, di cui faccio parte, e poi approvata con leggere modifiche nell’ambito dei lavori preparatori alla risoluzione sul ‘new deal’ (vedi risoluzione come approvata in commissione ITRE). Ecco di seguito la definizione proposta:
“I prosumers sono consumatori attivi di energia, come i nuclei familiari (sia proprietari e che inquilini), le istituzioni e le piccole aziende che partecipano al mercato dell’energia producendo energia rinnovabile, su base individuale o collettiva mediante cooperative, altre imprese o aggregazioni sociali; i prosumers possono inoltre contribuire all’efficienza energetica e/o sostenere la gestione del sistema energetico e l’integrazione della rete di fonti di energia rinnovabile oscillanti mediante reazione alla domanda; i prosumers contribuiscono al raggiungimento del pieno potenziale di generazione di energia rinnovabile massimizzando lo sviluppo di progetti energetici fotovoltaici, eolici o di altra energia rinnovabile su idonee aree urbane, compresi tetti, e su terreni che non sono in concorrenza con la produzione alimentare o la conservazione della biodiversità”.
Il Parlamento Europeo riunito in assemblea plenaria, non ha approvato questa definizione, pur riconoscendo la necessità di averne una.
Supponiamo che questa definizione venga accolta e introdotta tal quale nella normativa europea. Come si trasformerebbe il mercato dell’energia e quali vantaggi porterebbe per lo sviluppo e la diffusione delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica in Europa?
La definizione di prosumer ed il riconoscimento dei loro diritti equivale a demolire l’attuale piramide dell’energia, che a sua volta condiziona e modella la piramide sociale dal momento che l’energia è indispensabile per ogni attività umana.
Ora la produzione e la distribuzione dell’energia costituiscono una struttura economica verticale che sovrasta e schiaccia i cittadini: poche, grandi società possiedono pochi impianti, enormi e costosi. Il concetto di prosumer sostituisce la piramide con la collaborazione fra uguali: la rete dei cittadini che producono, consumano, si scambiano l’energia pulita prodotta da una miriade di impianti piccoli e poco costosi. E’ la democrazia energetica, è il cambiamento sociale e culturale per il quale noi 5 stelle europei, i marziani venuti dall’Italia, stiamo lavorando. E’ questa la vera posta in gioco a proposito dei prosumer, anche se c’è un altro aspetto importantissimo: contrastare attraverso le energie rinnovabili il clima impazzito e il riscaldamento globale.
Come europarlamentare – ma anche come socio di ènostra – come immagini muterà il ruolo delle cooperative all’interno di un’evoluzione normativa di questo tipo? E più in generale, da qui al 2030, possiamo sperare in una e vera e propria rivoluzione del modello energetico europeo (e italiano) verso la sostenibilità e la democrazia energetica?
Stiamo lavorando esattamente a questo, per un “Ce lo chiede l’Europa” diverso da tutti quelli che abbiamo sentito finora. Certo è dura, perché questo Parlamento Europeo è conformista e conservatore, strenuamente impegnato a mantenere lo status quo. I risultati che abbiamo ottenuto, se visti in questo contesto, sono già sorprendenti.
Continueremo a lavorare, va da sé, per ottenere dei risultati sempre maggiori. Faremo tutto il possibile per portare i temi della transizione energetica e dei diritti dei prosumer all’interno delle proposte legislative sull’energia di cui si discuterà nell’autunno-inverno: come già accennavo, si tratta di rinnovabili, efficienza energetica, ridisegno del mercato elettrico. Ogni successo spiana la strada ad un ruolo più incisivo per singoli cittadini e cooperative sul modello di ènostra. L’obiettivo cui tendiamo è ottenere il riconoscimento anche ufficiale del fatto che tali attività costituiscono uno dei perni imprescindibili della transizione energetica verso le rinnovabili ed una maggiore democrazia in senso lato.