L’energia rinnovabile è un treno inarrestabile – Il nuovo libro di Gianni Silvestrini
;Che cosa è l’energia rinnovabile oggi (Edizioni Ambiente 2022) è un vero e proprio manuale che fornisce un quadro completo ed esaustivo sulle rinnovabili. Per Silvestrini lo sviluppo delle rinnovabili è ormai un treno inarrestabile: prezzi in continua discesa e grande potenziale di eolico offshore, comunità energetiche e agrivoltaico.
Che cosa è l’energia rinnovabile oggi (Edizioni Ambiente 2022), come racconta l’autore Gianni Silvestrini, “è stato pensato per rispondere alla domanda di giovani, attivisti, scuole, associazioni e imprese di uno strumento che restituisse un quadro esaustivo e aggiornato sulle rinnovabili”. Direttore di Kyoto Club, Key Energy e della rivista QualEnergia e responsabile del Master Ridef, per il nuovo libro Silvestrini ha di recente vinto il Premio Demetra per la saggistica ambientale. Scritto con i contributi di David Chiaramonti, Giacomo Talluri, Tommaso Barbetti, Giuseppe Barbera e Giovanni Battista Zorzoli, Che cosa è l’energia rinnovabile oggi è rivolto al grande pubblico e spinto da forte ottimismo per il “mercato galoppante” delle rinnovabili. Silvestrini analizza sistemi di accumulo, gestione delle reti, comunità energetiche, biomasse, efficienza energetica e molto altro, spiegando perché puntare sulle fonti fossili o sul nucleare non solo è pericoloso ma anche meno conveniente a livello economico rispetto alla riduzione dei consumi e alle rinnovabili.
Professor Silvestrini, negli ultimi dieci anni i prezzi dei moduli fotovoltaici sono crollati, eppure in Italia la percentuale di rinnovabili nel mix energetico dell’elettricità è ferma intorno al 35% da diversi anni. Come mai?
Una decina di anni fa l’Italia ha visto un periodo di forte crescita delle rinnovabili grazie agli incentivi, che sono stati molto generosi ma spesso mal coordinati. L’idea che mi sono fatto è che, dopo questo periodo iniziale, i governi abbiano in qualche modo voluto punire il settore, come a dire “abbiamo già dato troppo alle rinnovabili, ora basta”. La decisione però è stata infelice, perché i prezzi dei moduli non hanno fatto che scendere vertiginosamente e anche per il sistema stava diventando conveniente puntare sulle energie pulite. Io però sono fiducioso perché i numeri del mercato continuano a salire: nel primo semestre del 2022 in Italia sono stati realizzati impianti fotovoltaici per 1.011 MW, una crescita del 149% rispetto al 2021. Certo, i prezzi dei moduli sono aumentati a causa della situazione internazionale. Ma malgrado questo gli investimenti a livello globale non hanno smesso di crescere: +11% da gennaio a giugno 2022 rispetto all’anno precedente (226 miliardi di dollari). Non c’è confronto con nessun’altra tecnologia, compreso il nucleare. L’obiettivo italiano del 72% nel mix di elettricità al 2030 è molto ambizioso ma le rinnovabili ormai sono un treno inarrestabile.
Quindi in Italia perché la situazione sembra ancora bloccata?
Io concordo con Italia Solare che di recente ha indirizzato una lettera al Ministro per la Transizione Ecologica Cingolani per denunciare che l’ostacolo principale allo sviluppo delle rinnovabili non è tanto la carenza di pannelli e di materie prime, quanto le mancate autorizzazioni della Commissione VIA, che rappresentano il primo problema da risolvere. Inoltre, siamo in attesa di importanti novità normative: non sono ancora state definite le aree idonee per l’installazione degli impianti e anche sulle comunità energetiche stiamo aspettando i decreti attuativi che dovrebbero essere emanati entro fine anno. Oltre alla paralisi delle autorizzazioni e all’inerzia legislativa in Italia c’è un problema culturale: spesso il consenso locale è debole perché manca un’alfabetizzazione su questi temi e sull’urgenza con la quale dovremmo agire. Ma vedo anche elementi molto positivi, come la forte presa di posizione a favore delle rinnovabili delle principali associazioni ambientaliste – Legambiente, Greenpeace e WWF.
Che cosa è l’energia rinnovabile oggi è uscito proprio qualche giorno dopo che la Russia invadesse l’Ucraina (marzo 2022). Come sono cambiati da allora gli scenari sulle rinnovabili?
Alla luce della situazione energetica attuale, le motivazioni alla base di questo libro sono ancora più forti. Ci si chiede spesso se la guerra comporterà un rallentamento o un’accelerazione delle rinnovabili. Secondo me sul breve potrebbe frenarne la corsa (vedi riapertura delle centrali a carbone). Ma da un punto di vista strategico accade l’esatto contrario: la Germania aveva un obiettivo di 80% di rinnovabili al 2030. Ora, spronata dalla volontà di sganciarsi al gas russo, ha deciso di puntare ancora più in alto, al 100% al 2035. A differenza della Germania, l’Italia non può neanche contare su grandi riserve di carbone e importa tutto il gas che consuma (che copre oltre il 40% del nostro fabbisogno elettrico). La nostra spinta alle rinnovabili dovrebbe quindi essere ancora più forte, ma ahimè, il governo dimissionario ha fatto ben poco.
Quali sono le più promettenti novità nel settore?
Agrivoltaico e eolico offshore hanno un forte potenziale anche se richiedono ancora un periodo di sperimentazione. Le attuali ricerche sull’agrivoltaico hanno mostrato che l’ombreggiamento dei pannelli può determinare un effetto molto positivo su alcuni tipi di colture, come ad esempio la vite in Francia. Con temperature sempre in crescita credo che l’agrivoltaico funzionerà benissimo in Italia e in molti altri Paesi. L’eolico offshore ha già oggi un successo notevole nei mari del Nord: in Inghilterra, ad esempio, il suo prezzo per kWh è di 2,5 volte inferiore a quello che pagheranno i cittadini inglesi per la centrale nucleare in costruzione Hinkley Point C, che dopo tanti ritardi entrerà in attività nel 2027. Mi aspetto che l’eolico offshore nel prossimo decennio possa assumere un ruolo importante anche nel Mediterraneo, per quanto sia un mare caratterizzato da venti meno forti. Altra novità fondamentale è costituita dalle CER (comunità energetiche rinnovabili).
Perché le CER sono così importanti?
Innanzitutto perché spronano un cambiamento culturale, stimolando un accrescimento del livello di informazione e comprensione dei cittadini. Finora le CER attive sono piccole, nate dal basso e con un’elevata valenza sociale. Se il rischio è che ci sia una limitata capacità di gestione, l’opportunità che vedo è invece costituita dalla partecipazione delle imprese, che potrebbero mettere a disposizione capitale e competenze tecniche per costituire comunità energetiche più grandi e con maggiore stabilità. La sinergia tra imprese e cittadini ha un forte potenziale e potrebbe portare al coinvolgimento di interi quartieri o cittadine.
Qual è il ruolo di cooperative come ènostra nella transizione?
Cooperative come ènostra hanno un valore unico per una transizione equa in quanto abbinano la possibilità di incrementare la potenza di rinnovabili installate alla valenza sociale dei progetti. Ènostra potrebbe rappresentare la cartina tornasole della capacità del Paese di imbarcarsi in strategie di lungo termine. Dovrebbero esserci molte ènostre in Italia, è un progetto prezioso. Chapeau a ènostra.
-Intervista di Marianna Usuelli-