Che cosa sono le specie aliene invasive, spiegato da Piero Genovesi

Il Giusto Clima   Approfondimenti   
;
28 Febbraio 2025

Uno dei massimi esperti mondiali, Piero Genovesi ci racconta anche l’incredibile vicenda dell’eradicazione dello scoiattolo grigio americano in Italia, che lo ha visto protagonista.

Lo scoiattolo rosso europeo e lo scoiattolo grigio americano

Si parla della Sesta Estinzione di Massa perché a causa dell’attività antropica le specie viventi stanno scomparendo a una velocità 100 volte maggiore del normale. Inquinamento, riscaldamento globale, distruzione degli habitat e sovrasfruttamento delle risorse sono quattro dei cinque fattori di distruzione della vita, secondo l’IPBES (l’IPCC della biodiversità). Il quinto, che in realtà costituisce la prima causa della scomparsa degli esseri viventi degli ultimi secoli, è l’invasione di specie aliene. Nonostante se ne parli davvero poco, ha contribuito al 60% delle estinzioni di cui abbiamo notizia e contribuisce a accelerare gli effetti del cambiamento climatico. Alcuni esempi noti: la xylella, il granchio blu, la cimice asiatica, la formica di fuoco, lo scoiattolo grigio americano.

Ne abbiamo parlato per Il giusto clima su Radio Popolare con uno dei massimi esperti mondiali di specie aliene: Piero Genovesi, responsabile per ISPRA della conservazione della fauna e del monitoraggio della biodiversità e autore di Specie aliene. Quali sono, perché temerle e come possiamo fermarle, edito da Laterza.

Piero Genovesi, tra le cause della perdita di biodiversità, quella delle specie aliene invasive è quella che più di tutte dipende dai nostri comportamenti. Come mai?

L’invasione di specie aliene avviene sempre a causa dell’essere umano, che le trasporta al di fuori del loro areale. Questo può avvenire accidentalmente, come è successo con la xylella o con la cimice asiatica, oppure intenzionalmente come quando la nutria è stata introdotta in Europa per poterne usare la pelliccia, con gli esiti che tutti conosciamo.

Nel libro lei identifica tre periodi storici in cui è avvenuta una forte accelerazione nella diffusione di specie aliene invasive: lo scambio colombiano, ovvero l’arrivo degli europei nelle Americhe, la rivoluzione industriale e la globalizzazione. Che cosa è successo in questi periodi storici?

In realtà il fenomeno delle specie aliene invasive è antichissimo: abbiamo sempre trasportato specie, anche ben prima dello scambio colombiano. Pensiamo ad esempio al muflone, che abbiamo portato in Sardegna e in Corsica dal Medioriente migliaia di anni fa.

Con l’arrivo degli europei in America e l’inizio dei commerci tra il vecchio e il nuovo continente si è verificato un primo periodo di enorme trasformazione sociale ed economica, anche legata alle specie che abbiamo introdotto.

Ad esempio, il bestiame: le immagini che abbiamo dei film di Far West delle piane utilizzate per l’allevamento sono in realtà il frutto dell’importazione europea nelle Americhe del bestiame. Dall’altro lato tanti alimenti della nostra dieta europea – patate, pomodori, mais – vengono dall’America.

Inoltre, il periodo drammatico dello schiavismo in Nord America è stato legato in parte dall’arrivo di virus dall’Europa verso l’America che hanno decimato le popolazioni, sottraendo forza lavoro e stimolando la deportazione di manodopera dall’Africa. In parte è anche legata alla scoperta del chinino, albero dell’America Latina che contiene un principio attivo antimalarico e che ha permesso di inoltrarsi nei territori interni dell’Africa prima impenetrabili.

Con la rivoluzione industriale prima e la globalizzazione dell’economia dopo, sono esplosi i commerci, i trasporti, e anche il turismo, che ovviamente fino a qualche secolo fa era quasi inesistente. Queste sono le principali cause dell’attuale aumento di specie aliene nel mondo, che stanno mostrando un tasso di accelerazione molto rapido: si stima che nei prossimi anni il fenomeno potrà aumentare di almeno il 37%, ma in Europa anche molto di più se non metteremo in atto politiche più attente.

Questo è collegato anche ai cambiamenti climatici: soprattutto in paesi come l’Italia e in continenti con clima temperato come l’Europa, il riscaldamento globale rende idoneo il clima a specie tropicali e subtropicali che sono tantissime, visto che la fascia più ricca di biodiversità nel mondo è proprio quella tropicale e subtropicale.

Però non tutte le specie aliene sono cattive. Quante sono quelle innocue rispetto alle altre?

Intorno al 90%. È chiaro che quando le specie aliene arrivano sulle prime pagine dei giornali, come è successo col granchio blu o con la formica di fuoco arrivata in Sicilia, è perché abbiamo un problema. Ci accorgiamo di questo fenomeno solo quando ha conseguenze negative.

Le specie aliene invasive (“invasive” significa sostanzialmente dannose) sono il 10-15% del numero totale di specie aliene trasportate dall’uomo. Moltissime specie aliene hanno in realtà effetti positivi sulla nostra vita, come ad esempio il pomodoro o la patata.  

Che cos’è successo in Italia con lo scoiattolo grigio americano?

Questa vicenda mi ha coinvolto direttamente alla fine degli anni ‘90, quando mi fu chiesto di dare supporto per la rimozione dello scoiattolo grigio americano, che stava mettendo in pericolo lo scoiattolo autoctono, quello rosso europeo. L’arrivo del cugino americano stava generando effetti molto gravi sul sistema ambientale italiano, perché lo scoiattolo rosso aveva un ruolo importantissimo nell’ecologia del bosco. Quindi noi intervenimmo con un tentativo di eradicazione molto mirato, fatto con tecniche molto attente al benessere degli animali, con l’aiuto dei veterinari e col supporto delle associazioni ambientaliste.

Però partì una causa legale e io fui accusato e addirittura condannato in primo grado per bracconaggio: all’epoca la normativa non prevedeva una distinzione tra specie autoctone o alloctone. Il processo mi è costato anni di fatica per arrivare poi a un’assoluzione.

Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, questa vicenda ha permesso per la prima volta in Italia di parlare del problema delle specie aliene. Lì io compresi anche che se non spieghiamo meglio il fenomeno e non coinvolgiamo le persone in questa lotta, è difficile vincere questa battaglia.

Abbiamo bisogno che le persone capiscano perché a volte sono necessari interventi che sono chiaramente antipatici, come rimuovere un’intera specie. La lezione è sempre che la forma più efficace di intervento è la prevenzione.

Infatti se avessimo evitato l’introduzione dello scoiattolo grigio dal Nord America, che già sapevamo essere una specie molto pericolosa, avremmo evitato grandi problemi senza dover intervenire sugli animali che non hanno alcuna responsabilità in tutto questo.

Ascolta l’intervista per Il Giusto Clima qui a minuto 38