L’Italia infrange la promessa fatta alla COP26

Novità da ènostra   
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23 Marzo 2023
Finanzierà nuovi progetti in combustibili fossili almeno fino al 2028, svincolandosi dagli impegni presi alla COP26. A non rispettare la Dichiarazione di Glasgow anche USA, Germania e Portogallo.

Proprio il giorno in cui l’IPCC ha lanciato il suo ultimo grido d’allarme per evitare il disastro climatico, il governo italiano ha deciso di prolungare almeno fino al 2028 il finanziamento di progetti esteri in combustibili fossili, svincolandosi dall’impegno preso alla COP26 nel 2021.

Con la Dichiarazione di Glasgow, 39 firmatari, tra Paesi e istituzioni finanziarie, si erano impegnati a “porre fine ai nuovi finanziamenti pubblici diretti al settore internazionale dei combustibili fossili entro la fine del 2022” e a “dare invece la priorità al sostegno alla transizione verso l’energia pulita”.

“L’Italia è da tempo il più grande finanziatore pubblico di combustibili fossili in Europa, con l’agenzia di credito all’esportazione SACE che ha investito 13,7 miliardi di euro dal 2016 al 2021”, si legge in Promise Breakers, il primo rapporto che valuta l’implementazione degli impegni presi dai firmatari della Dichiarazione di Glasgow. Elaborato da Oil Change International, organizzazione di ricerca, comunicazione e advocacy sull’abbandono delle fonti fossili, lo studio mostra che tra i Paesi firmatari ad alto reddito, Italia, Germania, Stati Uniti e Portogallo non hanno rispettato gli impegni presi.

Secondo Re:Common, “Le politiche di implementazione dell’Italia sono le più inadeguate tra quelle adottate fino a questo momento”. Nel complesso, i progetti in combustibili fossili che l’agenzia di credito italiana sta considerando di finanziare “potrebbero emettere o consentire emissioni di gas serra equivalenti ad almeno 3,5 volte le attuali emissioni annuali dell’Italia”, puntualizza lo studio.

Per fortuna, tra i Paesi ed istituti finanziari con elevate capacità economiche, il report mostra che ce ne sono otto – Banca Europea degli Investimenti, Canada, Gran Bretagna, Francia, Finlandia, Svezia, Danimarca e Nuova Zelanda – che hanno mantenuto le promesse consentendo un passaggio di 5,7 miliardi di dollari all’anno da fonti fossili a fonti rinnovabili. Se anche gli altri firmatari rispettassero gli impegni assunti, si aggiungerebbero al calcolo altri 13,7 miliardi di euro in più per energie pulite.

Marianna Usuelli