Associazioni ambientaliste, consumatori e produttori di energia e trader, tutti contro il DL Sostegni ter
;L’articolo 16 del DL Sostegni ter è talmente miope e contro ogni logica di sviluppo delle rinnovabili da essere riuscito a raggruppare un così elevato numero di associazioni e operatori contro il provvedimento che mai nessuno ci era riuscito prima. Confidiamo che una tale levata di scudi sia in grado di bloccare il decreto.
26 associazioni tra ambientalisti, consumatori e produttori di energia e trader, a cui si aggiungono anche le associazioni europee SolarPower Europe, Wind Europe, Eurelectric ed European Federation of Energy Traders sono scese in campo per annunciare il loro dissenso all’articolo 16 del DL Sostegni ter (il Decreto Legge 04/2022).
Il Decreto prevede “Misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici di lavoro salute e servizi territoriali connesse all’emergenza COVID-19 nonché per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico” e l’articolo 16 riporta gli interventi sull’elettricità prodotta da impianti a fonti rinnovabili. Il testo prevede, a favore delle imprese, un intervento stimato in 1,7 Miliardi di €, volto a contenere l’aumento dei costi delle bollette. Peccato che tali soldi vengano prelevati ai soli produttori di energia da fonti rinnovabili andando a tagliare i loro incentivi in modo retroattivo e senza nemmeno sfiorare i produttori da fonti fossili che fino a ora hanno continuato a fare extra profitti stellari e che continuano a produrre energia utilizzando gas, che è appunto la fonte che ha fatto schizzare le bollette energetiche.
Le associazioni attraverso una nota stampa si lamentano perché affermano che “questa norma ha visto la luce senza una ampia condivisione con i corpi intermedi rappresentativi dei vari settori coinvolti e non può essere condivisa”. La norma, secondo le associazioni, mette a grave rischio il corretto svolgimento delle dinamiche di mercato e non risolve minimamente la situazione emergenziale in corso che si avvia a generare gravi ripercussioni sul sistema sociale ed economico del Paese e chiedono un tavolo di confronto per risolvere in modo strutturale la crisi energetica.
Intanto alcune associazioni come ITALIA SOLARE, ma anche ènostra, stanno predisponendo una serie di modifiche da apportare all’articolo 16 in modo da tutelare i produttori da fonti rinnovabili e le cooperative energetiche.
A livello europeo le associazioni sostengono che l’articolo 16 contiene misure complesse e discriminatorie che metteranno a rischio gli obiettivi Fit-for-55, rompendo la fiducia degli investitori, con enormi impatti sugli investimenti nelle rinnovabili e minando il corretto funzionamento del mercato interno dell’elettricità dell’UE. Un mercato elettrico ben funzionante è uno dei migliori strumenti per proteggere i consumatori dalla volatilità dei prezzi e per garantire una transizione economicamente efficace verso un’economia neutrale in Italia e in Europa.
L’Italia ha bisogno di accelerare e semplificare le procedure di autorizzazione per installare almeno 8 GW di nuova capacità rinnovabile ogni anno fino al 2030 per raggiungere gli obiettivi Fit-for-55. Tuttavia, meno di 1 GW/anno è stato installato negli ultimi anni, principalmente a causa di permessi lunghi e complessi. Andare avanti con l’attuale versione dell’articolo 16 rischia di rallentare ulteriormente il processo di transizione energetica in Italia e in Europa, mettendo a rischio investimenti vitali per l’intera economia.