Come cambiano le comunità energetiche con l’entrata in vigore del Decreto legislativo RED II

Novità da ènostra   
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20 Dicembre 2021
La Direttiva REDII sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti energetiche rinnovabili è finalmente una Legge dello Stato Italiano.

Pubblicata in Gazzetta ufficiale nei giorni scorsi il nuovo decreto legislativo (Dlgs 199/2021) in attuazione della direttiva UE 2018/2001 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili (REDII). Il nuovo provvedimento, che è entrato in vigore il 15 dicembre, definisce gli strumenti, i meccanismi, gli incentivi e il quadro istituzionale, finanziario e giuridico, necessari al raggiungimento degli obiettivi europei sulla quota di energia da fonti rinnovabili entro il 2030 incrementando proprio la quota di produzione di energia rinnovabile. Per l’applicazione di questo nuovo decreto però, dovremo attendere fino a giugno 2022, data limite per la pubblicazione di tutti i decreti attuativi che definiranno incentivi e dettagli operativi.

All’interno del Decreto legislativo c’è un articolo, il numero 31, dedicato alle comunità energetiche con numerose novità. Vediamo quali sono.

Fino a oggi le comunità energetiche avevano forti limitazioni sia per il perimetro sia per la potenza degli impianti rinnovabili dedicati, che di fatto ne riducevano la diffusione. Con l’approvazione del decreto la possibilità di allaccio passa dalla cabina secondaria a quella primaria, in questo modo si potranno connettere un numero decisamente maggiore di utenze, e la potenza dell’impianto dedicato alla comunità energetica cresce, passando da 200 kW a 1MW. Si potranno realizzare comunità energetiche più grandi che interessano un numero maggiore di cittadini.

È stata ampliata anche la platea dei soggetti che possono accedere a una comunità energetica, infatti oggi oltre alle famiglie, agli enti locali e alle PMI possono partecipare anche gli enti religiosi, del terzo settore e quelli di ricerca. Una comunità energetica, inoltre, può essere costituta a partire sia da un impianto nuovo, realizzato a partire dal 15 dicembre di quest’anno, sia da un impianto esistente con una quota comunque non superiore al 30 per cento della potenza complessiva che fa capo alla comunità. Il decreto prevede anche che una comunità energetica possa promuovere interventi integrati di domotica, di efficienza energetica, nonché offrire servizi di ricarica dei veicoli elettrici ai propri membri.

Le comunità energetiche rinnovabili, forma di produzione di energia che ènostra sostiene e in cui crede fermamente, hanno ora il contesto normativo per svilupparsi rapidamente nei prossimi anni e ritagliarsi uno spazio importante nel sistema energetico nazionale. Gli effetti positivi sono evidenti e i progetti di comunità energetiche a cui ènostra sta lavorando ne sono una valida conferma.