La forza della partecipazione. BEI dice stop ai prestiti per progetti con energia fossile

Novità da ènostra   
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26 Novembre 2019
Dal 1° gennaio 2022 tutti i finanziamenti della Banca Europea degli Investimenti alle fossili cesseranno, nel frattempo potrebbero essere finanziati progetti di infrastrutture a gas già presentati. Gli effetti di questa decisione sono però immediati: nessun nuovo progetto verrà considerato. Una vittoria cui abbiamo partecipato nel nostro piccolo con Re:Common e Valori.it

Di Gianluca Ruggieri

La Banca Europea degli Investimenti (BEI) è una delle tante istituzioni dell’Unione Europea ed è considerata il più grande organismo di finanziamento pubblico multilaterale del mondo, visto che nel 2018 è arrivata a impiegare oltre 64 miliardi di euro. La politica dei prestiti della BEI è definita dai documenti di indirizzo che i dirigenti della banca stabiliscono insieme ai decisori politici degli stati membri (che sono gli azionisti della banca).

Un’apparente contraddizione

Nel gennaio 2019 la BEI ha lanciato un documento di consultazione a proposito della strategia di investimento in campo energetico. Il documento sottolineava un’apparente contraddizione: da una parte l’Unione Europea ha definito degli importanti obiettivi di decarbonizzazione, in linea con quanto previsto dall’Accordo di Parigi, dall’altra (proprio attraverso la BEI) la stessa UE continuava a finanziare infrastrutture energetiche basate sullo sfruttamento delle risorse fossili.

La mobilitazione della società civile

Oltre 140 organizzazioni europee hanno partecipato al processo di consultazione attraverso documenti e petizioni firmate da un totale di oltre 30.000 persone. La richiesta più frequente era quella di abbandonare ogni nuovo investimento in fonti fossili e di proseguire solo in investimenti su rinnovabili ed efficienza energetica. Al sistema finanziario è riconosciuto un ruolo fondamentale nella transizione energetica, perché ogni investimento effettuato oggi nello sfruttamento delle risorse fossili blocca risorse che potrebbero essere utilizzate per il processo di decarbonizzazione e rinforza il meccanismo del carbon lock-in. Un’infrastruttura costruita oggi deve funzionare per lungo tempo per poter ripagare l’investimento fatto. Nel caso di gasdotti o oleodotti il tempo necessario può essere di diverse decine di anni. E il tempo necessario a rendere profittevoli gli investimenti in risorse fossili è tempo perso per la transizione.

Eliminiamo i prestiti ai progetti di energia da combustibili fossili

Questa importante mobilitazione della società civile europea ha portato alla decisione ufficiale di venerdì scorso descritta dalla stessa BEI nel linguaggio dei documenti ufficiali: “La decisione della Banca di eliminare gradualmente i prestiti ai progetti di energia da combustibili fossili è un cambiamento significativo nella sua politica. Per gestire senza traumi questa modifica, la Banca continuerà ad approvare potenzialmente progetti di infrastrutture del gas già formalmente oggetto di valutazione fino alla fine del 2021. (…) È importante notare che la Banca continuerà a sostenere la sicurezza dell’approvvigionamento senza fare affidamento sui combustibili fossili. Questo sostegno verrà incanalato direttamente rafforzando le reti elettriche, nonché indirettamente riducendo la domanda di energia attraverso progetti di efficienza energetica o attraverso la generazione di energia a basse emissioni di carbonio.” Dal 1° gennaio 2022 tutti i finanziamenti della BEI alle fossili cesseranno, nel frattempo potrebbero essere finanziati progetti di infrastrutture a gas già presentati. Gli effetti di questa decisione sono però immediati perché fin d’ora non ha più senso progettare nuovi progetti fossili: nessun nuovo progetto verrà considerato.

Niente più funzione leva per le fossili

Chi ha intenzione di partire con il finanziamento di un progetto fossile sa che deve rivolgersi altrove e questo è probabilmente è l’aspetto più interessante della vicenda. Il finanziamento della BEI è infatti spesso stato utilizzato come vera e propria leva. Un’azienda interessata nello sviluppo di un’infrastruttura prima si rivolgeva alla BEI, ottenuto il primo finanziamento era poi estremamente più semplice ottenere il resto degli importi necessari dal circuito delle banche private.

La forza della partecipazione

La cooperativa ènostra probabilmente non sarà in grado di ottenere finanziamenti dalla BEI, almeno per un po’ di tempo. Ma siamo contenti di aver contribuito nel nostro piccolo a ottenere questo risultato anche dando voce al preziosissimo lavoro di Re:Common. La mobilitazione dal basso e l’esempio che stiamo dando è risultato ancora una volta fondamentale per ottenere risultati ben più grandi di noi. È la forza della partecipazione e della comunità che ci consente di avere nel nostro piccolo un immenso effetto leva. Ed è proprio quello che ci serve per affrontare le enormi sfide della transizione: non abbiamo tempo da perdere.