Torniamo con la rubrica Utile saperlo – a cura di “ènostra, energia buona” – per mettere, questa volta, in luce un caso non così raro e che potrebbe riservare sgradevoli sorprese nella nostra bolletta dell’elettricità.
In un approfondimento di qualche settimana fa, abbiamo cercato di spiegare come evitare di ricevere onerose bollette di stima utilizzando il servizio di autolettura (vedi Guida all’autolettura: ecco come si fa). Il fornitore di energia, grazie all’autolettura, può conoscere in tempo i dati sui nostri consumi – spesso forniti in ritardo dal distributore – e, con il nostro profilo di consumo sempre aggiornato, è in grado di emettere bollette che rispondono a consumi reali e non a consumi stimati.
Ma c’è un altra situazione che, se opportunamente presidiata, può aiutarci ad evitare l’applicazione di sgradevoli conguagli. In questo caso si tratta non più del profilo di consumo bensì del profilo utente. Per capire quali anomalie si possono verificare, e soprattutto per poterle risolvere, è importante acquisire qualche nozione specifica sul codice POD e sulle tipologie di tariffe obbligatorie.
Codice POD (Point Of Delivery o Codice di Presa)
Il POD è praticamente la “targa” che identifica il preciso punto di prelievo dell’energia elettrica. In altri termini, è il codice che individua in modo univoco un’utenza a cui viene erogata l’energia elettrica.
Il distributore di energia – che si distingue dal venditore ed è l’unico che può accedere al nostro contatore e gestire i flussi di energia – ci “vede” attraverso il codice POD. Esso non identifica, dunque, l’utente che in quel momento utilizza la corrente erogata e la paga, ma quello specifico contatore, quello specifico punto di presa. Se l’ipotetico Signor Rossi decide di vendere la casa al Signor Bianchi, cambieranno i dati dell’utente che consuma l’elettricità, ma non il codice POD che è legato al contatore (o punto di presa) della casa che il Signor Rossi ha venduto al Signor Bianchi.
Le tariffe obbligatorie
Per la clientela domestica, l’Autorità ha previsto due tipologie di tariffe, che potremmo più semplicemente (ma meno rigorosamente) chiamare “tasse” perché servono per remunerare i costi sostenuti per gestire la rete che porta l’elettricità nelle nostre case.
L’Autorità ha deciso di differenziare queste “tasse”, facendole pagare un po’ meno ai residenti e a quelli che consumano poco. E, dunque, ha previsto due tipologie di tariffe:
D2 – Tariffa per gli utenti residenti con potenza impegnata di 3 kW: prevede costi fissi e variabili più bassi;
D3 – Tariffa per i non residenti o i residenti che hanno una potenza impegnata superiore ai 3 kW: prevede costi fissi e variabili più alti.
Cosa succede quando il Signor Rossi vende la casa al Signor Bianchi? O il Signor Rossi disdice il contratto d’affitto e gli subentra il Signor Bianchi? Accade che:
• se l’utenza è già attiva, il Signor Bianchi deve fare la voltura, e cioè cambiare l’intestatario del contatore;
• se l’utenza non è attiva, sempre il Signor Bianchi deve fare il subentro, che consiste nella riattivazione della fornitura;
• se quell’abitazione non ha mai avuto una fornitura di energia, il Signor Bianchi deve chiedere l’allacciamento, e cioè la posa di un contatore ex novo.
Ecco i casi anomali
Si possono verificare anomalie quando, in caso di voltura o di subentro il Signor Bianchi, di cui sopra, comunica i propri dati al venditore di energia senza conoscere i dati legati al Codice POD dell’abitazione, che ha comperato o preso in affitto.
Spieghiamo meglio con un esempio: il Signor Rossi lascia la casa che aveva preso in affitto ad uso foresteria, utilizzandola quindi da non residente. Di conseguenza, alla sua fornitura veniva applicata la tariffa D3 non residente, con costi più alti.
La casa lasciata dal Signor Rossi viene presa in affitto dal Signor Bianchi, che ci va ad abitare con la sua famiglia da residente. Per avere la fornitura, il Signor Bianchi fa la voltura e comunica al suo fornitore che è residente. Conseguentemente, il fornitore gli applica in bolletta la tariffa D2 residenti, con costi più bassi rispetto a quelli della tariffa D3 pagata dal Signor Rossi.
Ma cosa accade se nessuno comunica al distributore che il profilo dell’utente che utilizza quel punto di prelievo, legato a uno specifico codice POD, è mutato?
Succede che il distributore continuerà ad applicare la tariffa D3 al fornitore di energia, mentre quest’ultimo applica la tariffa D2 al suo cliente.
Nel momento in cui il fornitore (venditore) di energia si renderà conto dell’anomalia, dovrà, per forza di cose addebitare al cliente la differenza tra la tariffa D3 che è stata applicata dal distributore e la D2 che il cliente gli ha corrisposto pagando la bolletta. E lo farà con un conguaglio.
Le soluzioni
La colpa di questo increscioso inconveniente non è di nessuno: non è del fornitore perché lui deve attenersi a quanto gli comunica il cliente, non potendo accedere ai dati legati al codice POD, se non dopo aver stipulato il contratto con il cliente stesso; non è del cliente, perché generalmente non sa di dover controllare quali fossero i dati in precedenza legati al codice POD dell’utenza che ci si appresta a intestare a proprio nome.
Cosa consiglia ènostra
Il nostro consiglio è, dunque, il seguente: quando dovete fare una voltura, prima accertatevi dello stato del codice POD legato all’utenza che volete intestarvi.
Il POD è facilmente reperibile sulla bolletta e potete chiederlo al precedente proprietario. Se ciò non è possibile, potete chiederlo al distributore di zona (o ricostruirlo seguendo le istruzioni a questo link).
Una volta in possesso del codice POD, accertatevi che il suo stato sia congruente con il vostro profilo utente, e cioè:
• se siete residenti, lo stato del codice POD deve essere D2;
• se siete non residenti, lo stato del codice POD deve essere D3;
• se siete residenti e avete una potenza impegnata superiore a 3 kW, lo stato del codice POD deve essere D3, con specifica “residenti > 3kW”;
• se l’immobile è utilizzato per usi diversi dal domestico, lo stato del codice POD deve essere ALTRI USI (B1N1)
Nel caso in cui lo stato del codice POD non corrisponda al vostro profilo, potete fare una richiesta di cambio di stato (condizione) al distributore di zona, attraverso il vostro fornitore (venditore) di energia. Una volta fatta la richiesta, il vostro fornitore comunica la variazione al distributore e, una volta ricevuta la conferma dell’avvenuto cambio di stato, a sua volta lo comunica al cliente.
La Redazione di ènostra ringrazia Francesca Guerci per il prezioso supporto tecnico.
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