È complicato? Che costi comporta? Devo modificare l’impianto elettrico? Occorre sostituire le pentole? Quanta energia consuma? Si cucina bene? Chi ha in mente di abbandonare i fornelli a gas per passare al piano a induzione cerca risposta a queste ed altre domande. Solo che, un conto è rivolgersi al commesso del negozio che vende il prodotto, un altro è parlarne con un amico o un parente che può raccontarci la sua esperienza diretta.
Date le virtù della tecnologia, soprattutto in termini di efficienza energetica e del minor impiego di combustibili fossili, ènostra ha ritenuto di lanciare un’indagine via social coinvolgendo i soci che già la utilizzano, allo scopo di raccogliere esperienze e consigli utili a chi si appresta a fare il salto. Di seguito mettiamo a disposizione il frutto di quanto emerso dalle risposte di tredici soci, che hanno condiviso con entusiasmo e generosità la propria esperienza a beneficio di tutti. A loro va il nostro grazie.
Per iniziare: cos’è e come funziona un piano a induzione
Il piano a induzione è un tipo particolare di fornello elettrico che sfrutta il principio dell’induzione elettromagnetica per scaldare le pentole utilizzate per la cottura dei cibi. È composto, molto schematicamente, da un piano in vetroceramica sotto il quale sono poste delle bobine (avvolgimenti in fili di rame) alimentate da corrente alternata. Ponendo sulla piastra una pentola con fondo ferromagnetico si chiude il circuito e si genera un campo elettromagnetico (una forza elettromotrice indotta) che fa riscaldare rapidamente il fondo della pentola e, per trasmissione, il cibo in essa contenuto. Se al posto della pentola con fondo ferroso si utilizza una pentola in alluminio o un’antiaderente, il circuito di cui sopra non si chiude perciò non si genera calore. È interessante notare che la superficie del piano non a contatto con la pentola rimane fredda.
Perché scegliere il piano a induzione?
I soci hanno motivato la propria scelta con ragioni diverse ma alcune in particolare ricorrono maggiormente:
– per aumentare l’autoconsumo dell’energia prodotta dal proprio impianto fotovoltaico e ridurre la quota in eccedenza da immettere in rete (7 soci sui 13 che hanno partecipato all’indagine sono dotati di impianto, 1 è intenzionato a installarlo);
– come conseguenza di interventi di ristrutturazione ed efficientamento energetico della propria abitazione, in particolare in abbinamento all’utilizzo di pompe di calore (che motivano a maggior ragione l’abbandono del gas per la cottura) o per evitare di dover rompere muri e pavimenti per lo spostamento dei tubi del gas;
– per questioni ambientali: eliminando il gas si mitiga l’impatto sul cambiamento climatico, si evita di sostenere le lobby delle fossili e il “finanziamento delle dittature”;
– per ragioni di sicurezza: eliminando la presenza di gas, di fiamme libere e di superfici roventi si riduce notevolmente il rischio di incidenti in cucina.
In qualche caso hanno inciso anche altri fattori positivi quali la maggiore velocità e qualità di cottura e la praticità in fase di pulizia. C’è anche chi ha scelto i piani in versione portatile, da spostare all’occorrenza, apprezzandone la “flessibilità di utilizzo”. Riportiamo di seguito il grafico che sintetizza i fattori che hanno determinato la scelta da parte dei soci.
Impianto elettrico e potenza del contatore
Sfatiamo una diceria: installare una piastra a induzione non comporta nessuna modifica all’impianto elettrico. L’unica variazione che potrebbe rendersi necessaria riguarda la potenza del contatore. Tra i soci intervistati si è riscontrata una varietà di situazioni: 4 hanno mantenuto la potenza di 3 kW; 4 sono passati da 3 a 4,5 kW e 5, mossi anche da altre scelte (installazione pompa di calore, per esempio), hanno optato per una potenza di 6 kW (2 tra questi avevano già richiesto 6 kW, ancor prima di installare il piano).
Il cambio della potenza del contatore, dipende in gran parte dalla potenza elettrica assorbita dalla bobina delle piastre a induzione. Qui di seguito una tabella tratta da un manuale di istruzioni di un prodotto in commercio, che ci dà un’idea dei livelli di cottura e della relativa potenza utilizzata.
Come si può vedere, utilizzando contemporaneamente più “fuochi” è facile assorbire più dei classici 3 kW, soprattutto se abbiamo acceso qualche altro elettrodomestico. Dunque, potrebbe essere necessario aumentare la potenza del contatore.
Come già discusso in altri articoli pubblicati nel sito (vedi per esempio Ecco come scegliere la taglia di potenza più adatta al tuo profilo di consumo), attualmente è in corso una riforma del mercato elettrico in base alla quale dal 1° gennaio 2017 i clienti domestici possono, richiedere potenze che vanno da un minimo di 0,5 kW a un massimo di 30, con variazioni di 0,5 kW fino a 6 kW, di 1 kW tra 6 a 10 kW, mentre per valori superiori il passo è di 5 kW in 5 kW. Si può quindi aumentare la potenza del contatore a seconda delle proprie esigenze.
La metà dei soci intervistati ha il piano a induzione da più di due anni, pertanto la scelta di passare da 3 a 6 risale a quando ancora le opzioni per gli utenti domestici erano solo quattro: 1,5 kW, 3, 4,5 oppure 6.
Cogliamo l’occasione per ricordare, a chi fosse interessato a intervenire sulla potenza, che dal 1° aprile 2017 al 31 marzo 2019 (v. news) si risparmia anche sul costo una tantum della variazione di potenza, che è stato ridotto proprio per agevolare chi ha intenzione di mutarla.
Occorre cambiare le pentole?
Come anticipato più sopra, sulle piastre a induzione si possono usare solo pentole con fondo “ferroso” in grado di suscitare l’effetto elettromagnetico necessario a produrre calore. Si tenga presente, ad ogni modo, che le pentole previste per l’uso con questo tipo di fornello hanno impresso sul fondo, il simbolo del solenoide, che rappresenta la bobina.
Molte pentole, pur essendo prive del simbolo, hanno comunque un fondo ferroso e perciò risultano adatte alla piastra a induzione. Il modo migliore per testare la presenza di ferro nel fondo è utilizzare una calamita.
A domanda specifica, quasi tutti i soci hanno risposto di aver cambiato parzialmente la batteria di pentole. In un caso il socio ha specificato di aver tenuto quelle in acciaio e di essere ricorso al “disco adattatore” per poter usare alcune padelle e pirofile, fino ad eliminare poco per volta le padelle in alluminio.
Consumi e risparmi
Mossi da leve diverse da quella prettamente economica, non tutti i soci intervistati hanno saputo dire quanto siano aumentati i consumi adottando le piastre a induzione. Qualcuno ci ha detto che il proprio consumo in kWh è aumentato del 20%, qualcun altro del 10%.
Ma quanto si risparmia? In un articolo di qualenergia.it si afferma che “con il sistema a induzione il rendimento è nell’ordine del 90%, mentre un fornello a gas arriva intorno al 40-55% a causa dell’elevata dispersione termica: buona parte del calore sprigionato dalla fiamma finisce nell’ambiente. Per dare un’idea, a parità di energia termica, se “dentro alla pentola”, poniamo 1.100 W, un piano a induzione consumerà 1.200 W mentre uno a gas circa 2.000 W (sotto forma di combustibile ovviamente)…”.
Quindi “installare un piano di cottura ad induzione – ci dice un socio a conferma dei dati forniti da qualenergia.it – è una buona idea per tutti, anche se non si ha il fotovoltaico. La cottura dei cibi risulta molto sicura e precisa, con una efficienza molto elevata. Cioè quasi tutta l’energia impiegata va a frutto per la cottura”.
Note a margine
Abbiamo chiesto ai soci anche di lasciarci note e commenti sull’esperienza fatta. Vi riportiamo i più significativi:
Marco
Se penso a quando avevo il fornello a gas, penso all’assurdità ed al pericolo di avere una fiamma accesa in casa!
Giovanna
Il piano cottura si pulisce in un attimo, ideale per chi, come me, non ha tanta voglia di sgrassare e scrostare fornelli. Senza fiamma, le pentole si conservano sempre perfette.
Lisa
Bisogna fare parecchia attenzione a non rigare il piano.
Pasquale
Il microclima in casa non risulta alterato dalla combustione del gas. Se l’abitazione è nuova, non serve allaccio gas in cucina e nemmeno i due fori di areazione di sicurezza sulla parete esterna. Molti modelli di piano cottura a induzione oggi prevedono la configurazione della potenza massima cumulativa di prelievo sulla linea di alimentazione. Dunque, si adatta alla disponibilità di potenza contrattuale abbastanza facilmente. Oggi esistono piani di cottura ad induzione con 4 fuochi a partire da 275 Euro. Quindi, allo stesso prezzo di un piano a gas. Perciò, non ci sono scuse per non pensarci seriamente.
Mario
All’inizio pensavo sarebbe stato un po’ più complicato cucinare, ma alla fine mi sono abituato rapidamente.
Simone
L’utilizzo di una pentola a pressione elettrica (anche se non è un aspetto dell’induzione) ha drasticamente migliorato la capacità di cottura e la riduzione dei consumi. Ad oggi uso la pentola a pressione elettrica e due piastre a induzione portatili.
Grazia
Devi prenderci la mano, ma poi non torni più indietro. Ogni volta che mi ritrovo a cucinare con una cucina a gas mi vengono i capelli dritti.
Lorenzo
Il piano ad induzione è molto più pratico di quello a gas. Si pulisce in un attimo. Noi, in famiglia, siamo in cinque e, quando torniamo a casa per pranzo tutti alla stessa ora, con la piastra a induzione l’acqua per la pasta raggiunge l’ebollizione in pochi secondi. Prima, col gas, ci voleva un’eternità. Il piano ad induzione è vero che ha una potenza di picco elevata (ci sono in commercio anche i piani autolimitati) ma i tempi di cottura sono più rapidi.
Fabrizio
È un modo diverso di cucinare e soprattutto è un modo per dire che, nella nostra casa, non usiamo più fonti fossili, ma solo rinnovabili…
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