Il servizio di maggior tutela è destinato a scomparire. Famiglie e piccole imprese dovranno scegliere per forza un fornitore di energia elettrica del mercato libero. Ma da quando saremo costretti a fare questa scelta? Per ora la domanda non ha una risposta, perché il legislatore è ancora invischiato nel limbo dell’iter decisionale.
Le modalità con cui verrà abolita la Maggior tutela dovranno essere definite dal disegno di legge per il mercato e la concorrenza (anche noto come “Ddl concorrenza”). Approvato dalla Camera dei deputati il 7 ottobre 2015, è stato trasmesso al Senato l’8 ottobre dello stesso anno (A.S. n. 2085), per essere discusso e approvato, prima della definitiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, atto che trasforma in legge vigente un provvedimento.
Così come approvato alla Camera, il decreto prevedeva la cessazione della maggior tutela a partire dal 1° gennaio 2018 e rimandava all’emanazione di un decreto ministeriale le modalità con cui assegnare un fornitore ai consumatori che non avessero fatto una scelta nei tempi stabiliti.
Dall’ottobre del 2015 del Ddl concorrenza non si è saputo più nulla. O meglio, spesso è stata annunciata la ripresa della sua discussione in aula al Senato, ma ad oggi (6 aprile 2017), di ufficiale non si sa nulla. Alcuni organi di stampa avevano preannunciato l’approdo in aula questa settimana, ma da fonti ufficiose pare che la discussione del provvedimento non inizierà neanche la settimana prossima. Siamo, dunque, nel limbo dell’incertezza.
A “rassicurare” gli animi è intervenuto il Ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda: visti i tempi lunghi di approvazione del decreto, il Governo e la maggioranza hanno trovato un accordo per modificare quanto approvato alla Camera. L’intenzione è di far slittare l’abolizione della maggior tutela al 1° gennaio del 2019 per dare più tempo ai consumatori di prendere consapevolezza della riforma. Tuttavia, finché, il provvedimento non approderà nell’aula del Senato e verrà discusso e approvato, non avremo certezza di nulla.
È opportuno, dunque, che il consumatore acquisisca familiarità con i meccanismi del mercato libero dell’energia elettrica, in modo da valutare con più cognizione di causa le offerte dei diversi fornitori e le tariffe più adatte alle proprie esigenze. Molti sono, infatti, gli allarmi lanciati sugli aumenti di prezzo che è possibile si verifichino sul mercato libero all’indomani dell’abolizione della maggior tutela. C’è chi ha stimato questo aumento in un minimo del 20%. Accadrà veramente? Le leggi della domanda e dell’offerta ci inducono a pensare di sì: abolita la maggior tutela, 24 milioni di famiglie si riverseranno sul mercato libero e, aumentando la domanda, è facile che aumentino anche i prezzi.
Ma, fortunatamente, il consumatore ha dalla sua la facoltà di scelta che può esecitare fin d’ora: chi è in regime di maggior tutela può passare al mercato libero in qualsiasi momento, senza aspettare gli esiti del decreto in fase di approvazione. Sull’altro fronte, le offerte commerciali presenti sul mercato sono numerose e presentano diversi aspetti che, se ben valutati, possono evitare brutte sorprese in bolletta.
Per il consumatore critico e consapevole, l’incertezza del sistema di tariffazione elettrica e la volontà di mettersi al riparo da decisioni imposte dall’alto sono solamente due motivi in più per scegliere un fornitore collettivo con valori, tariffe e meccanismi chiari e condivisibili come ènostra… e riappropriarsi del bene energia.
Ultimi aggiornamenti:
Fine maggior tutela: qualche utile consiglio per orientarsi nel libero mercato (news del 6 agosto 2017)
Testo DDL Concorrenza (pubblicato in G.U. Serie Generale n.189 del 14-08-2017) in vigore dal 29 agosto 2017
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