Ci sembra doveroso, come ènostra, riprendere il tema delle bollette dei morosi e della bufala che in questi giorni si è diffusa in maniera virale via whatsapp e altri social:
FATE GIRARE! Nelle bolletta-luce dal prossimo aprile, ci saranno VERAMENTE dalle 30 alle 35€ in più (fonte ALTROCONSUMO Associazione Consumatori) per coprire i milioni di euro accumulati dai morosi (gente che non paga). NON DOBBIAMO PAGARE IN ATTESA DI DECISIONI DEL T.A.R…. (Attenzione occorre togliere la domiciliazione bancaria per pagare solo la somma CHE SPETTA! Con un bollettino postale , scritto a mano, si segna l’importo decurtato della cifra prevista (atteniamoci al contratto). FUNZIONERA’ SOLO SE LO FAREMO IN TANTI. E’ importante collaborare con chi sta organizzando questa civile e giusta protesta.
Questa “notizia”, circolata a seguito della decisione presa dall’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), di cui abbiamo ampiamente trattato (v. E’ vero che la bolletta dei morosi la paghiamo noi?), su presunti aumenti delle bollette di Aprile di oltre 30 euro, è del tutto falsa. Tra le informazioni errate e l’immediata smentita di Altroconsumo, che, pur negando il proprio coinvolgimento, ha richiesto all’Autorità di quantificare l’importo che potrebbe finire sulle bollette dei consumatori (benzina sul fuoco), alcuni punti meritano di essere chiariti a beneficio di tutti.
In primo luogo, nel 2018 non ci sarà alcun aumento (la misura verrà adottata nel 2019), l’aumento non sarà strutturale ma contingente, l’importo in bolletta non sarà pari alle cifre riportate ma molto inferiore, circa 2 euro all’anno secondo quanto riportato dalla Direttrice della divisione energia dell’Autorità. Inoltre, tale misura non è soggetta ad alcuna decisione del TAR che possa annullarla, anche se Codacons in Lombardia sta per chiedere l’annullamento della delibera per quanto riguarda il meccanismo di risarcimento ai danni dei consumatori.
In secondo luogo, l’aumento non è dovuto alla copertura dei “milioni di euro accumulati dalla gente che non paga” ma al fallimento di alcune aziende di vendita che ha reso necessaria una misura straordinaria di “fiscalità generale” per recuperare oneri di sistema non versati. Non che questo sia giusto, anzi, sarebbe meglio che tali oneri, in quanto imposte, venissero trattati in bolletta come il canone Rai: un tributo, cioè, che i fornitori prelevano per conto dell’Agenzia delle Entrate. Nel caso in cui non venissero pagati, l’insolvenza non ricadrebbe sui fornitori e nemmeno verrebbe spalmata su tutti i consumatori, perché ne risponderebbe solo il cliente insolvente. Questo eviterebbe di aggravare le bollette con imposte non relative al consumo elettrico e risolverebbe il problema delle garanzie da prestare sui versamenti degli oneri.
Ma la cosa forse più interessante di questa vicenda è che un messaggio in chat vale più di mille parole spese sui giornali e sui siti di riferimento. Si è pronti a fidarsi di un messaggio che invita a non pagare le bollette e senza troppi dubbi si crede che possa essere un modo giusto per fare sentire la propria voce e per fare valere i propri diritti.
Le persone che hanno creduto a questo messaggio sono persone come noi che non si fidano più del sistema e delle imprese che ne fanno parte, che hanno paura di subire l’ennesimo torto, che non capiscono perché il fallimento di imprese poco trasparenti e speculative debba gravare sulle loro tasche. E sono persone che, soprattutto, non sanno a chi rivolgersi per avere risposte.
Di chi dovrebbero fidarsi, se anche l’Autorità che regola il mercato è costretta a “socializzare” degli oneri non dovuti di cui solo le aziende fallite sono responsabili (v. delibera 1 febbraio 2018, n. 50/2018/R/eel)?
Proprio per rispondere a questa domanda e ai bisogni di tutte le persone che non hanno tempo e non hanno gli strumenti per difendersi, riteniamo che sia prezioso quello che abbiamo fatto e facciamo in ènostra.
Se fornitori e consumatori sono dalla stessa parte, come accade per i soci delle comunità energetiche, non c’è motivo per non fidarsi: interessi e benefici sono comuni. Non a caso, i soci hanno alzato subito il telefono e hanno chiesto a Costanza, Elena, Sara, Matteo se quel messaggio fosse vero. Hanno sentito dalla nostra voce la spiegazione di quanto successo e hanno capito cosa fare. La fiducia che riponiamo nella nostra impresa di fornitura, nei soci della comunità, nelle persone che lavorano quotidianamente per farla crescere, vale anche più di un messaggio da un contatto telefonico, vale più di mille parole.
Davide Zanoni
Presidente di ènostra
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