Il World Energy Outlook (WEO) 2023 dell’IEA mostra lo scenario energetico futuro basato sulle attuali tendenze: nel 2030 un’auto venduta su due sarà elettrica, le pompe di calore supereranno le caldaie a gas e già nei prossimi anni la domanda di tutti e tre i combustibili fossili inizierà a calare inesorabilmente
Entro sette anni il sistema energetico sarà completamente diverso da quello che conosciamo oggi. Questo il verdetto del World Energy Outlook (WEO) 2023, il report annuale elaborato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) e basato sulle tendenze e politiche attuali. Pubblicato in anticipo, come ha spiegato il direttore Fatih Birol, “per fornire informazioni essenziali ai politici in vista della COP28”, il report esce nel 50esimo anniversario dalla nascita dell’IEA. Come allora, il mondo si trova di fronte a una crisi in Medioriente che potrebbe scuotere di nuovo tutto il mondo e il sistema energetico. Alle tensioni geopolitiche, si aggiunge però un altro rischio globale assente nel 1973: la crisi climatica sempre più pronunciata, che potrebbe rendere il 2023 l’anno più caldo della storia.
Key findings del WEO 2023
“Ci sono però delle buone ragioni per essere ottimisti”, ha affermato Fatih Birol alla presentazione del WEO:
- Nel settore dei trasporti sta avvenendo una rivoluzione. Due anni fa un’auto venduta su 25 era elettrica, oggi una su cinque. Nel 2030 una su due: il mercato delle auto elettriche sta vedendo una crescita esponenziale.
- Le rinnovabili stanno gradualmente sostituendo le fonti fossili nella produzione di elettricità. Dieci anni fa il 70% dell’elettricità veniva da fonti fossili. Oggi il 60%. In soli sette anni diventerà il 40%. E l’80% della nuova energia installata sarà rinnovabile.
- Il riscaldamento – che in Europa è responsabile circa del 40% delle emissioni di CO2 – sta andando nella direzione di un abbandono del gas. Entro sette anni la vendita di pompe di calore a livello globale supererà quella di caldaie a gas.
- Si investe sempre più nelle rinnovabili e meno nelle fossili. Dal 2020 gli investimenti in rinnovabili sono saliti del 40% e oggi ammontano a 1 miliardo di dollari al giorno. Entro il 2030 gli investimenti nell’eolico offshore saranno tre volte quelli in centrali elettriche a gas e carbone.
Tutti questi numeri, sottolinea Birol, “si basano sulle tendenze già in corso. Se i governi decideranno di supportare la transizione, il cambiamento avverrà ancora più rapidamente”. In ogni caso, stiamo per assistere al picco della domanda di combustibili fossili, un punto di svolta storico.
Sulla via della COP28
Anche le emissioni cominceranno a calare nei prossimi anni, ma senza ulteriori interventi politici siamo sulla strada verso un aumento delle temperature medie globali di 2,4 gradi. Ecco perché l’IEA ha voluto anticipare la pubblicazione del report per consegnarlo nelle mani dei politici prima della COP28: “perché la conferenza di Dubai sia un successo, dovranno essere presi impegni importanti su cinque fronti da realizzare entro il 2030”, ha dichiarato il direttore dell’IEA: “i governi dovranno condividere l’obiettivo di triplicare la capacità di rinnovabili e raddoppiare gli sforzi in efficienza energetica; le aziende dell’oil&gas dovranno prendere degli impegni climatici ed impegnarsi a ridurre le emissioni di metano del 75%; le economie avanzate dovranno mettere a punto un meccanismo finanziario per sostenere la transizione negli paesi emergenti”. Last but not least, conclude Birol, “i governi dovranno impegnarsi a ridurre il consumo di combustibili fossili e a non installare nuovi impianti fossili unabated (ovvero che non sequestrano e immagazzinano la CO2 emessa, possibilità ad oggi quasi inesistente, ndr)”.
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