Confartigianato denuncia l’assoluta scorrettezza di operatori telefonici che sono già in possesso di informazioni riservate quando tentano di venderci forniture di elettricità o gas.
La denuncia che Confartigianato ha fatto all’Antitrust, al Garante della Privacy e all’Autorità di regolazione dell’energia fa riferimento alla “tempesta incessante di telefonate alle imprese associate da parte di sedicenti operatori per conto di società di vendita di energia elettrica e gas. Secondo quanto segnalato dalla Confederazione, in un libero mercato è legittimo contattare i clienti per proporre i propri servizi, ma diventa scorretto se chi chiama è a conoscenza di informazioni riservate, come, ad esempio, chi fosse il precedente fornitore del cliente, i dati utili per concludere una fornitura e, in alcuni casi, addirittura gli Iban bancari“.
Una pratica diffusa
Purtroppo, come segnalato più volte in Stop alle truffe – il servizio di ènostra che raccoglie le testimonianze di consumatori vittime di truffe e raggiri -, non sono solo le imprese associate a Confartigianato a essere vittima di questi che potremmo definire dei veri e propri “abusi”. La pratica scorretta di contattare i consumatori essendo già in possesso di informazioni riservate è molto diffusa. Tanti sono i soci che ci hanno segnalato di aver ricevuto telefonate da operatori che, per esempio, già sapevano che era ènostra a fornirgli l’energia.
Come è possibile ciò? È, naturalmente, difficile dire con sicurezza come l’operatore telefonico venga a conoscenza di dati personale dell’utente, che sono e dovrebbero rimanere strettamente riservati. Possiamo solo dirvi che alcune pratiche scorrette sono state già sanzionate. Nella riunione del 20 dicembre 2018, l’Autorità Garante per la Concerrenza e il Mercato (anche nota come Antitrust) ha deciso di comminare una multa per complessivi 109 milioni di euro a due grandi aziende che vendono energia. Secondo l’Antitrust, le due aziende multate, sfruttando in modo illegittimo le prerogative derivanti dall’essere fornitori di maggior tutela, hanno raccolto i consensi privacy dei forniti dai clienti al ramo di azienda che gestiva la maggior tutela. Queste liste “consensate” sono state poi utilizzate dal ramo di azienda che vende energia, per formulare agli stessi clienti tutelati offerte mirate a “traghettarli” sul libero mercato. Una condotta a palese danno del consumatore e delle altre aziende venditrici di energia.
Non calpestiamo il diritto di scelta
Del resto, in vista della fine della maggior tutela (giugno 2020, v. news), sul tavolo del mercato dell’elettricità c’è un piatto molto ricco, fatto di utenti alla ricerca di un fornitore e fornitori pronti ad accaparrarseli. E allora? Allora qualcuno mette in atto strategie non troppo trasparenti, per accaparrarsi quanti più clienti possibile.
Tuttavia molti, troppi, dimenticano che dietro ad ognuno di quei dati, ottenuti fraudolentemente, c’è sempre una persona; una persona che si trova di fronte a un meccanismo di mercato poco comprensibile; una persona che ha determinate esigenze; una persona che vorrebbe approfittare dei benefici della concorrenza e non subirla, vedendosi propinare contratti precompilati che calpestano ogni diritto di scelta.
“Vendere energia etica, come fa ènostra– afferma il Presidente di ènostra Davide Zanoni – vuol dire anche questo: un rapporto trasparente con il consumatore, che deve scegliere consapevolmente quanto pagare la sua energia, quale tipo di energia consumare e come consumarla. Perché crediamo fortemente che la carta vincente della grande partita dell’energia sia anche e soprattutto la trasparenza: trasparenza di intenti, di rapporti e di informazione”.
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