Venerdì 23 settembre 2022 in tutto il mondo si svolge lo sciopero globale per il clima. In Italia cade a soli due giorni dalla data delle elezioni politiche. L’energia è al centro della campagna elettorale, ma la questione climatica è ancora assente.
“Restano 8 anni per agire e prendere la giusta direzione nelle politiche climatiche: sarà il parlamento eletto con le elezioni del 25 settembre a determinare il futuro dell’Italia”, afferma Giovanni Mori, attivista di Fridays for Future. “Ecco perché oggi è ancora più importante scendere in piazza per ricordare – dopo l’alluvione avvenuta nelle Marche pochi giorni fa, un’estate di siccità mai vista prima e ghiacciai che collassano – che la crisi climatica è qui ora”. Lo sciopero globale dei Fridays for Future di venerdì 23 settembre cade a soli due giorni dalle elezioni politiche, che vedranno costituirsi il primo parlamento mai eletto in Italia dopo la nascita del movimento giovanile per il clima e le proteste inaugurate da Greta Thunberg. Il caro bollette ha portato sul palcoscenico della politica il tema energetico ma la questione ambientale è rimasta ancora una volta ai margini della campagna elettorale.
Come ha sottolineato durante la trasmissione radiofonica Il Giusto Clima Giulia Colafrancesco, analista del think tank ECCO, c’è un’evidente mancanza di coerenza tra i provvedimenti proposti per superare la crisi energetica e le misure per raggiungere la decarbonizzazione. E questo è evidenziato anche nelle analisi che ECCO e Italian Climate Network hanno condotto sui contenuti dei programmi elettorali in tema di clima. “Nessun politico si sognerebbe più di negare l’esistenza del cambiamento climatico ma, mentre gli eventi estremi sono ormai all’ordine del giorno, le proposte dei partiti si limitano a trattare il tema energetico in maniera superficiale come problema di diversificazione e approvvigionamento della risorsa”, continua Giovanni Mori. Emergenza energetica ed emergenza climatica fanno parte di un’unica crisi, ma questa visione non sembra aver ancora fatto breccia nella politica del 2022.
Conversione di tutto il settore energetico alle fonti rinnovabili con un tasso di riduzione delle emissioni almeno al 10% annuo, riqualificazione di tutti gli edifici popolari e scuole entro il 2025, 8 mila comunità energetiche, trasporto pubblico gratuito per tutti, divieto di qualunque nuovo progetto in fonti fossili sono alcuni dei provvedimenti che compongono l’Agenda Climatica elaborata da Fridays for Future Italia. Divisa in 5 macrotemi – trasporti, energia, lavoro, edilizia e acqua – l’Agenda Climatica ha un obiettivo che nei programmi elettorali è quasi del tutto assente, quello di una giusta transizione che si proponga di contrastare al tempo stesso cambiamenti climatici e disuguaglianze. Come ha dichiarato Mathias Mancin, giovane portavoce di Fridays for Future Italia, venerdì 23 settembre “vogliamo portare in piazza la nostra voce non rappresentata. Se la politica vuole il nostro voto, deve ascoltare la nostra voce”.
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