#Labolletta Svelata – Capitolo 3
Riforma mercato elettrico: cosa comporta non scegliere
Dal 1° gennaio 2018 il servizio di maggior tutela è destinato a scomparire. Famiglie e piccole imprese dovranno scegliere per forza un fornitore di energia elettrica, valutando al meglio le offerte del libero mercato. Ma cosa accadrà ai consumatori che non effettueranno una scelta entro i tempi stabiliti? I dettagli non sono stati ancora definiti, ma è bene che i clienti finali assumano consapevolezza di cosa sta accadendo, soprattutto per evitare di subire decisioni imposte dall’alto.
Cos’è il servizio di maggior tutela
Come risaputo, nel 2007 il mercato dell’elettricità è stato liberalizzato per tutti i clienti: famiglie, piccole imprese, grandi aziende. Come accade per la telefonia, da allora tutti possiamo comprare l’energia elettrica dal migliore offerente e scegliere tariffe adatte alle nostre esigenze.
Per far sì che, nel passaggio dal monopolio al libero mercato, i consumatori potessero essere in qualche misura protetti, con il decreto-legge 18 giugno 2007 è stato introdotto il “regime di maggior tutela”, per garantire la continuità della fornitura dell’energia elettrica ai clienti residenziali e alle PMI che, dopo la liberalizzazione del mercato dell’energia, non avessero scelto un fornitore nel mercato libero.
Ai clienti finali serviti dai fornitori del servizio di maggior tutela – dai cosiddetti “esercenti la maggior tutela”, cioè fornitori che erogano l’energia applicando le condizioni economiche e contrattuali previsti dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas – viene applicata una tariffa nazionale, con prezzi fissati e aggiornati trimestralmente dall’Autorità stessa, in base all’andamento dei prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica e a quelli dei prodotti petroliferi e del gas nei sei mesi precedenti.
L’abolizione della maggior tutela
E’ oggi in corso una trasformazione importante: il disegno di legge per il mercato e la concorrenza, approvato dalla Camera dei deputati e ora all’esame del Senato (A.S. n. 2085), prevede l’abrogazione del regime di maggior tutela nel settore dell’energia elettrica.
Se nel corso del dibattito parlamentare – attualmente in svolgimento al Senato – la norma non subirà sostanziali cambiamenti, a partire dal 1° gennaio 2018 i consumatori non potranno più decidere in assoluta libertà se rimanere clienti del mercato tutelato o diventare clienti del mercato libero, ma dovranno per forza scegliere un fornitore di energia elettrica tra quelli presenti nel libero mercato.
Cosa succederà ai clienti finali serviti in maggior tutela (circa il 75% dei clienti domestici e il 60% delle piccole imprese) che non sceglieranno un fornitore nel mercato libero? Su questo il disegno di legge non si pronuncia, rimandando a un decreto del Ministero dello sviluppo economico la disciplina di dettaglio.
Quale che sia la modalità con cui sarà assegnato un fornitore ai clienti che non avranno fatto una scelta nei tempi stabiliti, è indiscusso che a costoro potranno essere imposti fornitori, contratti e tariffe probabilmente non adatti alle proprie esigenze. Per fare un esempio, sarebbe come se un consumatore del mercato della telefonia si ritrovasse, senza averlo scelto, un operatore di telefonia mobile mai conosciuto prima, con una tariffa telefonica adatta a chi fa telefonate di giorno, mentre il consumatore in questione le fa solo di sera.
È bene dunque che le famiglie e le piccole imprese assumano fin d’ora consapevolezza di come funziona il mercato libero dell’energia elettrica, in modo da valutare con più cognizione di causa le offerte dei diversi fornitori presenti sul mercato stesso e le tariffe più adatte al proprio stile di vita.
Come passare al libero mercato
Passare dal mercato tutelato a quello libero è semplice: non serve cambiare il contatore, non serve recarsi in nessun ufficio. Al pari di quanto accade già per la telefonia fissa, basta stipulare un contratto con l’impresa di vendita prescelta. Sarà l’azienda a gestire poi, per conto del cliente, la comunicazione del recesso al precedente fornitore.
È indispensabile però conoscere bene i propri consumi. Solo partendo dall’analisi del nostro profilo di consumo si può, infatti, scegliere la tariffa che più si adatta alle nostre abitudini e esigenze. A questo punto si può passare ad analizzare le proposte presenti sul libero mercato.
Come orientarsi
Le offerte commerciali delle diverse aziende presenti sul mercato sono numerose e presentano diversi aspetti. Le più tipiche sono:
• a prezzo bloccato: piani tariffari fissi, per un periodo di tempo determinato, che riguardano quella che in bolletta viene chiamata “quota energia”;
• tutto compreso: cifra fissa complessiva in bolletta ogni mese per un plafond di kWh: per ogni chilowattora in più consumato, viene stabilito un nuovo prezzo (comunemente molto più alto);
• monoraria: il costo dell’energia è uguale per tutte le ore del giorno e della notte (fascia unica F0); un’opzione interessante per chi ha consumi distribuiti in modo regolare nell’arco della giornata e della settimana;
• bioraria: il costo dell’energia varia a seconda delle ore in cui viene consumata; comunemente il prezzo è più alto nelle ore diurne (fascia F1), più basso nelle ore serali, notturne, nei festivi e nei fine settimana (fascia F2 ed F3); l’ideale per chi ha un impianto fotovoltaico o, comunque, consuma poco di giorno.
È consigliabile non tenere conto solo della tariffa offerta (e cioè del costo al kWh) come criterio per la scelta del fornitore, ma anche della garanzia di origine da fonte rinnovabile dell’energia, della possibilità di ricevere fatture che contabilizzino consumi reali (sulla base di autoletture o letture periodiche dei dati) e non stimati, della trasparenza e correttezza nel tempo dell’operatore scelto.
La forma cooperativa, a tutela del socio
Il modello di ènostra si spinge ancora più in là. Prevede, infatti, una gestione democratica e trasparente, con la partecipazione diretta dei soci, anche nella definizione di scelte strategiche e operative della cooperativa, garantendo una fornitura di energia elettrica equa e responsabile, e con meccanismi di ristorno degli utili di esercizio ai soci.
Per il consumatore critico e consapevole, l’incertezza del sistema di tariffazione elettrica e la volontà di mettersi al riparo da decisioni imposte dall’alto sono solamente due motivi in più per scegliere un fornitore collettivo con valori, finalità e meccanismi chiari e condivisibili, come ènostra, e riappropriarsi del bene energia.
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