Lavoro, sicurezza, ambiente, salute, economia, clima, futuro. Sono molte le questioni, direttamente o indirettamente, interessate dal Referendum abrogativo del 17 aprile 2016, in cui si chiede di cancellare la norma che consente alle società petrolifere di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane senza limiti di tempo. Come accade in ogni campagna referendaria, argomentazioni e dati vengono stiracchiati e deformati, soprattutto da chi ha pesanti interessi economici nel settore.
ènostra vi invita caldamente ad andare a votare e votare SI’. Cogliamo quest’occasione per dare un segnale forte e favorire la necessaria e urgente transizione energetica dalle fossili alle rinnovabili. Per rafforzare il messaggio, e fornire punti di osservazione differenziati, ma saldamente unanimi nell’orientamento al voto, ènostra ha invitato una rosa di esperti, professori, medici per l’ambiente, operatori di settore, sindacalisti a esprimere in poche righe le ragioni del proprio SI’ in un appello corale che rivolgiamo, in particolare, agli indecisi o a chi non ha avuto, ad oggi, l’occasione di informarsi (v. anche Appello degli scienziati e degli accademici per il SI’). Di seguito i preziosi contributi, raccolti in ordine alfabetico.
Andare al voto e votare SI’
NICOLA ARMAROLI
Dirigente di Ricerca del CNR
La transizione energetica dai combustibili fossili alle energie rinnovabili è già incominciata. Sarà la più grande trasformazione di tutti i tempi. Oggi l’Italia non può rimanere aggrappata alle politiche e alle risorse energetiche del secolo scorso, rilasciando concessioni illimitate per l’estrazione di idrocarburi ad aziende private. Il 17 Aprile vota per l’Italia. Vota per salvaguardare il nostro straordinario patrimonio ambientale e per sostenere l’industria chiave del futuro, quella delle energie rinnovabili. Vota SI’
VINCENZO BALZANI
Energia per l’Italia
Il referendum del 17 aprile assume un significato che va ben al di là di quello del singolo quesito al quale siamo chiamati a rispondere: si tratta, nientemeno, di dare un senso al futuro per quanto riguarda alcuni fattori di primaria importanza per l’umanità: clima, ambiente ed energia. Quindi, votate SI.
ANDREA BARANES
Presidente Fondazione Culturale Responsabilità Etica
SI’ al referendum del 17 aprile per il quesito in sé, e un SI’ ancora più convinto per la valenza politica e culturale del referendum. Per fare capire a una politica ferma all’era dei fossili che occorre cambiare modello energetico, da subito. Il referendum è una delle possibilità che abbiamo come cittadini. Assieme a un diverso stile di vita e di consumi, e assieme a un diverso uso dei nostri risparmi. Come Fondazione Culturale di Banca Etica siamo impegnati su una riflessione sull’uso dei nostri soldi, sull’evitare che vadano a finanziare attività nocive per l’ambiente o la società. Controlliamo che i nostri risparmi non stiano finanziando quelle stesse imprese e quello stesso modello energetico che vogliamo radicalmente cambiare. Il SI’ del 17 aprile è solo l’inizio.
ANDREA BORASCHI
Responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace
Il 17 aprile votando SI’ tutti noi possiamo fare almeno tre cose: liberare i tratti di mare più vicini alle coste da impianti vecchi, inquinanti e improduttivi; smentire l’indirizzo energetico del governo, tutto basato sulle fonti fossili a discapito del clima, della sostenibilità e del lavoro che già oggi potrebbe essere garantito da rinnovabili ed efficienza energetica; dire chiaramente che non accettiamo una politica succube delle lobby energetiche, in cui il profitto di pochi è anteposto ai diritti di tutti. Il 17 aprile cambiamo energia all’Italia, con un mare di SI’.
STEFANO CASERINI
Climalteranti.it
Voterò SI’ per eliminare una forma di sussidi indiretti all’industria fossile, che non ha futuro e deve iniziare a programmare la sua scomparsa dal sistema energetico mondiale.
ALBINA COLELLA
Professoressa Ordinaria di Geologia, Università della Basilicata
Il significato del referendum del 17 aprile va al di là del suo quesito specifico e ha un importante significato politico. In un territorio fragile come l’Italia, ricco di risorse naturali (e di rischi) poco compatibili con le attività petrolifere, e dove gli impatti sull’ambiente e sulle economie locali talvolta possono essere devastanti, abbiamo l’occasione di dire se vogliamo continuare con una politica energetica vecchia, che crea anche problemi globali (clima), o se vogliamo percorrere la strada della transizione energetica alle fonti e tecnologie rinnovabili. È una questione determinante, che riguarda il futuro dell’Italia, perché l’energia è il motore di tutto. Io voto SI, spero anche Voi.
SIMONA FABIANI
Responsabile azioni per il clima e beni comuni Cgil
Il settore petrolifero è già in crisi per il calo del prezzo, ma soprattutto la scienza ci dice che se vogliamo contenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5 gradi centigradi, come dichiarato nell’Accordo sul clima di Parigi, l’80% delle riserve di fonti fossili deve restare sotto terra. Questo non significa rassegnarsi a perdere posti di lavoro per salvare il pianeta, significa più semplicemente mettersi nell’ordine di idee che i posti di lavoro legati alle fonti fossili andranno inevitabilmente perduti, e che quindi dobbiamo attivarci velocemente per garantire la giusta transizione dei lavoratori coinvolti nei processi di dismissione, accompagnandoli con politiche di sostegno al reddito, riqualificazione professionale e creazione di nuova occupazione sostenibile.
ARTURO LORENZONI
Professore di Economia dell’Energia, Università di Padova
Andiamo a votare e votiamo SI per dare un segnale chiaro che la decarbonizzazione dell’economia richiede un percorso concreto e immediato. E perché si consolidi in Italia l’idea che le concessioni per l’utilizzo delle risorse naturali hanno un limite temporale, al termine del quale ci possono essere dei costi per ripristinare lo stato dei luoghi.
LUCA MERCALLI
Presidente Società Meteorologica Italiana, Giornalista scientifico La Stampa e RAI3
Al referendum io voterò SÌ non solo per i piccoli problemi locali indotti dalle piattaforme petrolifere nei mari italiani, ma soprattutto per dare un segnale inequivocabile sulla necessità che il nostro Governo imbocchi senza tentennamenti “la strada delle rinnovabili”, come del resto ha promesso di fare alla COP21 di Parigi. Tra l’altro le riserve di gas e petrolio italiane sono esigue, coprirebbero pochi anni di consumo interno e quindi è inesatto che abbiano una rilevanza sull’economia e sui posti di lavoro: con le rinnovabili se ne fanno molti di più.
MAURO MOCCI
Medici per l’Ambiente-ISDE Italia
SI’ per tutelare l’ambiente e difendere la salute di tutti gli esseri viventi. L’Ambiente è un determinante fondamentale per la salute. SI’ per dire basta alla combustione dei fossili. La combustione dei fossili è il principale responsabile dell’inquinamento ambientale. SI’ perché l’inquinamento ambientale è il maggiore responsabile dell’insorgenza di malattie, tumorali e non. Votiamo Si’ per cambiare le scelte energetiche, e fare una scelta di parte. Una scelta dalla parte della salute.
GIORGIO OSTI
Sociologo dell’ambiente e del territorio
Un elemento importante da sottolineare per partecipare al referendum, e votare SI’, riguarda un atteggiamento generale che dovremmo avere verso le riserve di qualsiasi tipo non solo quelle energetiche. Non è il caso di moderare e modulare le estrazioni di idrocarburi, anche attraverso un sistema di concessioni a tempo, per facilitare la loro funzione di riserva per il futuro? Non sapendo cosa ci aspetta in futuro, avere un giacimento non sfruttato in territorio nazionale non sarebbe male. E’ la stessa considerazione che mi guida a dire che sono meglio le discariche degli inceneritori.
AGOSTINO RE REBAUDENGO
Presidente Assorinnovabili
Purtroppo i continui provvedimenti contro le rinnovabili del Governo indicano una politica energetica del nostro Paese non orientata all’energia pulita. Siamo convinti che questo referendum, se fosse debitamente divulgato e non osteggiato sino a promuovere l’astensionismo, rappresenterebbe un messaggio importante per il Parlamento sulla volontà degli italiani di avere un futuro sostenibile. Il mio augurio è che si raggiunga il quorum e che la scelta sia per la salute, l’indipendenza energetica e lo sviluppo.
GIANNI SILVESTRINI
Presidente Coordinamento FREE, Direttore scientifico Kyoto Club e QualEnergia
Aldilà degli aspetti ambientali, il referendum rappresenta una straordinaria opportunità per ricordare al governo che il mondo, dopo l’Accordo di Parigi, ha già cambiato marcia e … aspetta l’Italia.
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