Nasce quasi per caso il Museo Apple della Darsena di Savona. Un ritrovamento di un’enorme quantità di oggetti Apple, diciassette anni fa, in un magazzino dismesso vicino alla città, fa nascere l’idea di aprire un luogo dove esporre tutti quegli oggetti da collezione. Quel luogo oggi è meta di gruppi di visitatori e appassionati della mela che vogliono compiere un viaggio nel tempo, seguendo design e tecnologie ormai sorpassate, ma che hanno fatto la storia.
«Nel 2002 ci fu il ritrovamento nei locali abbandonati della ditta Briano Computer di Savona – ci racconta uno dei fondatori del Museo, Andrea Palermo – e mi ricordo che Alessio Ferraro, attuale presidente, ottenne in regalo questo materiale dal nuovo titolare. Immediatamente fu chiaro l’obiettivo: non il collezionismo privato ma un gruppo di appassionati utenti Apple e un museo aperto al pubblico. Dopo oltre 15 anni il museo è riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo in quanto unico luogo dove toccare con mano l’evoluzione dell’informatica personale grazie ai prodotti Apple accesi, funzionanti e utilizzabili dai visitatori».
Qual è il ‘reperto’ che attrae di più l’attenzione dei visitatori?
«Credo sia molto difficile trovarne uno solo, perché chiunque rimane colpito da un prodotto diverso. Chi ritrova il “compagno di lavoro” di una vita o chi si stupisce davanti a un floppy disc o un monitor a fosfori verdi oppure a un design iconico come quello degli iMac. Di sicuro c’è qualche chicca da non perdere per chi viene a visitare il museo: la prima insegna originale Apple, utilizzata nel 1977 per la presentazione dell’Apple e le firme dei progettisti stampate all’interno del case del Macintosh 128K. E naturalmente a salutare i nostri visitatori c’è il mitico Androbot Topo, robot del 1984 che abbiamo restaurato e reso nuovamente funzionante».
Perché avete scelto ènostra?
«Da sempre il museo è prima di tutto un gruppo di amici e un’associazione senza scopo di lucro. Non riceviamo alcun contributo pubblico e ci sosteniamo grazie ai biglietti d’ingresso e alla generosità dei nostri soci, i quali hanno contribuito anche all’apertura della sede presso la Darsena di Savona grazie ad una campagna di crowdfunding che ha raccolto oltre 10.000 € in un mese. Per questo abbiamo trovato in ènostra il partner ideale: filosofia comune e coinvolgimento attivo dei soci, ma soprattutto energia verde per alimentare le macchine esposte, accese e funzionanti. Un impegno, quello per la sostenibilità, che sebbene sia complesso da attuare (i computer più “anziani” sono davvero energivori) è stato alla base delle nostre scelte fin dalla progettazione della nuova sede per la quale abbiamo adottato solamente illuminazione a led».
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