Ursula Von der Leyen è la prima donna ad essere nominata Presidente nella storia della Commissione UE. La sua promessa: mantenere un Pianeta sano.
Eletta il 16 luglio 2019, con 383 favorevoli su 733 europarlamentari votanti, la tedesca Ursula Von der Leyen succederà al Presidente uscente Jean-Claude Juncker, il cui mandato scadrà il 31 ottobre 2019. Nel discorso tenuto di fronte al Parlamento europeo, le sue parole a difesa della salute del Pianeta hanno avuto accenti decisi: “la nostra sfida più pressante – ha detto Von der Leyen – è mantenere il nostro pianeta sano. Questa è la più grande responsabilità e opportunità dei nostri tempi. Voglio che l’Europa diventi il primo continente neutrale dal punto di vista climatico nel mondo entro il 2050. Per far sì che ciò accada, dobbiamo compiere passi coraggiosi insieme. Il nostro attuale obiettivo di ridurre le emissioni del 40% entro il 2030 non è sufficiente. Dobbiamo andare oltre. Dobbiamo lottare di più … anche facendo ‘pressione’ sugli altri Paesi. Perché per ottenere un reale impatto, non dobbiamo essere ambiziosi solo a casa, ma tutto il mondo deve muoversi assieme“.
La difesa del Pianeta e il ruolo delle donne
Le parole della Presidente Von der Leyen accendono speranze, tutte da verificare, perché il tema del climatechange è ormai un tema molto politico, dove è bene essere attenti nel verificare che dalle parole si passi realmente ai fatti. L’elezione della politica tedesca, e della francese Lagarde alla BCE, han fatto versare diverso inchiostro anche per un necessario cambiamento per le donne nell’accesso a posizioni apicali, senza discriminazioni di genere. Non più di qualche giorno fa, abbiamo, infatti, appreso, che neanche il rivoluzionario mondo dell’energia riesce a dare il giusto peso alle donne. Il rapporto “Gender equality in the energy sector” – coordinato dall’ENEA nell’ambito del Technology Collaboration Programme dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) – ha messo in evidenza come “in Italia ci sono donne altamente qualificate nel settore energetico ma che non hanno accesso alle posizioni apicali“. I dati del rapporto mostrano come l’Italia si posizioni a livelli inferiori come percentuale di ministri donne competenti in materia di Energia (una media del 13% nel periodo 1980-2017, contro il 31% della Svezia, prima in classifica) e la situazione non muta nel settore privato: il nostro paese non ha nessun amministratore delegato donna. Invece, una maggiore presenza femminile potrebbe apportare benefici non solo economici, ma soprattutto sociali, come tiene a sottolineare Elena De Luca, ricercatrice ENEA.
Una transizione giusta per tutti
E i riferimenti della neo-Presidente UE a una ‘transizione giusta’ fanno ben sperare: “ciò che è buono per il nostro pianeta deve anche essere buono per il nostro popolo e le nostre regioni. Naturalmente so dell’importanza dei fondi di coesione. Ma abbiamo bisogno di più. Abbiamo bisogno di una transizione giusta per tutti … Questa è la via europea: non lasciamo nessuno indietro“. Parole decise, che dovranno trovare reale applicazione, in Europa e nelle legislazioni dei singoli Stati membri. “Le parole di Von der Leyen esprimono un indirizzo chiaro e una scala di priorità assolutamente condivisibili”, dichiara Sara Capuzzo, Presidente di ènostra, “l’auspicio è che possa davvero declinare con successo la sua determinazione per le sfide più grandi e urgenti che ci troviamo ad affrontare: la difesa del Pianeta e la lotta al cambiamento climatico”.
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