Dopo due anni di attesa, numerosi annunci e altrettanti rinvii, è finalmente entrato in vigore il decreto che incentiverà la produzione da energia rinnovabile per i prossimi tre anni.
Il Decreto ministeriale 4 luglio 2019, più noto come DM FER 1, incentiva l’energia rinnovabile prodotta da impianti eolici on shore, fotovoltaici, idroelettrici e a gas residuati dei processi di depurazione. In particolare per il fotovoltaico sono inclusi gli impianti sopra i 20 kW. Per gli impianti domestici, di taglia inferiore, non sono previsti incentivi diretti, mentre è sempre possibile richiedere la detrazione fiscale pari al 50% dell’investimento realizzato (distribuita in dieci anni).
Accesso agli incentivi
L’accesso ai nuovi incentivi avviene tramite specifici bandi di gara (noti come Aste e Registri), indetti dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per gruppi di tecnologie. Nello specifico, i gruppi sono i seguenti: eolico e fotovoltaico (gruppo A), idroelettrico e gas da depurazione (gruppo B), impianti oggetto di rifacimento da qualsiasi delle fonti rinnovabili in oggetto (gruppo C).
Sono previsti 7 bandi di gara: il primo si svolgerà il 30 settembre 2019 e l’ultimo il 30 settembre 2021. Per gli impianti di taglia più piccola sono aperti i Registri per i quali gli importi degli incentivi sono fissati, si qualificano solo i primi impianti che li richiedono. Per gli impianti più grandi (al di sopra di 1 MW di potenza) invece si ricorre alle Aste al ribasso, cioè vengono finanziati gli impianti che richiedono gli incentivi più bassi per l’energia prodotta.
Una precisazione va fatta per il fotovoltaico: il legislatore ha previsto un premio per gli impianti installati su edifici con coperture in eternit o contenenti amianto, imponendo la loro completa rimozione. Una decisa vittoria della battaglia #BastaAmianto, fortemente voluta da Annalisa Corrado e portata avanti con una petizione lanciata su Change.org che ha raccolto 55.000 firme.
Incentivi sufficienti per un’Italia carbon free?
Secondo quanto previsto dal decreto, gli incentivi dovrebbero consentire l’installazione di circa 8.000 MW nel prossimo triennio, con 1.770 MW destinati agli impianti di potenza inferiore a 1 MW (di cui 800 MW dedicati al fotovoltaico) e 6.230 MW destinati a quelli di grandi dimensioni, cioè di potenza superiore a 1 MW.Insomma, più o meno 3 GW all’anno da qui al 2021.
Possiamo ritenerli un cospicuo traguardo, se consideriamo che nel 2018 in Italia è stato installato poco più di 1 GW di rinnovabili. Ma se guardiamo agli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi sul clima, saranno sufficienti? Occorrerebbero più incentivi?
“Gli incentivi – afferma Gianluca Ruggieri, Vice Presidente di ènostra – non sono più l’elemento determinante nello sviluppo di nuovi impianti rinnovabili. Serve, invece, un ridisegno delle responsabilità in modo tale che possano essere semplificati i processi di autorizzazione, mantenendo le garanzie di riduzione dell’impatto ambientale. Ad esempio una definizione precisa delle aree dove è possibile o non è possibile realizzare nuovi impianti aiuterebbe ad accorciare i tempi e a dare migliori garanzie agli investitori.
Un altro elemento decisivo nel destino della transizione energetica italiana sarà la regolazione e la promozione delle comunità energetiche e dell’autoconsumo e dello scambio locale dell’energia (ad esempio a livello condominiale). Noi siamo pronti!”
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