Chi vuole diventare un consumatore di energia rinnovabile, spesso ci chiede: “ma da dove viene l’energia che consumerò, se decido di diventare socio di ènostra?”. Con questo articolo cominciamo a raccontarlo, partendo dall’impianto più piccolo, ma con una tra le storie più significative. Perchè ènostra sceglie gli impianti da cui acquistare energia, non solo perchè prodocuno energia al 100% rinnovabile, ma anche per come la producono e in quale contesto la si produce.
E l‘impianto fotovoltaico di Granara nasce proprio in un contesto particolare: un Villaggio ecologico, dove arte, natura e cultura si coniugano per dare vita a buone pratiche di sostenibilità e cambiamento.
Otto ragazzi e un sogno
Otto ragazzi nel ’94 decidono di abbandonare la città, con l’idea di vivere più a contatto con la natura, in cerca di autosufficienza e autoproduzione. “Cercavamo un’idea di vita in cui praticare l’ecologia in senso lato – ci racconta Dario Sabbadini, responsabile del Progetto energia – e abbiamo trovato un villaggio abbandonato a Granara, in provincia di Parma, sull’appennino Tosco-emiliano nel crocevia tra Emilia, Toscana e Liguria, tra la Francigena e il mare. Quando siamo arrivati, il villaggio esistente era distrutto; c’erano alcuni campi ancora coltivati, ma fondamentalmente era abbandonato. Ci siamo rimboccati le maniche con l’intento di farlo rivivere. Dopo più di vent’anni, quegli otto ragazzi sono cresciuti e possono dire di avercela fatta! Oggi siamo circa in 50 e l’antico villaggio è diventato un villaggio ecologico che permette, a noi e alle persone che vengono a trovarci, di imparare ad amare la natura, imparare l’arte di collaborare, di scegliere insieme e ricercare il modo di star bene e far star bene gli altri, negli ambienti, nei rapporti, in quello che mangiamo, in quello che facciamo”.
Oggi il Villaggio ecologico di Granara è una “semi-comunità”, un “villaggio sociale” come ama definirlo Dario, un luogo dove la proprietà privata e la gestione degli spazi comuni si fondono a creare un tessuto comunitario le cui maglie si stringono più o meno regolarmente.
“Coloro che partecipano al progetto Villaggio ecologico di Granara non sono solo quelli che vi abitano stabilmente, ma sono persone che vivono altrove e partecipano alle varie gruppi-associazione che gestiscono il villaggio e le sue attività, non in modalità assembleare ma in gruppi di affinità. Le associazioni che oggi gestiscono il villaggio costuiscono proprio l’evoluzione dei gruppi di affinità che inizialmente abbiamo creato per la gestione interna”.
Molti sono oggi i gr uppi-associazione che fanno vivere il villaggio: il gruppo di teatro (Associazione Teatro Granara) — che da anni promuove il Festiva estivo di teatro, 7 giorni di incontri e spettacoli —, il gruppo di educazione ambientale (Associazione Centopassi) — responsabile dei campi estivi per bambini — e il gruppo di ecologia (Associazione Alekoslab) — che promuove un’idea di ecologia ispirata al pensiero sistemico, al concetto di appropriatezza tecnologicae alla nonviolenza.
Oltre l’autosufficienza energetica
“L’autosufficienza e l’autoproduzione – ci dice ancora Dario – sono stati tra i “fari” principali che ci hanno guidato nell’organizzazione del villaggio. Ad un certo punto, ci siamo posti l’intento di essere autonomi anche dal punto di vista energetico, producendo in proprio l’energia. Il Progetto energia, di cui sono responsabile, era partito con l’obiettivo dell’autosufficienza energetica. In fase di sviluppo, ha subito un’evoluzione e si è trasformato in un progetto di più che sufficienza: ora il villaggio produce più energia di quella che consuma. Con un obiettivo ben preciso: far sì che le nostre attività siano ad impatto positivo. Abbiamo voluto fare un passo in più rispetto all’impatto zero. Con l’espressione “impatto positivo” vogliamo esprimere la convinzione che l’essere umano possa ristabilire un equilibrio fra sé e la natura, non nonostante, ma anche attraverso la tecnologia. Una tecnologia in grado di imitare la natura nella sua circolarità e di rendere leggera e non distruttiva la nostra impronta ecologica. Impatto positivo è una pratica sperimentata all’ecovillaggio di Granara e sperimentabile in moltissime altre realtà: produrre più dell’energia elettrica che si consuma, attraverso fonti rinnovabili. A Granara tutte le attività del villaggio, compreso il Festival di teatro, consumano meno di quello che viene prodotto dai pannelli fotovoltaici installati“.
Impatto positivo è ora la convenzione con ènostra che acquista l’energia dell’impianto fotovoltaico di 14 kWp, installato sul tetto dell’officina posta al centro del Villaggio. L’energia che l’impianto produce, in parte viene utilizzata per il taglio della legna, il taglio dell’erba, per il funzionamento dell’officina stessa, per la ricarica dei veicoli elettrici ecc.
E l’energia in surplus viene valorizzata all’interno di una comunità energetica come ènostra, “con l’intento – ci dice infine Dario – di contribuire, nel nostro piccolo, alla rivoluzione energetica in atto. Perchè anche con un piccolo impianto si può e conviene”.
Vuoi conoscere gli altri impianti selezionati? Vai alla MAPPA
Produci anche tu elettricità sostenibile? CANDIDA IL TUO IMPIANTO
Comments are closed.