La pandemia di quest’ultimo anno ha portato gli italiani a rivedere i loro consumi: per 7 italiani su 10 acquistare o vendere cose usate sta diventando un’abitudine.
Tra i diversi effetti che la pandemia ha indotto uno è stato quello di modificare i nostri atteggiamenti di fronte agli acquisti: nell’ultimo anno sono infatti cresciute moltissimo le vendite di articoli e oggetti usati. Un comportamento originato dalla difficile situazione economica venutasi a creare con le chiusure dovute all’epidemia di Covid-19, ma che ha anche un importante risvolto ambientale e di sostenibilità. Comprare un telefonino usato, un elettrodomestico o dei capi abbigliamento, rappresenta anche una lotta allo spreco e una riduzione della produzione dei rifiuti. Moltissimi oggetti, che fino a un anno fa sarebbero finiti in un cassetto o dentro il bidone dei rifiuti, oggi vengono rimessi sul mercato a un costo accettabile per una nuova vita.
Questo è quanto emerge dall’indagine “La Second Hand ai tempi di Covid-19” commissionata dal portale Subito.it, in cui il fenomeno è messo nero su bianco: da marzo 2020 a oggi il 67% degli italiani ha acquistato o venduto almeno un oggetto usato, un dato in forte aumento rispetto al 49% registrato nel 2019. Nel periodo considerato sono stati acquistati sul mercato dell’usato – prevalentemente sul web – gli articoli legati alla casa e alla persona (72%), seguiti dallo sport e dagli hobby (58%), dall’elettronica (56%) e i veicoli (32%). Libri, riviste, arredamento, casalinghi, articoli informatici, telefonia ed elettrodomestici usati hanno allungato la loro vita.
I dati indicano che il fenomeno non è momentaneo, dovuto alla contingenza del Covid, ma al contrario sembra essere una tendenza: il 65% delle persone che hanno acquistato articoli usati hanno manifestato l’intenzione di continuare con questa abitudine in futuro. Solo il 29% ritornerà alle abitudini di prima quando la situazione economica si risolverà.
Potrebbe dunque esserci un significativo cambiamento nei nostri consumi, che potrebbe anche modificare in futuro alcune parti del nostro sistema produttivo: l’incremento della domanda di materiale usato e d’occasione potrebbe far nascere attività volte al ricondizionamento e alla rigenerazione di oggetti usati, garantendo loro una seconda vita, con indubbi vantaggi per l’ambiente e le nostre tasche!
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