In questi mesi si è fatto un gran parlare di comunità energetiche e ora finalmente si passa dalle parole ai fatti. Il 15 settembre scorso infatti il Ministro per lo Sviluppo economico Stefano Patuanelli ha firmato il decreto attuativo che definisce la tariffa con la quale si incentiva la promozione dell’autoconsumo collettivo e le comunità energetiche da fonti rinnovabili, anche tramite l’impiego dei sistemi di accumulo.
Il provvedimento rende operativa la misura introdotta nel dicembre 2019 con il decreto Milleproroghe che, anticipando l’attuazione della Direttiva europea REDII, consente di costituire l’autoconsumo collettivo, che può essere utilizzato da famiglie e da altri soggetti dello stesso edificio o condominio e dalle comunità energetiche a cui possono aderire persone fisiche, PMI ed enti locali ubicati in un perimetro più ampio rispetto a quello dei condomini.
Il provvedimento darà la possibilità a 20 milioni di italiani residenti in 1,2 milioni di condomìni di produrre e condividere collettivamente l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico in comune, condizione che fino a poco fa era proibita dalla legge.
“Quello raggiunto – ha dichiarato Gianni Girotto, presidente della Commissione industria del Senato – è un traguardo che ci consentirà di affrontare meglio le sfide di quest’epoca: il cambiamento climatico, gli impatti delle emissioni sulla salute, la dipendenza dell’approvvigionamento energetico in un quadro geopolitico destabilizzato”.
“Si apre uno scenario rivoluzionario – afferma Sara Capuzzo, presidente di ènostra – con un approccio dal basso in cui si privilegia la produzione in loco, l’autoconsumo istantaneo e i sistemi di accumulo, con l’ottimizzazione delle risorse rinnovabili e un alleggerimento delle relative reti di trasporto. Questo porterà a importanti benefici di carattere economico, sociale e ambientale. I progetti pilota in corso a Padova e Biccari saranno per ènostra un ottimo banco di prova”.
I nuovi incentivi prevedono una tariffa per 20 anni di 100 €/MWh per le configurazioni di autoconsumo e 110 €/MWh per le comunità energetiche rinnovabili, in alcuni casi parzialmente cumulabili con le detrazioni fiscali per gli edifici. Questi incentivi non andranno ad aggravare la bolletta energetica degli italiani in quanto sono alternativi all’attuale meccanismo dello scambio sul posto.
L’incentivo ventennale sarà gestito direttamente dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) senza alcuna partecipazione né a registri né ad aste semplificando notevolmente la procedura e punta, nelle intenzioni, a trasformare l’attuale sistema elettrico centralizzato, oggi basato sui combustibili fossili, in un sistema decentrato ed efficiente, alimentato con fonti pulite e rinnovabili.
Per gli enti locali e territoriali gli incentivi non sono cumulabili né con lo scambio sul posto né con gli incentivi per le rinnovabili elettriche, mentre per tutti gli altri soggetti è ammessa una cumulabilità con altre misure tra le quali, in alcune condizioni particolari, anche con il superbonus del 110%, per la parte eccedente i 20kW, recentemente approvato dal Parlamento.
La comunità di energia rinnovabile detiene gli impianti di produzione, ma non deve necessariamente essere proprietaria degli impianti stessi: chi non ha a disposizione uno spazio per realizzare un impianto fotovoltaico può comunque usufruire degli stessi vantaggi. Ciascun impianto di produzione deve avere una potenza non superiore a 200 kW e deve essere connesso su reti elettriche di bassa tensione sottese alla medesima cabina secondaria a cui la configurazione si riferisce.
“Siamo molto contenti che questa nuova misura diventi operativa – conclude Sara Capuzzo – Finalmente si potranno fare simulazioni economiche sulla base di numeri definiti, con la possibilità di quantificare e ripartire opportunamente i benefici agli aderenti. Certo permangono alcuni elementi di criticità che dovranno essere superati. Ad esempio è necessario che il distributore locale metta a disposizione, in tempi celeri, a coloro che vogliono costituire una comunità energetica o un autoconsumo collettivo le informazioni relative ai confini e alle geometrie delle cabine secondarie. Altro tema centrale è quello della disponibilità dei dati di consumo: in uno dei casi pilota a cui ènostra sta lavorando, pur trattandosi di contatori 2G installati dal 2018, non risulta ad oggi possibile scaricare i dati di consumo orario, indispensabili per poter quantificare l’autoconsumo istantaneo al quale dovrà essere riconosciuto l’incentivo. L’utilità di questi progetti pionieri è anche quella di contribuire a risolvere i problemi che possono ostacolare lo sviluppo di comunità energetiche e favorirne replicabilità e diffusione. Ci onora poter partecipare attivamente a questa fase di ricerca e di affinamento di processi e strumenti, con lo scopo di tutelare e valorizzare il ruolo dei cittadini energetici”.
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