Dopo lunghe e difficili trattative, è arrivata con un tweet la notizia dell’accordo tra Parlamento e Consiglio Ue sulla Direttiva che regolerà le politiche europee sulle rinnovabili nei prossimi 10 anni.
I negoziati sono andati avanti tutta la notte di giovedì 14 giugno e, alle 4:21 del mattino, è arrivato il tweet dell’europarlamentare Sèan Kelly che ha postato una foto dei protagonisti della trattativa, in una posa esultante per il traguardo raggiunto.
Il nodo più spinoso su cui i Ministri dell’Ue e i parlamentare europei si sono confrontati era legato all’obiettivo per le rinnovabili al 2030. Il Consiglio aveva già indicato un obiettivo del 27%. Una posizione che però, era in contrasto con quella del Parlamento Ue, secondo cui la quota di energie rinnovabili doveva essere del 35%. Dopo lunghe e difficili trattative, si è arrivati a definire un obiettivo vincolante del 32% al 2030, con la possibilità di alzarlo ulteriormente nel 2023.
L’obiettivo del 32% è certamente un traguardo non di poco conto, ma il vero passo in avanti verso la democrazia energetica che si è compiuto con questo accordo è quello di aver dato, per la prima volta, un ruolo ai cittadini e alle comunità energetiche nel sistema energetico europeo. Nella futura direttiva troveremo, infatti, le definizioni di “comunità energetiche” e di “autoconsumo“.
La nuova Direttiva definisce, inoltre, le basi per lo sviluppo di regole nazionali e la definizione di un contesto normativo che favorisca la propagazione delle energy community in tutta Europa. Tra le altre novità, la Direttiva assicura che le comunità energetiche siano considerate negli schemi nazionali di sostegno alle rinnovabili, che sia favorita la loro collaborazione con le amministrazioni locali e incoraggia il loro ruolo nel sostenere i vulnerable consumers e nel mitigare la povertà energetica.
Non è ancora disponibile il testo della nuova direttiva, Dario Tamburrano, eurodeputato della Commissione ITRE che molto ha contribuito al risultato raggiunto, ha precisato che la direttiva “garantirà ai cittadini di produrre e autoconsumare energia senza pagare oneri, canoni o imposte fino al 2026: in seguito, gli Stati membri potranno imporre oneri e tasse solo a ben precise condizioni. Inoltre, la direttiva riconoscerà il diritto dei cittadini e delle comunità per l’energia ad autoprodurre, autoconsumare, stoccare l’energia rinnovabile, e a vendere quella in eccesso ad un prezzo pari come minimo al valore di mercato”. In questo modo, ci avviciniamo sempre più al modello di generazione distribuita: una rete di cittadini che producono, consumano e si scambiano energia da fonti rinnovabili.
“Questo è un giorno straordinario per i cittadini europei dell’energia – ha dichiarato Dirk Vansintjan, presidente di REScoop.eu, la federazione europea delle cooperative di energia rinnovabile – Fino a ieri i cittadini non avevano alcun ruolo nella politica energetica europea. Ora, hanno in mano una serie di strumenti che danno loro l’opportunità di essere protagonisti della transizione energetica”.
“Finalmente si riconosce la dignità e il potenziale dei cittadini e delle collettività energetiche“, rimarca Davide Zanoni, presidente di ènostra, “Restano da verificare i dettagli che potremo conoscere solo con il testo definitivo, ma certamente è l’alba di una nuova era. Siamo orgogliosi di essere tra i protagonisti di questo cambiamento epocale e di poter contribuire, con la comunità di ènostra, al disegno del nuovo modello energetico nazionale ed europeo”.
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