Mancano pochi giorni alle ultime due tappe del Tour “fuori il carbone dalla nostra bolletta” che si terranno l’8 e il 9 maggio rispettivamente a Brindisi e Saline Joniche (RC). Facciamo il punto e condividiamo alcune riflessioni di questo Tour che ci sta segnando e insegnando molto.
Quest’esperienza itinerante che tocca gli hot spot italiani delle centrali a carbone, ponendo l’accento sugli impatti e le criticità ad esse connesse, ha preso inizio lo scorso 20 marzo a La Spezia.
Dopo la panoramica sulla filiera del carbone e sui suoi impatti, Daniela Patrucco, del Comitato SpeziaViaDalCarbone, ha rivelato l’esito di un’indagine condotta qualche mese fa dagli attivisti del Comitato: sulle rive del fiume, a Borghetto Vara, sono state rilevate, e documentate con un reportage video, ingenti quantitativi di ceneri da combustione di carbone, note per la loro radioattività (v. link), che sarebbero state sversate durante gli anni ’80. La situazione attesta, fuor di metafora, che nonostante i tentativi di seppellire le conseguenze delle fonti fossili, i danni ambientali, come quelli sociosanitari, riaffiorano e si ripropongono dopo decenni senza sconti.
Negli interventi di Retenergie ed è nostra si è affrontato il tema energia come “bene comune”, da produrre e consumare nel rispetto dell’ambiente e delle comunità, senza speculazioni e con la partecipazione dei cittadini. L’esperienza delle due cooperative si pone come esempio concreto di cambiamento del paradigma rispetto all’insostenibile modello attuale. (Vedi video della Tappa di La Spezia, servizio del TGR Liguria, Volantino LaSpezia)
Il 28 marzo il tour ha toccato Vado Ligure (SV), sede della centrale a carbone di Tirreno Power posta sotto sequestro dalla magistratura nel mese di marzo del 2014 grazie all’incessante lavoro di denuncia della Rete Savonese contro il carbone e dell’Ordine dei Medici di Savona. Tra gli interventi, la preziosa testimonianza dell’avvocato Roberto Suffia, autore dell’esposto che ha portato alla chiusura della centrale, il quale ha raccontato le tappe del percorso enfatizzando anche il ruolo cruciale della cittadinanza nella raccolta delle informazioni utilizzate. Giovanni Carrosio, sociologo dell’energia e membro del Comitato Scientifico di è nostra, richiama l’attenzione sul consumo critico come prezioso strumento di lotta al sistema basato sulle fonti esauribili a favore della transizione energetica verso le rinnovabili e l’uso razionale delle risorse (Vedi Volantino Savona).
Nella terza tappa a Civitavecchia il 13 aprile ci siamo confrontati e abbiamo ascoltato il Comune di Civitavecchia, il Movimento No Coke Alto Lazio e i movimenti locali spontanei (come Piazza 048) che si battono per la chiusura della centrale e abbiamo raccolto le toccanti testimonianze e i drammi vissuti dai cittadini legati all’impatto sulla salute dell’inquinamento industriale. Civitavecchia ha un triste record di mortalità e morbilità: 10% in più di mortalità per il tumore al polmone, di leucemie e linfomi. Per le donne siamo ai record di tumori all’intestino e insufficienza renale correlata ai metalli pesanti. Nella sua battaglia contro il carbone il dottor Mauro Mocci, medico dell’ISDE, rincara lo stato di allerta. “Chi vive intorno alle centrali a carbone si ammala di più e muore prima” sono le sue parole, “anche per patologie strettamente correlate alle sostanze contenute nel carbone. Arsenico, nichel, cadmio, mercurio. Tutte sostanze che provocano tumori e non solo”. Guarda il video:
Ora tocca alle ultime due tappe: 8 maggio a Brindisi e 9 maggio a Saline Joniche (RC).
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