“L’assicurazione numero 1 in Italia offre copertura assicurativa e finanziaria ad alcune delle centrali a carbone più inquinanti d’Europa”. Così cominicava la campagna lanciata qualche tempo fa da Greenpeace Italia e Re-common, per chiedere a Generali di togliere il proprio sostegno a progetti legati al carbone, il più inquinante dei combustibili fossili.
Le pressioni delle due organizzazioni, insieme a quelle dei cittadini che hanno aderito alla campagna, sono stati efficaci: a inizio novembre Generali ha deciso di aggiornare la propria “strategia sui cambiamenti climatici” con un piano operativo che punta a ridurre con coraggio la sua esposizione verso il carbone.
In particolare, la compagnia di assicurazioni triestina ha deciso:
• di non fornire più coperture assicurative per la costruzione di nuove centrali centrali a carbone, senza alcun tipo di eccezione, e non accetterà come nuovi clienti società attive nel comparto carbonifero;
• di avviare un protocollo di ingaggio con gli attuali clienti con interessi nel settore del carbone, tra cui l’utility polacca PGE e la ceca CEZ, la cui prima fase terminerà ad inizio 2019. Se entro allora tali società non avranno presentato dei piani di transizione credibili, Generali interromperà i rapporti con questi clienti;
• di impegnarsi a disinvestire dalle società attive nel carbone entro aprile 2019, per quanto riguarda le equity; mentre per i bond attenderà la naturale scadenza.
“Generali ha deciso di compiere un passo importante in difesa dei cittadini. Abbandonare il carbone, come il colosso assicurativo italiano dimostra oggi di voler fare, significa voler fermare la più inquinante fonte energetica, nonché una delle principali cause dei cambiamenti climatici”, afferma Luca Iacoboni, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. “Alluvioni, siccità, trombe d’aria e altri fenomeni meteorologici estremi sono la diretta conseguenza del clima che cambia, e sono purtroppo una drammatica realtà già oggi in tutta Italia. È dunque un’ottima notizia che Generali stia decidendo di anteporre le persone e il clima ai propri interessi economici a breve termine. Ora monitoreremo che alle parole seguano i fatti, e che il Leone di Trieste abbandoni presto tutte le attività carbonifere anche in Polonia e Repubblica Ceca”.
“Il 3 dicembre avrà inizio la prossima Conferenza mondiale sui cambiamenti climatici e ad ospitarla sarà proprio la Polonia, dove Generali assicura alcuni degli impianti a carbone più inquinanti d’Europa. Scegliendo di non assicurare la costruzione di nuove centrali, incluse quelle in Polonia, Generali manda un primo segnale di rottura importante con l’industria carbonifera del paese», ha aggiunto Alessandro Runci di Re:Common.
Insomma, una decisione di grande impatto quella di Generali, se si considera che, secondo il rapporto pubblicato a inizio ottobre dall’IPCC, rimangono solo 12 anni per compiere le scelte necessarie a evitare una crisi climatica irreversibile (vedi in proposito la nostra news).
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